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Reddito di Cittadinanza e controlli sui conti correnti nel rispetto del Gdpr

Reddito di Cittadinanza, il controllo sui conti correnti è importante ed essenziale per verificare che i beneficiari abbiano realmente diritto al sussidio economico. Monitoraggi e controlli estesi a tutti. Chi dichiara il falso rischia fino a 6 anni di carcere.

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Con il Reddito di Cittadinanza la questione controllo e monitoraggio dei conti correnti è tornata alla ribalta. L’Agenzia delle Entrate ed Inps possono infatti controllare i depositi dei beneficiari del sussidio economico per appurare che ne abbiano effettivamente diritto. Il tutto deve però rispettare le leggi sulla privacy e tutela dei dati personali come il Gdpr. Vediamo di cosa si tratta.

Reddito di Cittadinanza e monitoraggio conti correnti

La questione relativa al monitoraggio e controllo dei conti correnti e depositi vari è tornata sotto i riflettori con il Reddito di Cittadinanza. Infatti, l’Agenzia delle Entrate e l’Inps sono autorizzate a monitorare e controllare tutti i depositi dei beneficiari, al fine di verificare che hanno realmente diritto al sussidio economico. La domanda di molti potrebbe essere: fino a che punto tutto questo è lecito e rispetta la tutela dei dati personali?

I controlli su redditi, conti correnti e depositi sono indispensabili nel progetto Reddito di Cittadinanza. Ovviamente questi devono essere effettuati con criterio e nel rispetto del Gdpr (General Data Protection Regulation) ossia il regolamento dell’Unione europea per il trattamento dei dati personali e della privacy. Il suo scopo è quello di garantire ai cittadini europei ed ai residenti nell’Ue, il potenziamento della protezione dei dati personali sia dentro che fuori i confini europei.

Ecco tutto ciò che può essere monitorato

Le attività di controllo e monitoraggio da parte degli enti autorizzati sono necessarie ed obbligatorie per ricevere il sussidio economico. Chi dichiara il falso e viene scoperto rischia fino a 6 anni di carcere. I controlli possono essere effettuati su tutti gli strumenti e prodotti sia bancari che postali, inclusi carte di credito, conti deposito, prodotti finanziari, conti correnti, obbligazioni e buoni fruttiferi.

Sono così visibili agli addetti ai lavori, tutti i movimenti legati alle carte di credito, la chiusura o apertura di conti e gestioni patrimoniali, gli accessi alle cassette di sicurezza, i rapporti dei saldi, fondi pensione e molto altro ancora. Inoltre, per quanto riguarda i conti deposito o le obbligazioni, si possono verificare: portafoglio titoli, acquisti e vendite, rapporti fiduciari. Si tratta di controlli estesi a tutti, non solo a determinate categorie di soggetti. Siamo tutti spiati da una sorta di “grande fratello fiscale”.

Reddito di Cittadinanza: chi può effettuare i controlli fiscali?

I controlli possono essere effettuati, senza alcun preavviso o avvertimento, dalla Guardia di Finanza, Commissione tributaria e l’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima, sotto la diretta autorizzazione dell’Direttore centrale o regionale dell’Ente, può richiedere a banche o Poste i documenti necessari per le verifiche. Una richiesta firmata dal Comandante regionale, autorizza invece i finanzieri a procedere con le loro verifiche ed analisi se ritenute opportune.

Tuttavia per procedere con le verifiche approfondite sono indispensabili segnalazioni o la presenza di prove ben consistenti. Per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza l’attività di controllo è indispensabile e si basa sulla verifica mediante l’Anagrafe dei conti correnti. Tutti i soggetti autorizzati ai controlli, hanno accesso al Sid (Sistema di interscambio flussi) dell’Agenzia dell’Entrate. Si tratta di un sistema in grado di raccogliere tutte le informazioni relative ai data base delle Poste e degli istituti di credito.

Controlli, verifiche e privacy

Tutti i controlli per verificare le domande di Reddito di Cittadinanza sono indispensabili. Tuttavia queste potrebbero esporre a reclami relativi al trattamento dei dati personali e la privacy le varie banche ed enti. Nel caso in cui si verifichino reclami sulla violazione della privacy, gli istituti bancari ed enti devono essere in grado di dimostrare in maniera dettagliata come hanno attuato tutte le norme previste e dettate dal Gdpr. Tutti i titolari di trattamento hanno l’obbligo di dimostrare cosa è stato effettivamente fatto per conservare e trattare i dati personali, in modo che questi non possano essere accessibili a terzi non autorizzati. Dunque i controlli in ambito fiscale sono indispensabili e possono essere condotti anche senza preavviso da soggetti autorizzati. Anche per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza i controlli possono essere effettuati solo ed esclusivamente da chi autorizzato.

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