Reddito di cittadinanza: primi soldi in arrivo dopo Pasqua, ma tanti sono i dubbi che rimagnono intorno alla natura del sussidio.
Stando a quanto affermano i dati forniti dall’Inps, sulle 640 mila domande di accesso al reddito di cittadinanza che finora l’ente previdenziale avrebbe avuto modo di controllare, circa i tre quarti avrebbero trovato un pronto accoglimento, con la conseguenza che circa una domanda su quattro è stata respinta per mancanza dei requisiti.
I primi soldi arriveranno a Pasqua
Non è questa, comunque, l’unica “novità” mediaticamente rilevante, emersa nelle ultime ore: pare infatti che per i primi richiedenti la cui domanda ha trovato accoglimento, i soldi sulla carta prepagata arriveranno tra le festività pasquali e quelle della Liberazione. Insomma, se tutto andrà bene, tra pochi giorni i primi beneficiari potranno finalmente ricevere la comunicazione per il ritiro della tessera presso gli uffici postali, per un volume complessivo di carte pronte all’uso pari a poco meno di 500 mila unità.
A questa già rilevante mole di beneficiari, potrebbero poi aggiungersi circa 150 mila persone: l’Inps rende infatti noto che rimangono da esaminare altre 200 mila domande del contributo. Pertanto, mantenendo la stessa proporzione finora conseguita, ne deriva che circa tre quarti della platea in attesa potrebbe aggiungersi alle 480 mila persone che stanno per ricevere il denaro del reddito.
Ma a quanto ammonta il contributo che verrà ricaricato nella tessera presto in ritiro presso le Poste? Stando alle prime stime, l’importo medio dell’assegno del reddito di cittadinanza sarebbe di poco superiore a 500 euro a famiglia. E poi?
L’inserimento nel mondo del lavoro
Considerato che lo strumento del reddito di cittadinanza dovrebbe essere utilizzato per poter favorire l’inserimento dei beneficiari all’interno del mondo del lavoro, ci si domanda che cosa avverrà da ora in poi. I dubbi, peraltro, sono più che leciti. Poiché tanti, in effetti, sono i nodi che rimangono da sciogliere. Si pensi alla figura dei Navigator: non è ancora ben chiaro quando verranno assunti, né quali saranno i confini del loro ruolo. Ne deriva che il sostegno, almeno in questa prima fase, si espone alla facile critica di essere un mero sussidio, in attesa che i Navigator possano essere assunti e inseriti nelle strutture dei centri per l’impiego, per poter cercare di agevolare l’introduzione del mercato occupazionale.
Anche su questo è intervenuto Pasquale Tridico, il presidente designato Inps, che in attesa della formalizzazione della sua nomina, ha precisato che il reddito di cittadinanza andrà valutato in termini più ampi, non solamente per quante ne collocherà al lavoro, bensì per quante persone effettivamente aiuterà nella concretezza, permettendo loro di uscire da condizioni di povertà.
Lo stesso Tridico ha poi parlato brevemente, durante un recente intervento, sulla possibile erogazione temporanea del sussidio. Il presidente designato ha infatti smentito tale voci, sorte principalmente dopo una – evidentemente errata – interpretazione delle verifiche della sussistenza dei requisiti per il sostegno.
Tridico ha precisato che il reddito di cittadinanza non è riconosciuto in maniera temporanea. Se le informazioni sono infatti nelle banche dati dell’ente previdenziale o in archivi connessi, la verifica verrà effettuata a tappeto, in via preventiva. In caso contrario, precisa ancora Tridico, la verifica sarà a campione sulle autocertificazioni compiute dai richiedenti.
Nel caso in cui si dovessero evidenziare delle situazioni che conducono alla decadenza del beneficio, la prestazione monetaria in favore del richiedente sarà oggetto di revoca. Nell’ipotesi in cui il beneficiario abbia reso delle false dichiarazioni, sarà notificato un indebito, con aggiunta di sanzioni e di penali, come previsto dalla legge.
Ma basteranno queste rassicurazioni per spegnere le polemiche sulla effettiva natura e sostenibilità di questo strumento? L’impressione è che altre “puntate” della vicenda debbano ancora essere scritte.
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