Dai dati ministeriali recentemente pubblicati possiamo trarre qualche considerazione di sintesi sull’andamento del mercato del lavoro.
Il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali ha recentemente diramato la sua prima nota flash dell’anno, andando a tracciare un interessante quadro riassuntivo delle condizioni del mercato del lavoro in Italia nel 2016: un documento che ci permette di fare il punto sull’evoluzione del comparto occupazionale tricolore, mettendo le basi sui possibili sviluppi che questo potrebbe avere nei prossimi mesi. Cerchiamo allora di estrapolare i principali dati di sintesi, da condividere nelle prossime righe.
Indice
Quadro positivo, ma in rallentamento
Cominciamo con il rammentare che se la prima parte dello scorso anno è stata effettivamente contraddistinta da un incremento più significativo dell’occupazione nella prima metà dell’anno (+212 mila unità), cui è seguita una fase di rallentamento della dinamica congiunturale positiva (+39 mila unità) nella seconda parte dell’anno, a causa dell’attenuazione dello sviluppo nel Mezzogiorno e nel settore delle costruzioni.
Gli occupati crescono dell’1,3%
Ad ogni modo, nonostante il rallentamento di cui sopra, si osservi come il trend annuo degli occupati si stia presentando in progressiva crescita: nell’ultimo triennio abbiamo infatti osservato un incremento dello +0,4% nel 2014, raddoppiato a +0,8% nel 2015 e aumentato ulteriormente a +1,3% nel 2016, da leggeri in sinergia con la significativa accelerazione del calo degli inattivi (-410 mila unità), iniziato a partire dal 2014.
Meglio il lavoro dipendente rispetto a quello autonomo
Dalla lettura dello spaccato dei dati del dossier ministeriale emerge comunque che il contributo alla crescita dell’occupazione è arrivata dal lavoro dipendente, che ha contribuito con + 323 mila unità (+1,9%), mentre il lavoro autonomo è calato di -30 mila unità, -0,5%.
Ancora, gli occupati a tempo indeterminato aumentano di 281 mila unità, per un ritmo notevolmente superiore a quello dei lavoratori a tempo determinato (+42 mila unità); in termini percentuali la crescita risulta, invece, rispettivamente pari a +1,9% e a +1,8%.
Tasso di occupazione in crescita
Alla luce dei dati sopra riassunti, si noti come il tasso di occupazione medio annuo sia passato dal 56,3% al 57,2%, in sviluppo di +0,9 punti percentuali. L’aumento ha interessato tutto il territorio nazionale, con una crescita più elevata nel Nord-est (+1,2 %), mentre è nel Centro che si registra la crescita meno intensa (+0,6%).
Su analisi trimestrale, si noti come il tasso di occupazione sia cresciuto nella prima metà dell’anno di 0,6 punti percentuali rispetto alla fine del 2015, passando così dal 56,7% al 57,3%, per poi rallentare la sua crescita e attestarsi nell’ultimo trimestre al 57,4%. In merito, si noti altresì come nel primo periodo la crescita abbia coinvolto tutte le classi di età e che successivamente il debole incremento è stato trainato dagli over 49 (+0,4%), a fronte di un calo fra i giovani 15-24enni (-0,3%). Non risultano esservi apprezzabili differenze tra la dinamica congiunturale nell’anno riferita alla componente maschile e femminile.
Disoccupati in calo e tasso all’11,7%
Passando poi all’altro piatto della bilancia, rileviamo come nel corso del 2016 il numero di disoccupati risulta in lieve calo, attestandosi a poco più di 3 milioni di unità. Il tasso di disoccupazione, pari all’11,7%, è diminuito di 0,2 punti percentuali rispetto al 2015, anno in cui si era registrata una maggiore discesa (-0,8%), grazie al calo significativo osservato nel terzo trimestre.
Nel corso del 2016 la diminuzione ha riguardato gli uomini (-0,4%), a fronte di un lieve aumento per le donne (+0,1%) ed è stata trainata dal Nord del Paese (-0,5%), contro un aumento osservato nel Mezzogiorno (+0,2%). Il calo della disoccupazione interessa esclusivamente coloro che posseggono almeno un diploma di istruzione secondaria e maggiormente i giovani 15-24enni (-2,6%), ricorda il Ministero, sottolineando come fra questi ultimi si osserva un calo maggiore fra le giovani donne (-3,0%, contro il 2,3% per gli uomini) Positiva è anche la flessione del tasso di disoccupazione di lunga durata, dal 6,9% al 6,7%, per effetto della diminuzione osservata per i maschi (-0,4%).
L’analisi territoriale evidenzia andamenti differenti del tasso di disoccupazione tra le varie macro aree: al Nord cala di 0,2% nel primo trimestre e si mantiene sostanzialmente stabile nel corso dell’anno, intorno al 7,6%; al Centro si registra un significativo aumento nel secondo trimestre al 10,5% (+0,4%), rimanendo però invariato fino alla fine dell’anno; al Mezzogiorno, invece, il trend di crescita conduce nuovamente il tasso, dopo due anni, a oltrepassare la soglia del 20% nell’ultimo trimestre del 2016 (20,2%).
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