Secondo quanto diffuso da Anmil in occasione della 65esima giornata nazionale vittime degli incidenti sul lavoro, per la prima volta dal 2006 i morti sul lavoro sono aumentati. Tra il gennaio e l’agosto del 2014, ad esempio, si sono contate ben 652 vittime di morti bianche. Nello stesso periodo del 2015, ne sono state registrate 752. Nell’anno in corso vi sono stati 100 casi in più rispetto l’anno precedente, ma ciò che più colpisce è che il dato è in controtendenza rispetto a 10 anni di calo. Secondo l’ultimo rapporto dell’Inail, anche i casi di infortuni hanno fatto registrare una crescita rispetto al trend degli ultimi anni, passando dai 695 mila casi denunciati del 2013 ai 663 mila del 2014.
Da cosa dipende questa inversione di tendenza? Dalla riduzione dei controlli, dall’età dei lavoratori e dall’aumento delle ore di lavoro in alcuni settori, come quello dei trasporti, quello dell’edilizia e quello manifatturiero (Più 5% di morti bianche, dati ancora provvisori, nell’industria manifatturiera, più 34,2% nel settore dei trasporti, più 6,2% nel settore delle costruzioni e più 6,1% nel commercio) Per quanto riguarda l’età, l’aumento registrato ha coinvolto soprattutto gli ultra sessantenni, potrebbero essere in parte alcune della cause di questo
A questi numeri vanno aggiungete anche altre specifiche. Come già detto, nei primi otto mesi del 2015, si sono registrate 39 mila patologie rispetto alle 38 mila del 2014, ma a spaventare di più tutti sono i numeri riguardanti i casi di malattie tumorali. Il dato è passato da 2.418 casi del 2010 a 2919 casi del 2013 per arrivare fino a circa 3000 casi. Secondo Franco Bettoni, Presidente Anmil: “parlando di dati negativi non possono che essere letti in un unico modo i numeri riguardanti alla crescita delle malattie professionali che nel 2014 sono aumentate di ben 5.600 unità, passando dalle 51.800 patologie denunciate nel 2013 alle 57.400 del 2014” ma “in complesso dovrebbe allarmare tutti il dato sui lavoratori deceduti sempre nel 2014 con riconoscimento di malattia professionale che sono stati 1.488: un numero impressionante che però non attira l’attenzione dei media”.
Secondo quanto riportato dall’Istat, nei primi mesi del 2015, i casi più numerosi di morti su lavoro si localizzerebbero nel Nord Italia. Solo in Lombardia sono state registrate 111 vittime. Al secondo posto della tragica classifica, Toscana e Veneto dove le morti bianche sono state 76.
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