Gli italiani litigano di più con il Fisco: è quanto ha dichiarato il presidente della giustizia tributaria, Mario Cavallaro, durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario. Dopo lo stop del 2014, nel 2015, i contenziosi tributari sono aumentati del 6% smuovendo una cifra che ha raggiunto i 34 miliardi di euro. I nuovi ricorsi sono stati in tutto 261.186 di cui 191.244 aperti nel grado provinciale e 69.942 nel grado regionale. E se i casi risolti hanno superato di poco le 301 mila unità, quelli irrisolti (o pendenti) sono stati, invece, più di 538 mila.
Più precisamente, nella sua relazione, Cavallaro ha spiegato che: “La giurisdizione tributaria, che ha ancora i numeri più massicci nelle pendenze meno incisive economicamente, tratta nel complesso affari per circa 34 miliardi di euro: circa 22 miliardi nel grado provinciale e poco più di 12 miliardi in quello regionale”. E che i rincorsi presentati dai cittadini hanno riguardato, nel 70% dei casi, i tributi erariali (cioè statali) e nel 30% dei casi, quelli locali. In pratica: i contribuenti hanno trovato qualcosa da ridire sulle tasse e le imposte che lo Stato o le amministrazioni locali hanno fatto pagare loro. E hanno deciso, per questo, di rivolgersi alla giustizia.
Per essere ancora più precisi: tra i tributi locali, i contenziosi più frequenti (pari al 50%) hanno riguardato le addizionali e i balzelli di vario tipo seguiti dalle tasse sulla casa (17%) e da quelle sui rifiuti e sulle auto (12%). Per quanto riguarda, invece, i tributi erariali, a far arrabbiare di più i contribuenti, che hanno deciso nel 35% di aprire un contenzioso con il Fisco, è stata l’Irpef seguita dall’Irap e dall’Iva (entrambe al 13%). Nonostante l’aumento della percentuale di ricorsi che rischia di “inceppare” ulteriormente la macchina giudiziaria italiana, per il numero uno dei magistrati tributari, la situazione non è poi così compromessa: “Permangono rare e sparse criticità – ha ammesso Cavallaro – ma possiamo ben dire che la giurisdizione tributaria, entro poco più di tre anni di media, dà una risposta definitiva”.
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