I sindacati dei lavoratori bocciano la proposta di pensione anticipata con Quota 102 e chiedono un confronto con il Governo. La pensione anticipata da 62 anni
La questione sul mondo della previdenza sociale si fa sempre più contorta. Arriva il rifiuto dei sindacati sulla proposta di pensione con Quota 102. Bisogna lavorare tutti insieme per la realizzazione di una riforma sulle pensioni davvero efficace, che tenga conto delle caratteristiche dell’odierno mondo del lavoro.
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I sindacati bocciano la proposta sulla pensione con Quota 102
La questione sulle pensioni in Italia si fa sempre più contorta e complessa. I sindacati dei lavoratori, bocciano la proposta di pensionamento con Quota 102, in quanto si andrebbero a penalizzare determinate categorie di lavoratori. Bisogna pensare ad una riforma davvero efficace, studiata nei particolari e ben strutturata, in grado di offrire supporto ai lavoratori, soprattutto a quelli che entrano sempre più tardi nel mondo del lavoro e ci restano in maniera discontinua. Le sigle sindacali, non sono affatto convinte sulla proposta Quota 102, che fissa a 64 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi versati i requisiti necessari per accedere alla pensione anticipata.
Secondo il punto di vista dei sindacati, i lavoratori dovrebbero poter accedere alla pensione a partire da 62 anni di età oppure, da 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall’età anagrafica. Diventa necessario un confronto del Governo con le sigle sindacali, così da aprire un dialogo ed arrivare ad una equa soluzione.
Pensione anticipata con Quota 102 a svantaggio di alcune categorie
I sindacati hanno più volte sostenuto come, accettare la proposta di Quota 102, che prevede l’accesso alla pensione anticipata con 64 anni di età e 38 di contributi versati, andrebbe a discapito di molti lavoratori. Inoltre, l’idea del Governo prevede anche un ricalcolo con il contributivo per tutte le pensioni future. Questo vuol dire, andare a penalizzare i lavoratori che appartengono al sistema misto, ed hanno versamenti fino a 15 anni nel retributivo. Secondo le sigle sindacali, una proposta del genere, negherebbe a tanti l’accesso alla pensione anticipata, in particolar modo ai giovani ed alle donne, ossia coloro che fanno il loro ingresso nel lavoro in età sempre più avanzata ed hanno una carriera lavorativa spesso non continuativa.
Andare in pensione a partire da 62 anni di età
Arriva la proposta dei sindacati sulla questione pensione e previdenza sociale, di aumentare la flessibilità che permette di uscire dal mondo del lavoro. Come lo stesso segretario confederale Cgil, Roberto Ghiselli afferma, qualsiasi proposta di pensione anticipata, deve prevedere almeno 62 anni di età ed un requisito di carattere contributivo che non superi i 20 anni, andando anche a valorizzare il lavoro discontinuo, gravoso, povero e di cura, tipici delle nostre società. Altra ipotesi è quella di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Solamente in questo modo, si potrà creare una riforma previdenziale che sia davvero di sostegno ai lavoratori di oggi e di domani.
La Cisl così come le altre sigle sindacali, chiedono l’apertura di un confronto costruttivo con il Governo il prima possibile, così da poter affrontare in maniera professionale il problema della pensione. Il segretario confederale Cisl, Ignazio Ganga: “dai rappresentanti della maggioranza di Governo ci aspettiamo serietà e pertanto dovrà essere evitato di prefigurare possibili soluzioni, per altro penalizzanti per i lavoratori, valorizzando invece il confronto con le organizzazioni sindacali. Per quanto ci riguarda noi siamo pronti”. Ed ancora, secondo Uil, la proposta Quota 102 non risponde assolutamente all’esigenza di flessibilità oggi necessaria più che mai per accedere al pensionamento e godere dell’assegno previdenziale. Anche la Uil si dichiara contraria a qualsiasi ipotesi di penalizzazione e di ricalcolo contributivo.
Tuttavia, in questo generale scenario di ipotesi, di idee e teorie, resta un dato di fatto, cioè la necessità di pensare ad un post Quota 100, che tra poco scadrà, in quanto si tratta di una semplice misura di carattere sperimentale.
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