Il Coronavirus è arrivato anche in Italia, seminando preoccupazioni e timori tra la popolazione e non solo. Cosa succede ai lavoratori messi in quarantena, impossibilitati a recarsi a lavoro? Vediamo le tutele e le garanzie riconosciute a questi soggetti, che per causa di forza maggiore non possono lavorare.
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Speravamo non succedesse, invece è accaduto. Ad oggi l’Italia è uno dei paesi con il più alto numero di casi di Coronavirus riconosciuti, dopo la Cina e la Corea. Il Governo sta prendendo dei provvedimenti per isolare e tenere sotto controllo i vari focolai, invitando la popolazione a collaborare e non farsi prendere dal panico. Intanto, si continua a fare ricerca per trovare un vaccino. Scuole, università ed imprese chiuse, sono tanti coloro che stando in quarantena non possono recarsi a lavoro. Si tratta di un virus che inciderà negativamente sull’economia e sulla produzione nel nostro Paese. Non bisogna lanciare allarmismi, ma nello stesso tempo è opportuno stare attenti e prendere le giuste misure precauzionali, in quanto, ancora una volta, prevenire è meglio che curare.
Le tutele per i lavoratori in quarantena
Una domanda nasce spontanea. Quali sono le tutele per i lavoratori che a causa del Coronavirus sono in quarantena e non possono andare a lavoro? Ebbene, per questi soggetti sotto osservazione o rimasti bloccati fuori dal proprio luogo di residenza, il Governo ha riconosciuti il periodo di malattia. Questi lavoratori potranno dunque godere della malattia come formula previdenziale a seguito della situazione di emergenza nazionale, ormai riconosciuta in Italia. Tuttavia, i casi possono cambiare da soggetto a soggetto. Infatti, alcune aziende potrebbero optare per altre forme di lavoro, come ad esempio lo Smart working, che consente di operare da remoto. In questo caso la malattia non è riconosciuta ai soggetti.
Il periodo di malattia sarà riconosciuto solo ai lavoratori impossibilitati a recarsi al lavoro. Tuttavia ci sono differenti casi e soluzioni che possono essere concordate tra le aziende ed i dipendenti. Infatti, alcune imprese potrebbero puntare a forme di lavoro particolari, come il lavoro agile. In questo modo, i soggetti possono continuare a lavorare da casa o da qualsiasi altro luogo. Dunque, nel caso in cui l’azienda offre al lavoratore in quarantena tutti gli strumenti utili per continuare il proprio lavoro, non si può riconoscere il concedo per malattia. Quindi questo resta valido solo ed esclusivamente per i soggetti realmente impossibilitati a lavorare.
La proposta di cassa integrazione per aziende e lavoratori
Il Coronavirus approdato in Italia, avrà un effetto negativo anche sulla nostra economia. Infatti, tra imprese, negozi, scuole ed altre istituzioni chiuse, in particolar modo nelle zone messe in quarantena, bisogna tutelare le aziende, gli imprenditori ed i lavoratori stessi. Tra le varie proposte al vaglio, avanza l’idea di una possibile cassa integrazione riconosciuta alle imprese che sono state costrette a fermare la produzione a causa del dilagarsi del virus. Infatti, Nunzia Catalfo, Ministro del Lavoro ha confermato la possibilità di riconoscere la cassa integrazione ordinaria ad imprese ed imprenditori, in quanto siamo di fronte ad un evento imprevedibile. Ed ancora, il Ministro continua: “E’ un primo ma tempestivo intervento che possiamo mettere in campo e siamo pronti a predisporne altri qualora ve ne fosse la necessità”.
Gli effetti nel settore turistico ed alberghiero al Nord
Gli effetti del Coronavirus si sono già fatti sentire al Nord nel settore turistico e alberghiero e non solo. In generale difficoltà il settore della ristorazione, dell’accoglienza e trasporti, soprattutto al Nord e nelle zone rosse. Molte aziende, nel giro di pochi giorni hanno registrato una perdita di fatturato e la cosa potrebbe continuare così, almeno fino alla fine dell’emergenza. Molto importante è mantenere la calma, la mente lucida e prendere le dovute precauzioni, con la collaborazione di tutti i cittadini. Solo in questo modo possiamo tornare alla normalità e superare questo periodo di emergenza nazionale.
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