La sentenza ha sorpreso i vertici dell’azienda che sostengono di disporre della liquidità sufficiente a onorare il debito contratto con una ditta fornitrice
La notizia del fallimento della Benelli QJ è arrivata qualche giorno fa, con una sentenza del tribunale di Pesaro che ha seminato grande preoccupazione tra i lavoratori e i clienti più affezionati. La storica azienda del Leoncino, fondata nel 1911 dai sei fratelli Benelli, rischia infatti di chiudere i battenti per colpa di un contenzioso legale ingaggiato con una ditta fornitrice olandese. Che rivendica un credito di 120 mila euro. Una cifra non proprio proibitiva, che il management della Benelli ha assicurato di poter saldare. Annunciando, tra l’altro, l’intenzione di fare ricorso alla Corte di Appello. In attesa di conoscere i risvolti della vicenda giudiziaria, resta però l’apprensione per i circa 45 operai che lavorano attualmente nello stabilimento di Pesaro. Ai quali non è stata trasmessa alcuna notizia ufficiale.
Tutto inizia circa 8 anni fa quando dalla Benelli di Pesaro parte un ordinativo di 120 mila euro alla volta della Wp Suspension, l’azienda olandese fornitrice di ammortizzatori. Stando alla versione fornita dalla Benelli, l’ordine non è stato mai recapitato e per questo il pagamento non viene onorato. Ma la Wp non ci sta e apre un contenzioso legale che si protrae per anni, tra contestazioni e accuse reciproche. Fino a quando, lo scorso 19 luglio, il tribunale di Pesaro non dichiara il fallimento della Benelli QJ. Con grande stupore generale: “La sentenza – hanno fatto sapere da Pesaro – ha sorpreso il management dell’azienda, in quanto il decreto vantato dalla società fornitrice che ha prodotto l’istanza era stato a suo tempo contestato, anche se ai fini della risoluzione in questione, Benelli aveva manifestato l’intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo. Benelli sta già organizzando il reclamo alla Corte d’Appello di Ancona, in quanto il proprio bilancio è solido e dispone di liquidità sufficiente per l’adempimento delle obbligazioni assunte, nella certezza che l’istanza del reclamo sarà accolta dalla Corte d’Appello”.
Il termine per il deposito dell’ammissione allo stato passivo è stato fissato al 26 settembre, ma l’azienda del Leoncino – che, nel 2005, è stata acquisita dal colosso cinese delle due ruote, Qian Jiang – spera di ottenere prima la sospensione del decreto fallimentare. Sia come sia, la sentenza emessa dal tribunale di Pesaro ha suscitato grande clamore. La Benelli vanta, infatti, una gloriosa storia di successi economici, sportivi e commerciali. Fondata nel 1911 dai sei fratelli Benelli (che ereditarono la prima officina meccanica di precisione), l’azienda è diventata col tempo uno dei marchi più prestigiosi nel settore motociclistico. Ma le cose non sono sempre andate bene: le lotte tra gli eredi hanno causato il passaggio dell’azienda prima all’argentino Alejandro De Tomaso e poi al pesarese Giancarlo Selci che, sul finire degli anni ’80, tentò di rimetterla in sesto.
Dopo la gestione della famiglia Merloni (durata 10 anni), la Benelli viene acquistata, nel 2005, dal gruppo cinese Qian Jiang, che apre ai mercati orientali e sudamericani e accosta, alla produzione di scooter e di moto da corsa, anche quella di biciclette elettriche, golf car, rasa erbe e attrezzature per la cura del giardino. Con risultati altalenanti: il bilancio del 2015 si chiude con un passivo di 5 milioni e 700 mila euro a cui devono aggiungersi i -800 mila euro rilevati nel 2014. Ma la tendenza sembra aver invertito la rotta, incoraggiando a credere che la Benelli riuscirà ad onorare il debito contratto con la Wp Suspension e ad uscire indenne da questa vicenda giudiziaria.
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