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Quanti contributi servono per andare in pensione nel 2020

Tutti gli anni di contributi versati necessari per andare in pensione nel 2020. I requisiti di accesso resteranno invariati per il prossimo biennio

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Per i prossimi due anni, i presupposti e requisiti necessari al pensionamento non cambiano. L’Istat ha infatti reso noto che per il prossimo biennio tutto resta inalterato, in quanto non è previsto alcun tipo di adeguamento con le aspettative di vita. Vediamo quali sono i requisiti richiesti per andare in pensione nel 2020.

Cosa serve per andare in pensione nel 2020

aumento pensione

Per chi si appresta ad andare in pensione, diventa molto utile sapere cosa serve per abbandonare il mondo del lavoro nei prossimi due anni. L’Istat ha reso noto che i requisiti per il pensionamento resteranno invariati nel corso dei prossimi 2 anni, in quanto non è previsto alcun adeguamento alle aspettative di vita. Tuttavia, per il pensionamento, sono importantissimi gli anni di contributi versati. Nessuno può beneficiare della pensione senza aver versato un minimo di contributi durante la sua vita lavorativa. Ci sono diverse formule per il pensionamento, ognuna delle quali prevede diversi contributi ed età anagrafica. Altre formule richiedono solo determinati anni di contributi, senza tenere in considerazione l’età anagrafica. Vediamo di cosa si tratta.

I contributi richiesti per beneficiare della pensione di vecchiaia

Per beneficiare della pensione di vecchiaia c’è bisogno della combinazione tra età anagrafica e contributi versati, che per i prossimi due anni resteranno invariati. Per essere più precisi, chi volesse beneficiare della pensione di vecchiaia, deve avere compiuto 67 anni di età ed almeno 20 anni di contributi (nell’eventualità parte di questi possono anche essere riscattati). Altra opzione di pensionamento di vecchiaia, spetta a coloro che hanno maturato la loro prima settimana contributiva dopo la data del 1° gennaio 1996. Questa prerogativa permette al soggetto di andare in pensione con 5 anni di contributi, anche se l’età anagrafica aumenta notevolmente, arrivando a 71 anni.

Ritirarsi prima dal mondo del lavoro resta l’opzione seguita da molti

La pensione anticipata, come la stessa Inps afferma, è un particolare tipo di trattamento pensionistico, che permette ai lavoratori che hanno maturato un certo numero di anni di contributi versati ed età anagrafica, di lasciare il mondo del lavoro in anticipo. Questa misura è in vigore dal 1° gennaio 2012. Si tratta di un mix di differenti misure a cui sempre più lavoratori guardano in maniera interessata. Dopo una vita di stenti e di sacrifici lavorativi, la maggior parte dei lavoratori non aspettano altro che andare in pensione e godersi la vecchiaia in pace. Ben venga se possono beneficiare di misure sul pensionamento anticipato.

I contributi richiesti per beneficiare della pensione anticipata

Andare in pensione anticipatamente è una formula che permette di tenere in considerazione solamente gli anni di contributi versati, senza il vincolo dell’età anagrafica. Gli anni di contributi richiesti sono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Altro discorso per i lavoratori precoci, ossia quelli che hanno maturato 12 mesi di contributi prima del compimento di 19 anni d’età. In questo caso, sia le donne che gli uomini possono andare in pensione a 41 anni di contributi versati. Altra opzione è quella di andare in pensione con Quota 41 che si rivolge oltre ai lavoratori precoci che appartengono anche ad una delle seguenti categorie:

Ulteriore opzione di pensionamento anticipato si rivolge solo a chi rientra nel regime contributivo del calcolo della pensione. In questo caso bisogna avere almeno 20 anni di contributi ed un’età anagrafica di almeno 64 anni. A questi si aggiunge un requisito di carattere economico, ossia l’assegno di pensionamento deve essere pari o superiore a 2,8 volte l’importo relativo all’assegno sociale.

Altre forme di pensionamento anticipato ed anni di contributi richiesti

Oltre alle misure di pensionamento anticipato già viste, ci sono altre opzioni che permettono ai lavoratori di andare in pensione con largo anticipo. Un esempio è Quota 100, per usufruire di questa misura di pensionamento, bisogna avere 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi. Ed ancora, da non dimenticare è Opzione donna, la misura per il pensionamento anticipato studiata per le donne e riconfermata anche nel 2020. Questa consente alle lavoratrici dipendenti di andare in pensione a 58 anni, ed alle lavoratrici autonome a 59 anni di età, mentre per entrambe le categorie, gli anni di contributi richiesti sono 35. Inoltre, è essenziale che entrambi i requisiti, età e contributi, siano stati maturati entro e non oltre il 31 dicembre 2019.

L’Ape sociale ed i contributi richiesti

L’Ape social è un’altra misura di pensionamento anticipato, che come la precedente, sarà rinnovata anche per il 2020. Questa misura si riferisce ai soggetti che appartengono ad una delle seguenti categorie svantaggiate:

  • caregiver;
  • i disoccupati da più di 12 mesi;
  • gli invalidi al 74%;
  • i lavoratori addetti a mansioni gravose ed usuranti.

Tutte queste 4 categorie possono andare in pensione a 63 anni di età anagrafica, tuttavia mentre per i disoccupati da più di 12 mesi, gli invalidi, ed i caregiver, è sufficiente aver maturato 30 anni di contributi, per i lavoratori gravosi bisogna aver maturato 36 anni di contribuzione versata.

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