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Lavoro: in Europa 1.7 milioni di posti liberi

Se circa due mesi fa l’Ue spiegava che nel campo dell’Ict vi erano 400.000 offerte di lavoro insoddisfatte, con prospettiva fortemente crescente da qui a due anni, considerando la totalità degli ambienti lavorativi il numero delle offerte in attesa che qualcuno le prenda in considerazione sarebbe addirittura quadruplo. Già, ma chi, in un’epoca storica così …

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Se circa due mesi fa l’Ue spiegava che nel campo dell’Ict vi erano 400.000 offerte di lavoro insoddisfatte, con prospettiva fortemente crescente da qui a due anni, considerando la totalità degli ambienti lavorativi il numero delle offerte in attesa che qualcuno le prenda in considerazione sarebbe addirittura quadruplo. Già, ma chi, in un’epoca storica così travagliata e afflitta da una crisi economica drammatica si permette il lusso di ignorare la possibilità di un posto di lavoro? Probabilmente nessuno, o quasi.

Secondo il Commissario Ue all’Occupazione e agli affari sociali László Andor, una delle cause di questa “incomprensione” tra domanda e offerta di lavoro, risiede nel funzionamento troppo poco efficace degli uffici di collocamento. Per questo l’Unione Europea starebbe pensando di creare, per questi ultimi, una rete nazionale, in modo che tali uffici, sostanzialmente, “parlino” tra loro, rendendo più  performanti le informazioni in loro possesso.  In Italia, soprattutto tra i giovani, esiste il rilevante fenomeno degli “scoraggiati” (diverso da quello già drammatico di per sé dei disoccupati), vale a dire quegli individui che hanno cercato lavoro per così tanto tempo senza trovarlo che hanno smesso per aver perso la speranza in un esito positivo della ricerca. Anche loro però, se si trovassero di fronte all’offerta di un impiego dal rendimento “degno”, in grado di garantire una vita non certo agiata ma comunque tranquilla, un po’ di coraggio, con tutta probabilità, lo ritroverebbero.

Le reti nazionali di centri per l’impiego e uffici di collocamento potrebbero entrare in funzione già dall’anno prossimo. Chi invece vuole spostarsi all’estero (qualunque sia il Paese in cui risiede) può rivolgersi a Eures, la rete Ue per la “mobilità professionale”, che attraverso il suo portale fornisce un’incoraggiante mole di informazioni utili e possibilità. Però, niente illusioni; Purtroppo, la differenza numerica tra  i disoccupati europei  (26 milioni) e il numero di posti di lavoro disponibili (1,7 milioni) è attualmente abissale. Va anche detto, di contro, che  “il modo migliore” per non trovare più un impiego è quello di smettere di cercarlo.

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