Home » News Lavoro

Negozi chiusi e tanti ambulanti: così i centri storici, secondo Confcommercio

Il commercio ambulante è cresciuto del 73%, mentre gli esercizi in sede fissa sono calati del 16,7%

Condividi questo bel contenuto


Per avere il polso della situazione, basta girare per i centri storici delle città italiane dove si vedono sempre più saracinesche abbassate e sempre più ambulanti in giro. Come confermato dall’ultima indagine dell’ufficio studi della Confcommercio, che ha passato in rassegna i dati di 39 Comuni di media dimensione radiografandone la “demografia di impresa” tra il 2008 e il 2015. La diagnosi è stata lapidaria: nei nostri centri storici, ci sono sempre più negozi chiusi e tanti ambulanti. Ma non solo.

negozi chiusi
image by NYgraphic

Secondo lo studio della Confcommercio, i negozi in sede fissa, nelle 39 città passate al setaccio negli ultimi 7 anni, sono diminuiti del 14,7%. Un vero e proprio tracollo (-28,8%) ha interessato i distributori di carburanti, ma anche gli esercizi che vendono prodotti di uso domestico hanno fatto registrare una flessione pesante, pari al 19,2%. Di contro, il commercio ambulante è cresciuto del 43,3%, mentre la presenza di alberghi, bar e ristoranti è aumentata del 5%. Focalizzando l’attenzione sui centri storici, si scopre che, nel periodo preso in esame, il commercio in sede fissa è calato del 16,7%, mentre quello ambulante ha fatto registrare un vero e proprio boom, con una crescita del 73,2%. Alberghi, bar e ristoranti sono, invece, aumentati del 9,8%. E è proprio su quest’ultimo dato che ha voluto marcare l’accento il responsabile dell’ufficio studi della Confcommercio, Mariano Bella, affermando che l’Italia “più che quella turistica, ha una vocazione produttiva in termini di ricettività e consumi fuori casa”. 

L’indagine condotta da Confcommercio è giunta alla conclusione che, per scongiurare il rischio della completa “desertificazione commerciale” dei nostri centri storici, bisogna correre ai ripari. Come? Incentivando una maggiore e migliore progettualità urbana. Ispirandosi, ad esempio, all’accordo che la stessa Confcommercio ha stilato con l’Anci (Associazione dei Comuni italiani) per favorire processi di rigenerazione urbana e per stimolare la rivitalizzazione economica delle nostre città. Elaborando, tra l’altro, una proposta di legge sulla cedolare secca che potrebbe invogliare più esercenti ad aprire le loro attività nei centri storici.

Cerchi un nuovo lavoro?

Per avere sempre offerte di lavoro reali e verificate nella tua casella email in linea con le tue esigenze: Registrati su Euspert Bianco Lavoro

Condividi questo bel contenuto
× Eccomi!