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Lavori antichi: gli stampatori ebrei

La storia degli stampatori ebrei in Italia viene ben raccontata al museo della stampa di Soncino, che ospita anche una serie di macchinari antichi ad imperitura memoria.

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La storia ebrea in Italia ha radici molto antiche. Gli ebrei hanno avuto forti relazioni con la penisola italica, ed in alcuni casi hanno letteralmente partecipato alla storia del Paese attraverso il loro lavoro. Uno di questi casi, è sicuramente quello degli stampatori ebrei di Soncino. La stampa così come la conosciamo è nata circa nel 1450 grazie a Giovanni Gutenberg, che stampò una Bibbia con i caratteri mobili. Quasi 40 anni più tardi, nel 1488, la stessa cosa fecero alcuni ebrei giunti in Italia dalla Germania. Precedentemente banchieri, si trovarono ad avere a che fare con la concorrenza di persone che prestavano denaro a tassi più bassi. Decisero così di cambiare lavoro mettendosi a fare gli stampatori e realizzarono attraverso i caratteri mobili la cosiddetta “Bibbia Completa” (l’espressione può trarre in inganno perché per gli ebrei esisteva solo l’antico testamento). Essa venne stampata venne stampata nella loro lingua compresa di vocali. L’alfabeto ebreo è infatti consonantico. E’ l’inizio della storia che viene raccontata al museo di Soncino (CR), paese in cui alcuni ebrei si stabilirono qualche anno prima del 1500.

Le traversie degli stampatori ebrei nell’Italia del 1400

Gli ebrei che diedero alle stampe i libri che diffondevano la loro cultura tra cui la Bibbia Completa non ebbero esattamente vita facile nell’Italia del 1400. Nel 1490 furono infatti accusati di blasfemia, ovvero sostanzialmente di diffondere una cultura anticristiana. Così vennero processati a Milano e condannati a morte. La pena capitale si trasformò poi nel pagamento di una grossa somma di denaro (circa 70 kg d’oro) e l’obbligo di lasciare Soncino. La famiglia degli stampatori ebrei di Soncino dopo questa vicenda si divise e uno dei due rami approdò a Napoli, dove venne stampata una seconda copia della Bibbia Completa, più raffinata. L’altro ramo invece quello che si diresse verso Brescia, e fu protagonista della stampa della terza edizione della Bibbia, in formato tascabile. Essa si diffuse così tanto che una copia finì nelle tasche di Martin Lutero, che la tradusse in tedesco. Nel territorio della repubblica di Venezia, il secondo ramo della famiglia provò ad aprire una stamperia, ma si scontrarono con un altro stampatore, Aldo Manuzio. contro il quale persero un processo che li indusse a spostarsi nell’Italia centrale.

A questo punto la loro attività si allargò. Stabilendo sedi a Fano, Ortona, Pesaro, gli stampatori ebrei si dedicarono a produrre non solo testi in ebraico ma anche ad esempio fiabe per bambini e testi di letteratura. Vennero così considerati i più grandi stampatori di tutti i tempi. Avevano inoltre preso il cognome del borgo dal quale erano partiti, Soncino appunto. Era infatti caratteristica usuale degli ebrei quella di prendere il cognome dal posto dal quale provenivano. E appunti in Italia la loro storia inizio nel piccolo paese in provincia dei Cremona. La loro storia in Italia si concluse versò la metà del 1500, epoca in cui deciso di lasciare il Paese per trasferirsi sotto l’egida dell’impero Ottomano a Salonicco.

Come si stampava nel 1500

Come detto gli stampatori ebrei utilizzavano il metodo Gutenberg, ma cosa prevedeva esattamente questo metodo? Sostanzialmente si trattava di usare i cosiddetti caratteri mobili, i quali venivano messi uno per uno su un “compositoio”, in modo da formare dei testi di senso compiuto. Fatto questo venivano messi su una tavoletta che legata con uno spago per poter fare le prove di stampe. Fatto questo il tutto passava al torchio con il quale veniva letteralmente prodotta la stampa. Una curiosità ritrovabile al museo di Soncino è quella dell’origine del torchio per la stampa. Inizialmente in legno, nel museo esiste una fedele riproduzione ottocentesca con elementi in metallo. La curiosità, dicevamo, è quella per la quale il torchio era originariamente un macchinario per pestare l’uva. Fu proprio Gutenberg a modificarlo per renderlo adatto a stampare.

Sul torchio che abbiamo avuto modo di osservare sono stati installati un timpano, una struttura a telaio all’interno della quale viene inserito un foglio da stampare e una fraschetta a protezione. Per “l’inchiostrazione”, nella prova a cui abbiamo assistito è stato utilizzato un rullo, ma la procedura originale prevede l’uso di una sorta di tampone. Una volta inchiostrata la matrice, si abbassa il timpano per far aderire alla prima il foglio da stampare. Chiuso il timpano si porta il tutto sotto una pressa azionata da una leva, la quale opera di fatto la stampa. E’ stato così’ che abbiamo ottenuto la nostra copia della prima pagina della Bibbia completa, così come la facevano gli stampatori ebrei nel tardo 1400.

Una visita a Soncino

Se non si è troppo lontani, una visita al borgo di Soncino può sicuramente risultare di buon interesse. Oltre al museo della stampa, è presente anche quello della seta, situato all’interno di una fabbrica adiacente alla famosa rocca. Tale rocca fu eretta poco prima dell’inizio della storia degli stampatori ebrei in Italia, ovvero tra il 1473 ed il 1475. Un’informazione interessante è quella del suo costo, relativamente alla multa pagata dagli ebrei per evitare la pena di morte. L’intera rocca costò 5000 ducati, l’entità della multa fu invece di 19.000. Da qui si capisce bene come almeno inizialmente l’attività ebrea di stampa non ebbe certamente vita facile in Italia, almeno all’inizio della sua storia.

Per chi ha fame di storia e cultura, anche se si tratta di una visita abbastanza breve, quella del museo di Soncino può essere una buona tappa. Il museo raccoglie infatti tutta una serie di strumenti, attrezzi e macchinari per la stampa utilizzati nei secoli scorsi, oggetti più che altro donati da cittadini con l’intenzione di tramandare la conoscenza e la memoria di questi lavori che ovviamente ora vengono svolti in maniera completamente diversa e del tutto imparagonabile. Tra questi macchinari, c’è anche una “macchina compositrice” chiamata Lynotipe risalente al 1889, lo stesso tipo che in passato veniva utilizzato dal Corriere della Sera, che ne possedeva una trentina.

Soncino è un paese in provincia di Cremona, quasi al confine con la bassa provincia di Brescia, situato sulla direzionale che collega la città di Crema (CR) con la zona del basso lago di Garda (Desenzano) e dalla quale poi si può proseguire per raggiungere Mantova. Soncino può tranquillamente far parte ad esempio, di una visita più o meno breve nel contesto di una gita in camper in un weekend, includendo con essa le visite della decisamente più grande Crema e del capoluogo Cremona. La zona è quella della pianura padana, nel triangolo tra Brescia, Cremona e Bergamo (quest’ultimo un po’ più spostato). Non è certamente una zona in grado di offrire panorami mozzafiato, ma è però ricca di storia del nostro paese e merita certamente di essere visitata programmando sapientemente le tappe da fare. E’ certamente consigliabile informarsi prima su cosa vedere, attraverso i siti di competenza, prendendo nota di giorni e orari delle aperture che possono variare tra i classici cinque giorni lavorativi ed il weekend.

Le strade sono assolutamente affrontabili da praticamente qualsiasi tipo di guidatore senza particolari problemi di sorta, le persone sono sempre molto cordiali e disponibili. E per quelli a cui piace mangiar fuori non mancano certamente i piatti tipici della zona, come i casoncelli, lo stracotto d’asino ed i classici salumi cremonesi. Anche in questo caso, soprattutto se si decide di visitare questi luoghi nel weekend è bene scegliere prima la propria destinazione gastronomica e prenotare il posto per tempo, in quanto non la totalità dei ristoranti è in grado di offrire un numero di posti quantitativamente significativo.

Di seguito la nostra gallery inerente ai macchinari presenti nel museo della stampa di Soncino.

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