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Postare sui social può costare il posto anche prima di averlo: colpa (o merito) di un software

Da quasi due anni in Usa è attivo un software che scannerizza i post pubblici sui social di chi si candida a un posto di lavoro, alla ricerca di eventuali contenuti non accettabili.

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Nemmeno due anni fa un’azienda statunitense ha lanciato un software il cui scopo sembrerebbe quello di rivoluzionare almeno parzialmente i processi di selezione del personale. Fama, questo il nome dell’azienda ha infatti creato un programma in grado di far risparmiare un sacco di tempo ai selezionatori del personale, molti dei quali sono soliti indagare sui social network dei possibili futuri candidati. Il software in questione è in grado di scannerizzare tutti i post pubblici di un profilo o un account e riconoscere, attraverso un sofisticato algoritmo, se sussitano elementi di allarme sociale, come ad esempio testi omofobi, razzisti, o addirittura di natura criminale e terroristica producendo una sorta di report per chi dovrà poi assumere o chiamare a colloquio il candidato divenuto oggetto di controllo in merito al suo postare sui social.

postare sui social
nevodka / Shutterstock.com

Un lavoro questo che, se fatto manualmente, da una persona umana insomma, richiederebbe una mole di tempo decisamente non trascurabile.E sarebbe comunque un controllo a campione.In questo senso vi è poi un ulteriore rischio, quello per il quale i recruiters potrebbero entrare in possesso di informazioni delle quali non dovrebbero avere la disponibilità senza uno specifico consenso del candidato. Potrebbero infatti imbattersi, anche accidentalmente su status in cui una donna annuncia di essere incinta, cosa che nulla c’entra (o comunque nulla dovrebbe aver a che fare) con eventuali possibilità lavorative.

Attualmente il software è discretamente usato negli Stati Uniti, dove pare abbia portato ottimi risultati.   Fama è in grado di apporre delle bandierine rosse sui contenuti sensibili, ritenuti negativi e solo su quelli. Senza quindi entrare nel merito di orientamenti sessuali, religiosi, politici o di altro genere. Il programma inoltre, correttamente, informa il candidato di essere, per cosi dire, “sotto osservazione”. Un esempio questo di come la tecnologia, se ben utilizzata possa essere di grande aiuto nello snellire dei processi che altrimenti sarebbero molto più lunghi e per certi versi anche rischiosi a livello legale, senza contestualmente violare la privacy della persona.

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