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Pensione: le 12 possibilità per uscire dal mondo del lavoro nel 2019

Ecco le 12 misure che nel 2019 permettono ai lavoratori di andare in pensione uscendo in maniera definitiva dal mondo del lavoro favorendo il ricambio generazionale in diversi settori

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Oggi giorno sono tante le possibilità per i lavoratori che decidono di ritirarsi dal mondo del lavoro, grazie a differenti formule. Vediamo quali sono.

pensione integrativa
image by Racorn

Le opzioni per uscire dal mondo del lavoro nel 2019

Quota 100, Opzione donna, Ape volontario e social, isopensione sono solo alcuni esempi per uscire dal mondo del lavoro oggi. Vediamo di cosa si tratta.

Quota 100 per i lavoratori privati

Quota 100 permette di andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Questa vale sia per i lavoratori privati che per i dipendenti del settore pubblico. Nel caso dei primi, tale formula prevede delle finestre mobili trimestrali di uscita. Per tutti i soggetti che hanno maturato i requisiti necessari entro il 2018, la prima finestra mobile si è aperta il 1° aprile 2019. Secondo un confronto fatto dall’Ufficio parlamentare di bilancio, emerge come, tutti coloro che hanno raggiunto nel 2019 i requisiti per Quota 100, potrebbero andare in pensione con circa 2,5 anni di anticipo rispetto alla prima uscita utile prevista dalle altre formule in materia di pensioni.

Quota 100 per i dipendenti della Pubblica Amministrazione

Per i dipendenti pubblici, la prima finestra utile per uscire dal lavoro è il 1° agosto. Solamente i dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti per la pensione in Quota 100, entro la data che ha visto l’entrata in vigore del decreto stesso, potranno uscire con questa finestra flessibile. I lavoratori che hanno maturato i requisiti richiesti dopo tale data, potranno uscire solo dopo sei mesi. Ricordiamo che la pensione in Quota 100 è una sperimentazione sia per i dipendenti pubblici che privati, ed è stata pensata per il triennio che va dal 2019 al 2021.

Opzione donna

Nei piani del Governo in quanto a trattamento pensionistico, ha trovato posto anche la proroga per il 2019 di Opzione donna. Questa misura prevede che le lavoratrici con 58 anni di età (59 se lavoratrici autonome) e 35 di contributi versati, possono godere di una pensione ricalcolata con il criterio contributivo con una decorrenza posticipata di 12 mesi per le lavoratrici pubbliche e 18 per le autonome. La misura, non potrà essere adoperata dai lavoratori che sono già coinvolti in piani di isopensione che prevedono i vari piani ed accordi di uscita dal lavoro ad opera del datore di lavoro stesso.

Ape volontario ed aziendale

Si tratta di una misura che prevede assegni che il lavoratore riceve direttamente dal datore. Praticamente il lavoratore potrà ricevere dal datore un assegno ponte per massimo 43 mesi prima di ricevere la pensione di vecchiaia. La somma versata dal datore al lavoratore è sotto forma di prestito, che sarà poi restituito dall’ex dipendente, attraverso delle rate ventennali direttamente trattenute dalla pensione di vecchiaia. Questa misura si rivolge direttamente ai lavoratori con almeno 63 anni di età ed un minimo di 20 anni di contributi versati, ai quali occorrono non più di 3 anni e 7 mesi per accedere alla pensione di vecchiaia.

L’Ape social

Anche la misura pensionistica dell’Ape social è stata prorogata per tutto il 2019 e prevede un prestito ponte direttamente finanziato dallo Stato, il tutto per permettere il pensionamento di determinate categorie di lavoratori, a 3 anni dal raggiungimento dei requisiti necessari per uscire dal mondo del lavoro. Sono 4 in tutto le categorie di persone a cui si rivolge l’Ape social:

  • i soggetti disoccupati che abbiano concluso il periodo di indennità di disoccupazione da un minimo di 3 mesi ed hanno 30 anni di contributi versati;
  • i lavoratori con 30 anni di contributi versati, che assistono parenti di 1 grado con una disabilità grave da almeno 3 mesi;
  • i lavoratori con 30 anni di contributi ed un’invalidità superiore o uguale al 74%;
  • i lavoratori con almeno 36 anni di contributi che svolgono un lavoro pesante, per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni.

Per tutte queste categorie di lavoratori è possibile andare in pensione a 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi versati.

Pensione e lavori usuranti

Sono tanti i possibili beneficiari della pensione anticipata per lavori ritenuti usuranti, nello specifico si parla di almeno 6 mila lavoratori potenzialmente beneficiari. Si tratta di tutte quelle persone che hanno svolto nel corso della loro vita uno o più lavori ritenuti usuranti, come ad esempio quelli nelle cave, quelli notturni ecc. il tutto per almeno la metà della loro vita lavorativa in riferimento alle pensioni dal 1° gennaio 2018 in poi. Tale misura si riferisce ai lavoratori con almeno 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi versati.

Pensione e lavoratori precoci

Per i lavoratori precoci non scatta l’adeguamento all’aspettativa di vita. Questi, stando alla normativa vigente, possono uscire dal lavoro a 41 anni di contributi, con un posticipo di tre mesi. I requisiti necessari per aderire a tale formula di pensionamento sono: svolgere delle attività lavorative ritenute particolarmente faticose, oppure essere dei care givers, ed ancora, invalidi civili con almeno il 74%di invalidità, disoccupati che hanno perso il lavoro e hanno terminato il periodi di riscossione della Naspi, in vista di un altro trimestre in stato di inoccupazione. In questo caso, l’assegno si calcola attraverso il sistema misto o retributivo, e viene concesso solo dopo tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti richiesti.

Lavori gravosi ed isopensione

Per quanto riguarda i lavori gravosi e la pensione, per il 2019 non scatterà la speranza di vita. Le domande per accedere a tale misura, devono essere presentate all’Inps esclusivamente online, allegando la dichiarazione del proprio datore di lavoro, che dichiari tutti i periodi di svolgimento dell’attività lavorativa, il livello di inquadramenti, le mansioni svolte, il contratto collettivo, il codice professionale Istat se previsto. Tuttavia siamo in attesa della circolare Inps relativa a tutte le istruzioni applicative.

L’isopensione è il trattamento pensionistico destinato ai lavoratori di aziende con più di 15 dipendenti. In questo caso il lavoratore stipula un accordo con il datore di lavoro per uscire prima dal lavoro, dunque un prepensionamento a carico aziendale. Il dipendente, riceve un assegno mensile dall’ex datore di lavoro fino a che non arriva alla pensione di vecchiaia. Fino al 2020 c’è la possibilità di anticipare di 7 anni la pensione, mentre dopo si potrebbe passare ad uno scivolo di 4 anni.

La pensione anticipata con la legge Fornero e cumulo dei contributi

Parliamo di un trattamento per la pensione anticipata, rivolto a tutti coloro che hanno raggiunto i requisiti contributivi ed anagrafici che gli permette di terminare l’attività lavorativa nella propria gestione di appartenenza, in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Quest’anno, il Decretone varato dal Governo ha apportato alcune modifiche, portando i requisiti per la pensione con il sistema misto a 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini, mentre per le donne si parla di 41 anni e 10 mesi di contributi. Tuttavia, chi raggiunge tali requisiti, potrà godere della pensione solamente 3 mesi dopo.

Altra possibilità per andare in pensione è quello del cumulo dei contributi presso diverse gestioni. Questo è totalmente gratuito e si rivolge ad una vasta platea di circa 50 mila lavoratori ogni anno.

La pensione di vecchiaia a 67 anni

Nel 2019 il diritto per accedere alla formula della pensione di vecchiaia si raggiunge a 67 anni di età con minimo 20 anni di contributi versati. Questo trattamento pensionistico per cui comunque bisogna fare domanda, scatta il primo giorno del mese successivo a quello in cui il lavoratore ha compiuto i 67 anni di età. Tuttavia, per poter beneficiare di questa pensione, è indispensabile terminare tutti i rapporti di lavoro dipendenti, mentre non è obbligatorio sospendere i lavori di carattere autonomo.

Lavoro e ricambio generazionale

Con tutte queste opzioni e formule legate alla pensione, ci saranno pensionamenti nel corso dei prossimi mesi. Questo garantisce un vero e proprio ricambio generazionale nel mondo del lavoro, sia per quanto riguarda il settore pubblico che per quanto riguarda il settore privato. Interessanti opportunità di lavoro si aprono per i giovani che finalmente potranno ottenere un posto di lavoro nei vari settori, come ad esempio in quello sanitario, alla continua ricerca di personale con determinate competenze e conoscenze che ad esempio la figura dell’infermiere professionale. Ed ancora, altra figura professionale molto richiesta nel settore della sanità è quella dell’Oss, Operatore Socio Sanitario, che opera sia all’interno di strutture pubbliche che all’interno di strutture private. Dunque pensionamenti e nuove assunzioni sono due realtà in stretta correlazione.

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