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Non ho tutte le competenze richieste, mi candido lo stesso?

Se anche non si hanno tutte le competenze richieste, spesso è meglio candidarsi che non farlo.

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Quante volte vi è capitato di leggere un annuncio di lavoro che sembra perfetto per voi ma che in realtà non lo è perché, da qualche parte, richiede qualcosa che non avete? Quante volte avete rinunciato a candidarvi per questa ragione? Ma siete proprio sicuri di aver fatto la scelta giusta? Cerchiamo di capirlo. Un annuncio di lavoro, ammesso che sia vero e scritto con tutti i crismi del caso, è solitamente molto specifico, pretende competenze e attitudini ben definite, che non tutti hanno, ma più ancora, anche chi le ha, molto difficilmente le ha tutte. Allora la domanda sorge spontanea: candidarsi o no? La risposta è indubbiamente sì, anche se con determinati paletti.

Il candidato perfetto potrebbe non esistere

Vi chiederete di sicuro perché dovreste candidarvi se nell’annuncio che avete letto è chiaro vogliano qualcosa che voi non avete. Ora, detto che le offerte a cui candidarsi vanno scelte con cura, non rispondere ad un annuncio per il quale si ha il 20% delle caratteristiche richieste evita sicuramente una perdita di tempo, tanto non vi prenderebbero comunque mai, ma non rispondere ad un’offerta che corrisponde all’80% con il vostro profilo non è certo una scelta molto saggia. Perché? Bisogna mettersi in testa che il candidato perfetto potrebbe tranquillamente non esistere.

Le aziende hanno le loro necessità e quando redigono un annuncio le palesano tutte. E’ ovvio che sia così, visto che a loro servono proprio quelle. Ma tra qui e dire che un candidato con dieci, quindici caratteristiche tutte insieme esattamente corrispondenti a quella determinata offerta di lavoro sia dietro l’angolo ad aspettare proprio quest’ultima, ce ne passa. E pure nel caso ci sia, bisogna pensare che magari il candidato è solo uno, o sono due, ma potrebbero non riuscire a dimostrare tutto quel che effettivamente hanno. Oppure l’azienda potrebbe preferire un altro tipo di persona che a colloquio si dimostri migliore anche di chi ha competenze maggiori. Insomma, candidarsi a qualunque offerta tanto per provarci è sicuramente una cosa completamente sbagliata, ma fare una seria valutazione rispetto all’annuncio preso in considerazione di quante siano le caratteristiche adiacenti a quelle in esso contenute e quindi richieste, per poi magari scoprire che sono una forte maggioranza è certamente un’operazione consigliata, così come quella di candidarsi, a quel punto. Non bisogna mai darsi per vinti a prescindere, una volta che si è coscienti di poter gareggiare con tutte le carte in regola.

Se ad esempio la ricerca è quella di “un impiegato amministrativo con almeno 5 anni di esperienza che abbia capacità di problem solving, conosca i principali programmi informatici, nonché l’inglese e il cinese”, se non si hanno 5 anni di esperienza, c’è da pensarci molto bene se non candidarsi o proporsi come la persona giusta. Avete 3 anni di esperienza e non 5? Va bene, ma in quanti conoscono il cinese? E quanti conoscono sia l’inglese che il cinese? Ovviamente se quest’ultima lingua è una competenza irrinunciabile per l’azienda, non possederla vi mette in una posizione di svantaggio non trascurabile. Il discorso è quindi quello di comprendere come ci siano skill alle quali non si possa derogare, ma ce ne sono altre che invece possono essere bypassate per tentare la fortuna.

Un’azienda potrebbe anche non trovare mai un candidato che ha tutte quelle caratteristiche (e ne abbiamo messe poche) e con “almeno 5 anni di esperienza”. Perché? Perché di solito le imprese quel tipo di lavoratore se lo tengono ben stretto, di conseguenza è difficile che sia sul mercato, perché anche qualora ci andasse per una imprecisata ragione, verrebbe riassorbito immediatamente. Il fenomeno non è molto percepibile, ma le aziende hanno letteralmente fame di lavoratori preparati. Insomma, la valutazione di se stessi, e non solo dell’offerta di lavoro, è fondamentale. Bisogna cercare di capire esattamente quanto le proprie capacità siano corrispondenti all’annuncio preso in considerazione e poi fare una sorta di calcolo delle probabilità, ma scegliendo molto oculatamente a cosa un’azienda potrebbe rinunciare per scegliere voi e cosa invece per lei sia imprescindibile. E’ comunque un lavoro più veloce rispetto al candidarsi a tutte le offerte del settore a prescindere, con quasi nessuna speranza di essere richiamati. E contemporaneamente è un’operazione più intelligente rispetto a quella di non candidarsi mai perché “Cavolo, mi manca solo quello. Peccato, altrimenti avrei mandato il curriculum!”

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