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Pensioni: una nuova riforma Fornero a causa del Coronavirus?

Verso una possibile nuova riforma pensioni non molto distante da quella Fornero. Ipotesi sul futuro previdenziale a causa del Coronavirus

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Qualcosa sul versante pensioni potrebbe cambiare a causa della crisi innescata dal Coronavirus e l’incremento del debito pubblico italiano. Accedere al Recovery Found potrebbe inoltre costringere l’Italia ad una riforma previdenziale simile a quella Fornero. Questo potrebbe significare meno flessibilità, ridimensionamento degli assegni pensionistici ed a rischio anche Quota 100. Ecco alcune ipotesi su cosa potrebbe succedere nel corso dei prossimi mesi.

Verso una nuova riforma pensioni

riforma pensioni

Il Coronavirus ha portato una situazione di crisi non solo sanitaria ma anche economica, quella con cui dovremo fare i conti per lungo tempo. Il Governo, attraverso le varie misure a sostegno delle realtà colpite dalla crisi, ed in particolare con il decreto rilancio, ha stanziato ulteriori 55 miliardi di deficit. Questo inevitabilmente ha portato all’aumento del debito pubblico al 155,7%. Da non dimenticare il calo del PIL dell’8% con perdite pari a 126 miliardi di euro rispetto allo scorso anno. Le misure messe in campo e quelle che verranno attivate in futuro, per aiutare il Paese a ripartire, non sono certo gratis, ma molto costose. Le risorse economiche italiane non sono elevatissime, di conseguenza, l’indebitamento aumenta e potrebbe incrementare ancora di più accedendo al Recovery Found. Da tutta questa situazione, non si salvano le pensioni, il cui sistema potrebbe essere modificato nel corso dei mesi, perchè il Governo non può più farsi carico delle attuali spese previdenziali.

L’accesso al Recovery Found e la riforma pensioni

Secondo l’economista Alberto Bagnai, l’accesso al Recovery Found, metterebbe l’Italia alle strette. Parliamo del fondo europeo per la ripresa, che l’Europa concederà ai Paesi più colpiti dalla crisi Coronavirus. Tuttavia, non si tratta affatto di un finanziamento a fondo perduto ma di un semplice prestito che sottoporrà gli Stati che ne usufruiranno a delle regole e restrizioni ben precise. In Italia uno dei rischi potrebbe essere quello di rivedere il sistema pensionistico arrivando ad una riforma che non si distanzi molto da quella Fornero. Saranno necessari tagli alle pensioni e servizi pubblici, per sanare il debito. Inoltre, il Governo non potrà più sostenere la spesa pensionistica dell’attuale sistema previdenziale. C’è il rischio concreto che nei prossimi mesi si decida di cambiare le carte in tavola, avviandosi ad una riforma pensioni non troppo rosea, che può penalizzare i pensionati. Ricordiamo che oggi, a riguardo non c’è ancora nulla di concreto, ma ci sono solo ipotesi su quello che potrebbe essere il futuro previdenziale italiano.

Possibili misure

Le notizie che ad oggi abbiamo relative al futuro del sistema pensionistico, sono solo alcune ipotesi. Di sicuro e certo c’è l’indebitamento italiano per mettere in campo misure finalizzate a risollevare le sorti economiche del Paese. Di conseguenza, dobbiamo comunque aspettarci dei tagli ai servizi e forse anche alle pensioni, nel corso dei prossimi mesi. In uno scenario del genere, a rischio c’è Quota 100, che potrebbe avviarsi alla conclusione già dal 1° gennaio 2021, ossia con un anno di anticipo rispetto al previsto. Non dimentichiamo che in Europa sono sempre stati poco favorevoli a questa forma di pensionamento, in quanto ha fatto incrementare ancora di più la spesa pensionistica italiana, tra le più alte in Europa. Nella nuova riforma pensioni ci potranno essere meno flessibilità, così come l’aumento dell’età pensionabile. Ed ancora, da non escludere eventuali ritocchi dell’assegno pensionistico, che potrebbe essere più arido. Uno scenario non felice, a cui bisogna trovare una soluzione adeguata ed efficace.

Il Coronavirus ha cambiato le carte in tavola?

Nessuno si aspettava una situazione di crisi sanitaria ed economica di tale portata, eppure il Coronavirus ha colpito senza preavviso. In tutte le situazioni di emergenza, bisogna agire in maniera immediata, cercando di ridurre i danni ed i disagi. Così è avvenuto in Italia ma anche in altri Paesi interessati dalla pandemia. Il conto da pagare è però salato, in quanto per far fronte all’emergenza, tanti Stati si indebitano. L’Italia è uno di questi, avendo avuto la sfortuna di essere uno dei luoghi più interessati dalla pandemia Covid-19. Ad oggi ancora non siamo usciti dal rischio di contagi, anche se pian piano ci siamo avviati verso la Fase 2 di ripresa. I disagi e le problematiche per far ripartire l’economia ci sono e ci saranno anche nei prossimi mesi e forse anni. Non bisogna arrendersi ma continuare a guardare avanti con fiducia ed ottimismo, in fondo, come si suol dire “la speranza è l’ultima a morire”.

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