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Normativa sul Lavoro notturno, casi di esonero e trattamento economico

Cosa vuol dire lavorare di notte. Quanto si guadagna in più, quali sono i rischi per salute. Tutti i pro e contro

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E così qualcuno ti ha offerto un lavoro notturno, o comunque un lavoro che prevede di lavorare alcune notti! Bene, ora è il momento di valutare pro e contro, di capire quali sono i tuoi diritti e come è disciplinato il lavoro notturno. Tra le centinaia di casistiche che mi sono capitate (lavorando nel settore della somministrazione del personale) di offrire lavori notturni posso parlarti sia le parti normative, che quelle riguardanti la salute.

lavoro notturno

Pro e contro del lavoro notturno

in particolare dalla mia esperienza (su appunto centinaia di lavoratori ed aziende) ti do innanzitutto i Pro ed i contro principali:

Pro

  • lo stipendio netto è più alto (vedremo appunto quali sono le maggiorazioni)
  • al netto del riposo diurno, avrai tempo libero durante il giorno per la tua vita personale
  • è più facile cambiare lavoro e trovarne uno nuovo quando sei disponibile al lavoro notturno
  • di notte si lavora solitamente con più “pace” (dipende ovviamente dalle situazioni)

Contro

  • non è il massimo per la salute fisica
  • si “scombina” l’orologio biologico che hai impostato sin da neonato
  • si limitano spesso i rapporti sociali
  • se hai famiglia (specialmente figli), i rapporti familiari possono essere stravolti
  • se non ci si organizza bene con il riposo durante il giorno ci si può addormentare (o quasi) al lavoro

Per approfondire sappi che le attività lavorative che si svolgono di notte presentano una particolare normativa creata ad hoc per la regolamentazione delle condizioni specifiche a cui è sottoposto il lavoratore.

Sono davvero tanti i settori che richiedono questo tipo di prestazione, alcune attività sono più usuranti di altre, ma nel complesso lavorare di notte può provocare risvolti negativi per la salute e compromettere il benessere fisico e psichico del lavoratore.

Nei prossimi paragrafi analizzeremo i regolamenti, il calcolo delle ore massime da svolgere in settimana, le maggiorazioni, come capire se si è idonei o inidonei, e i particolari rischi che un lavoro usurante può provocare.

Cosa si intende per lavoro notturno

Il lavoro notturno è un fenomeno in crescita continua e coinvolge circa 3 milioni di italiani che regolarmente svolgono questo tipo di attività lavorativa. Per le sue particolari caratteristiche dovute agli orari in cui deve essere svolto, è considerato in maniera diversa rispetto al lavoro diurno, anche per quanto riguarda le leggi e le normative che lo regolano. Queste, lasciano intendere che sia a livello quantitativo che qualitativo presenta delle differenze sostanziali rispetto ad altri tipi di lavori.

Nelle attività lavorative viene definito come periodo notturno ogni lavoro svolto per almeno sette ore consecutive e che è compreso nell’intervallo di tempo che va dalle 24:00 alle 05:00 del mattino. La durata massima è di 8 ore da distribuire nell’arco delle 24 ore totali della giornata, il riferimento complessivo è basato su 6 giorni lavorativi. Anche quando, ad esempio, si svolge un’attività lavorativa notturna di 5 giorni, il sesto viene considerato un giorno a zero ore di lavoro. L’arco temporale totale della settimana deve sempre fare riferimento al netto del giorno obbligatorio di riposo, per questo si calcolano sulla base di 6 giorni lavorativi.

Come ho già accennato, il periodo notturno è la fascia di ore consecutive e continue che bisogna svolgere durante l’orario notturno di lavoro, che va dalle 24 alle 5 del mattino. Le ore devono essere almeno 7 e queste sono le fasce orarie indicate dalle normative.

  • Dalle ore 22:00 alle 05:00 del mattino.
  • Dalle ore 23:00 alle 06:00 del mattino.
  • Dalle ore 24:00 alle 07:00 del mattino.

Viene definito lavoratore notturno, un soggetto che svolge almeno 3 ore di lavoro nelle fasce orarie che definiscono il periodo notturno, o una parte di ore più cospicua sempre in riferimento alle fasce orarie prese in considerazione sopra.

Questo tipo di lavoro viene riconosciuto come usurante per tutta una serie di motivi che nei prossimi paragrafi approfondiremo, per questo il lavoratore ha l’opportunità di andare in pensione in anticipo.

Normativa di riferimento

Il lavoro notturno è regolamentato dalla dal Decreto Legislativo 66/2003 per quanto riguarda alcuni aspetti dell’organizzazione degli orari di attività lavorativa. Questo decreto appena citato include tutte le definizioni del periodo notturno che abbiamo analizzato sopra, la durata massima di questo tipo di attività lavorativa, chi può essere esonerato, le limitazioni e la tutela per questo tipo di attività.

L’articolo 1 presenta tutte le finalità e le definizioni, il periodo notturno e il periodo di riposo, la modalità dei turni e i tipi di contratto di lavoro.

L’articolo 11 della normativa riguarda le limitazioni, quindi regola l’idoneità a svolgere questo tipo di attività lavorativa, che può essere valutata e accertata solo dalla struttura sanitaria pubblica. Il presente articolo vieta categoricamente alle donne in stato di gravidanza di svolgere qualsiasi attività lavorativa dalle ore 24 alle 06 del mattino, regola inoltre le categorie che non devono svolgere questo tipo di attività lavorativa.

L’articolo 12 regola l’organizzazione e gli obblighi di comunicazione. L’articolo 13, invece, regola la durata dell’attività lavorativa svolta di notte e l’articolo 14 tutela le prestazioni. Nei prossimi paragrafi approfondiremo e ti illustreremo le norme e le informazioni più rilevanti per soddisfare ogni tua curiosità riguardo questa tipologia di lavoro.

Chi può essere esonerato dal lavoro di notte e perché

L’articolo 13 della normativa regola chi deve essere esonerato dal lavoro notturno.

Ecco la lista di chi può avere l’esonero dal lavoro notturno:

  • Donne in stato di gravidanza
  • Una madre lavoratrice che ha un figlio di età inferiore ai 3 anni o un lavoratore padre che convive con lei, non sono obbligati a svolgere attività lavorative notturne.
  • Un lavoratore o lavoratrice che siano gli unici affidatari di un figlio che convive con uno di loro che abbia un’età inferiore ai 12 anni.
  • Ai sensi della legge numero 104 sono esentati dallo svolgere attività lavorative notturne i soggetti che abbiano a carico un soggetto disabile.
  • Qualora le strutture pubbliche sanitarie e il medico competente certifichino che un soggetto non è idoneo a svolgere un’attività lavorativa notturna, il lavoratore è esonerato. Le visite devono essere ripetute almeno ogni 2 anni.
  • Nel caso in cui sopraggiungano determinate condizioni di salute che rendano non idoneo il soggetto a lavorare di notte, egli può essere trasferito a svolgere la propria attività lavorativa di giorno.
  • Con il trascorrere del tempo, l’avanzare dell’età può provocare diverse patologie che non consentono al lavoratore di svolgere un’attività in orario notturno. In questo caso è possibile chiedere l’inidoneità al lavoro sottoponendosi alla valutazione medica. Il controllo viene ripetuto ogni anno dal medico aziendale per valutare se l’inidoneità sussiste ancora oppure no.
  • Anche se non esiste un riferimento normativo specifico per le limitazioni a svolgere attività lavorative in orari notturni, il regolamento aziendale può prevederlo. Di solito queste limitazioni per età si riferiscono o agli over 50 oppure a chi ha già svolto determinati anni di servizio in lavori notturni usuranti.

Anche chi ha subito operazioni chirurgiche rilevanti (traumi cranici, malattie neurologiche, cardiopatie, affezioni epatiche o polmonari), chi soffre di diabete o epilessia, asma, disturbi del sonno, o i soggetti che sono legati all’assunzione di particolari farmaci in determinate ore, sono esonerati dallo svolgere attività lavorative notturne. Stesso discorso per chi soffre di ulcera, problemi digestivi di natura gastrica e duodenale.

Retribuzione del lavoro notturno, è prevista una maggiorazione

Il lavoro notturno, essendo usurante in quanto tende ad alterare il bioritmo naturale dell’essere umano che svolge questo tipo di attività lavorativa, prevede delle maggiorazioni sullo stipendio.

Il CCNL a cui fa riferimento (per i lavori usuranti riguardanti il settore commerciale, turistico, metalmeccanico, edile e artigiano) regola le attività lavorative notturne con una percentuale fissa che va ad aggiungersi al salario. La maggiorazione può differenziarsi a seconda della qualifica o del livello di inquadramento aziendale. Inoltre, il CCNL stabilisce i criteri per cui un lavoro svolto di notte sia a norma oppure festivo o straordinario, a seconda delle caratteristiche specifiche e nei giorni in cui viene svolto.

Un esempio pratico per chiarire la maggiorazione dello stipendio di chi svolge questo tipo di attività lavorativa, è sicuramente la maggiorazione del CCNL dei metalmeccanici. Gli straordinari che vengono svolti in orario notturno, aggiungono il 50% in più alla paga regolare. Quando si tratta di uno straordinario festivo e notturno, la percentuale di maggiorazione giornaliera è del 75%.

Calcolo e durata massima

Come abbiamo già specificato nei paragrafi precedenti, il lavoro notturno ha una soglia massima di 8 ore lavorative al giorno calcolate su un massimo di 6 giorni lavorativi con 1 giorno di riposo obbligatorio, in caso di full time, ossia settimana lunga.

Con la circolare n. 8/2005 il Ministero del Lavoro ha stabilito che le ore lavorative notturne devono essere pari al massimo ad 1/3 della giornata, ossia 8 su 24. Per quanto riguarda le tipologie della durata, una nota della circolare precedentemente enunciata presenta una differenza sostanziale tra settimana lunga che prevede 6 giorni lavorativi e settimana corta che ne include non più d 5.

  • Nel caso di settimana corta che conta 40 ore di lavoro svolto in 5 giorni,
    l’INL sancisce che non è possibile per il lavoratore svolgere ore di straordinario, in quanto le 40 ore di soglia massima totale vengono raggiunge nei 5 giorni di lavoro orario ordinario, 40:5=8.
  • Per quanto riguarda la settimana lunga di 6 giorni, è possibile svolgere attività di lavoro straordinario e raggiungere un massimo di 48 ore lavorative a settimana, infatti la media giornaliera rimane di 8 ore lavorative, in quanto 48:6=8.

Quali sono i rischi per la salute

I lavori che si svolgono di notte vengono definiti lavori usuranti, in quanto pesano maggiormente a livello fisico e anche a livello psichico rispetto ai lavori diurni. Questo perché tendono ad alterare il bioritmo naturale e il ciclo vitale di un essere umano, ossia il ritmo circadiano. Questo bioritmo è caratterizzato dalla secrezione d numerose sostanze biologiche direttamente dall’organismo, come ad esempio il cortisolo, da cui dipende anche la variazione delle temperature per il corpo e altri parametri di fondamentale importanza direttamente collegati al sistema circolatorio.

La caratteristica che più identifica il ritmo circadiano è sicuramente il ciclo sonno – veglia, e le attività lavorative notturne rischiano di alterare questo ciclo o renderlo non riconoscibile dall’organismo, in quanto chi svolge questo tipo di lavori, si trova ad essere attivo fisicamente e mentalmente in un momento della giornata in cui il suo corpo è in uno stato di disattivazione, per questo lo sforzo è maggiore in quanto il corpo è pronto a dormire e invece è costretto ad essere attivo. Viceversa, il lavoratore notturno dorme quando il corpo è in uno stato di riattivazione diurna, questo fattore limita la qualità del sonno e del riposo, in quanto il corpo è predisposto per essere attivo e le funzioni vitali sono in uno stato di allerta.

In passato si riteneva erroneamente che chi svolgesse attività lavorative notturne potesse alterare il bioritmo, ma non è così. Non è possibile, infatti, alterare il ciclo naturale veglia – sonno, attivazione – disattivazione delle funzioni vitali, nella peggiore delle ipotesi questa alterazione a lungo termine può essere dannosa per il corpo e la psiche del soggetto lavoratore e compromettere la salute, soprattutto quando si svolgono attività lavorative notturne che espongono a particolari condizioni, come sostanze pericolose, rumore ed estenuante carico fisico.

Quali sono le attività lavorative dove è maggiormente richiesto lavorare di notte

Adesso che hai compreso i principali rischi di chi svolge un lavoro notturno, approfondiremo le attività lavorative specifiche che sono anche le più rischiose per la salute dell’organismo umano.

  • Settore edilizia, lavori stradali o di scavo.
  • Settore Estrattivo.
  • Lavori con esposizione a temperature notevoli: fonderia, siderurgia ecc…
  • Lavori con movimentazioni di carico pesante.
  • Attività di vigilanza (Guardie Giurate, Bodyguard, agenzie investigative, etc…).
  • Settore dell’ordine pubblico: pronto intervento, polizia, protezione civile.
  • Lavoro in azienda in cui l’operatore è solo.
  • Controllo impianti, quadri di comando o segnaletici.
  • Settore sanitario – assistenziale: medici, infermieri, oss. Specialmente in pronto soccorso, terapia intensiva, reparto rianimazione, astanteria, traumatologia, chirurgia d’urgenza, centro trapianti, unità coronaria ecc… Ma anche badanti.
  • Lavori industriali che prevedono utilizzo di macchine complesse, o aziende ubicate in aree a rischio di incendio o esplosione molto elevati.
  • Lavori in aziende con elevato rischio di incidenti e impianti chimici di complessa struttura.
  • Attività di maneggio denaro come biglietterie, casse, caselli autostradali, distributori di carburante ecc…

Il lavoro notturno è usurante: cosa vuol dire e quali sono le conseguenze e i risvolti negativi per la salute

Il lavoro notturno è definito usurante, in quanto può comportare particolari conseguenze negative per l’organismo, soprattutto i lavori elencati sopra che sono più logoranti e stressanti, ma anche i lavori di più lieve entità possono rivelarsi a lungo termine logoranti per il benessere di un individuo. Ecco le conseguenze e i disturbi che possono provocare.

  • I problemi digestivi sono fra i più comuni, in quanto la regolarità dell’assunzione dei pasti e la concentrazione a consumarli la sera oppure la notte, altera l’equilibrio dell’organismo e dunque il metabolismo.
  • Aumento o comparsa del livello di stress che può manifestarsi attraverso stati di irritazione o ansiosi. Questo può provocare l’aumentare delle cattive abitudini dannose per il corpo, come fumare di più o assumere alcol.
  • In particolare nelle donne, i lavori notturni possono provocare l’irregolarità del ciclo mestruale e una maggiore tendenza all’aumento dello stress, ansia e disturbi del sonno, in maggiore misura rispetto ai colleghi uomini.
  • L’attività lavorativa notturna ha influenza anche nella produzione ormonale, questo nel peggiore dei casi può causare l’insorgenza di tumori.
  • Anche ipertensione e problemi cardiovascolari o malattie ischemiche, sono tra i rischi che possono insorgere a chi svolge questo tipo di lavori.

Hai quindi deciso se accettare o meno il tuo lavoro notturno? In ogni caso ora hai tutte le informazioni per valutare! In bocca al lupo

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