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Le aziende a misura di donna in Italia

Quali sono le aziende più attente alle esigenze delle lavoratrici in Italia? Il 2014 è l’Anno Europeo della Conciliazione tra vita e lavoro e viene spontaneo pensare ad aziende a misura di donna, con benefit intelligenti, asilo interno, orari di lavoro flessibili e contributi economici per i figli. Un’utopia? No, in alcuni casi è già …

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Donna al telefono al lavoroQuali sono le aziende più attente alle esigenze delle lavoratrici in Italia? Il 2014 è l’Anno Europeo della Conciliazione tra vita e lavoro e viene spontaneo pensare ad aziende a misura di donna, con benefit intelligenti, asilo interno, orari di lavoro flessibili e contributi economici per i figli. Un’utopia? No, in alcuni casi è già realtà. Appunto, anche in Italia. Sono le aziende women friendly ( e per estensione anche family friendly): sono quelle dove si favorisce la conciliazione tra famiglia e lavoro e dove una donna può lavorare con la certezza di avere supporto e servizi su misura per le proprie esigenze di madre e moglie. Sono le aziende consapevoli che i propri dipendenti sono “risorse” e che dalla loro soddisfazione deriva il successo dell’azienda stessa: perché un buon equilibrio tra i tempi della vita privata e i ritmi di lavoro aumenta non solo la soddisfazione personale e  il clima organizzativo ma anche le performance aziendali.

Ecco una lista di aziende che in Italia hanno già sperimentato con successo questo modello di welfare aziendale.

Mattel: per migliorare la vita dei dipendenti in azienda la proposta è stata quella di avere il venerdì pomeriggio libero. Si lavora quattro giorni e mezzo alla settimana (mezz’ora in più al giorno per recuperare) in vista di un week-end “lungo”. Una piccola palestra con massaggi gratis e facilitazioni economiche. Si può scegliere ad esempio un contributo per l’asilo nido o un buono per comprare l’Ipad o l’abbonamento ai mezzi pubblici (il Pass Mobility, adottato già da molte aziende milanesi).

Sap: la nota multinazionale propone un maggiordomo aziendale che svolge commissioni, come ritirare certificati o passare in farmacia ad acquistare le medicine. Servizio lavanderia interno e cena pronta da portare a casa. E una Family room aziendale, dove poter portare i propri figli nell’attesa di terminare il turno di lavoro.

In Enel ( che ha ottenuto la certificazione Top Employers Italia 2014), si usufruisce di contributi economici per mandare i figli in vacanza-studio e di sconti per l’acquisto dei libri scolastici.

Da IBM, Microsoft e Capgemini si può scegliere di lavorare da casa: è l’azienda che fornisce portatile e smartphone e chiavetta per la connessione internet. Alla Tetra-Pak la maternità è considerata una fase del percorso professionale: si continua a gestire il rapporto con la dipendente assente, si stabiliscono incontri programmati per facilitarne il reinserimento. Nella stessa logica d’idee, il progetto “Un Fiocco in azienda”di Preca Brummel.

Johnson & Johnson monitora in modo costante le differenze retributive di genere e Nestlè, Kraft, Colussi e Barilla prevedono più congedi anche per i papà.

Le dipendenti di Benetton Group, di Geox e di Vodafone possono affidarsi all’asilo aziendale e quelle di Google si rilassano dopo il lavoro su poltrone massaggianti o scaricano la tensione giocando a calcio balilla.

Solo grandi realtà multinazionali? Per il momento forse sì, anche se le piccole imprese possono avvalersi di contributi per benefit aziendali, con dei voucher destinati ai dipendenti con i quali usufruire di strutture (come ad esempio gli asili) in comune a più aziende, seguendo la stessa logica ad esempio dei buoni-pasto. In un’ottica di cultura del lavoro, senso di appartenenza e maggiore responsabilità che si spera si consolidi sempre di più.

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