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Lo stipendio non basta: il 12% degli italiani non guadagna abbastanza per vivere

Non basta più nemmeno essere titolari di uno stipendio. Nonostante qualche segnale di sviluppo da parte dell’economia della zona euro, l’Ocse boccia duramente lo stato di salute dell’occupazione italiana e i suoi riflessi sulla società tricolore. Una sonora presa di posizione negativa che si accompagna con le conclusioni della Commissione Ue, secondo cui gli stipendi …

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Non basta più nemmeno essere titolari di uno stipendio. Nonostante qualche segnale di sviluppo da parte dell’economia della zona euro, l’Ocse boccia duramente lo stato di salute dell’occupazione italiana e i suoi riflessi sulla società tricolore. Una sonora presa di posizione negativa che si accompagna con le conclusioni della Commissione Ue, secondo cui gli stipendi non sarebbero più sufficienti per garantirsi uno stile di vita adeguato: secondo l’istituzione comunitaria, l’Italia è tra i Paesi peggiori del vecchio Continente in quanto a “rischio povertà” tra coloro che risultano essere occupati, e in quanto a probabilità di ritrovare un lavoro, una volta perduto quello precedente.

Il report redatto da Bruxelles è insomma particolarmente buio per quanto attiene i temi dell’occupazione e dello sviluppo sociale (non a caso, apparentemente trascurati dagli scorsi esecutivi e, in parte, da quello attuale). La mini – ripresa che sta emergendo nella zona euro non sembra intaccare la fragilità delle condizioni di vita degli italiani: per avere un’idea statistica di ciò, basti considerare come oltre il 12% degli occupati tricolori non riesce a vivere adeguatamente, nonostante il proprio stipendio. Una percentuale gravissima, che pone l’Italia dietro a tutti (eccezion fatta per Romania e Grecia, dove la percentuale è di oltre 14 punti percentuali), e che conferma i gravissimi segnali di crisi che erano emersi già nel 2008.

Al dato di cui sopra non si arriva ovviamente per caso. La Commissione, nel suo dossier ora pubblicato, evidenzia come nel corso degli ultimi quattro anni gli stipendi delle famiglie dell’Unione Europea siano calati drasticamente in tutta l’area meridionale del vecchio Continente, con Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, Cipro (ma, risalendo un po’ più a nord, anche Irlanda), che hanno visto calare drammaticamente il potere d’acquisto delle famiglie (unica nota di merito: l’Italia è l’unico Paese di tale cluster a non esser sotto programma di aiuti europei).

Complessivamente, afferma ancora il report dell’Unione Europea, il numero di persone “a rischio di povertà e di esclusione sociale” è salito di ben 7,4 milioni di unità in soli cinque anni, giungendo a rappresentare un quarto della popolazione europea (125 milioni di persone).

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