Una tendenza crescente nel mondo del lavoro: oltre al posto fisso, presto potremo dire tutti addio alla busta paga fissa?
Oltre al posto fisso, sembra che i lavoratori europei stiano per abbandonare anche un altro concetto di stabilità: quello dell’importo della busta paga. In tutto il vecchio Continente stanno infatti aumentando i casi di ricorso alla retribuzione variabile, con compensi che vengono riparametrati ai risultati effettivamente ottenuti, alle capacità espresse e ai profitti generati. Una tendenza che – stando a una ricerca di Eurofound – riguarda circa il 27% dei lavoratori europei.
Per avere conferma dell’ampia diffusione e ricorso di tale sistema, i dati dell’European Company Survey (ECS) riferiscono che il 62% degli stabilimenti europei utilizza oramai delle forme di retribuzione variabile, con una quota di maggiore presenza per quanto concerne il compenso ponderato sulla base delle performance individuali e valutate dalla direzione dell’impresa (42%). Consistente anche la presenza del compenso misurato sulla base dei risultati (34%), o dalla condivisione del profitto (30%) o ancora dalla riuscita del lavoro di gruppo (25%) .
E in Italia? Anche da noi il ricorso a forme di pagamento variabile è in crescita, basandosi principalmente (35%) sulle prestazioni dell’impiegato (35%), seguite da retribuzioni ponderate sulla base dei risultati, dell’impegno del team e della condivisione del profitto (ciascuna, al 18%). A ricorrere a questa forma di remunerazione variabile sono principalmente le grandi aziende, con una particolare incidenza nei settori delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, della finanza, delle assicurazioni e della consulenza.
Insomma, una tendenza – pare – inarrestabile, che trova parziale accoglimento anche da parte dei lavoratori e delle sigle sindacali, che non disdegnano la possibilità di poter disporre di compensi aggiuntivi, ma che mettono però in allarme sul pericolo di diseguaglianze e guadagni instabili senza criteri ben definiti. Appare infatti chiaro come le modalità di retribuzione variabile siano soprattutto viste come un modo per affermare il controllo manageriale, in un clima di accesa disoccupazione e di scarsità del potere d’acquisto.
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