Chi già lavora può richiedere e ricevere il Reddito di Cittadinanza? In caso affermativo quali documenti bisogna presentare per non perdere il diritto al sussidio economico? Ecco alcuni chiarimenti in materia che saranno utili a molti.
Indice
Reddito di Cittadinanza e lavoro
Il Reddito di Cittadinanza è una misura di sostegno economico riconosciuta ai soggetti disoccupati che faticano a trovare un impiego. Lo scopo di tale strumento è proprio quello di collocazione e ricollocazione nel mercato del lavoro. Sono tanti i beneficiari di questo importante e rilevante strumento di aiuto ai singoli ed ai nuclei familiari. Una delle misure che ha avuto e continua a riscuotere grande successo, con l’assegno mensile erogato sull’apposita Card. Sorge spontanea una domanda: chi già lavora può ricevere il Reddito di Cittadinanza? Tale misura è per caso compatibile con un’attività professionale? Se un membro del nucleo familiare lavora, c’è il rischio di perdere il diritto all’assegno mensile?
Il Reddito di Cittadinanza è compatibile con un lavoro?
La risposta a tale quesito è affermativa. Il Reddito di Cittadinanza è compatibile con un lavoro dipendente o autonomo, purché si rispettino i requisiti richiesti. Non solo, è anche possibile che tutti i membri del nucleo familiare pur lavorando, riescano a ricevere il sussidio economico. L’importante è sempre rientrare nei parametri e rispettare i vari requisiti previsti dalla normativa vigente in materia. In particolare ci riferiamo proprio alle soglie reddituali che non devono essere superate, altrimenti si corre il rischio di perdere il diritto al sostegno economico.
I requisiti per ricevere il sussidio economico
Quali sono i requisiti da dover rispettare per poter beneficiare del Reddito di Cittadinanza? Bisogna rispettare e rientrare nei seguenti parametri:
- avere un valore Isee inferiore i 9.360 euro;
- il patrimonio immobiliare differente dalla casa di abitazione, non deve superare i 30 mila euro;
- il patrimonio mobiliare non deve superare la soglia di 6 mila euro. In ogni caso ci sono delle eccezioni. Tale soglia aumenta di 2 mila euro per ogni soggetto del nucleo familiare fino a 10 mila euro. Ed ancora, la soglia incrementa di altri 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo e di 5 mila euro per ogni individuo disabile presente in famiglia;
- reddito familiare non deve superare la soglia di 6 mila euro moltiplicati per i relativi valori della scala di equivalenza previsti.
Reddito di Cittadinanza e lavoro autonomo
Il sussidio economico è compatibile con un lavoro autonomo, sempre e solo se non si sfora il tetto di reddito familiare, ossia 6 mila euro da moltiplicare per i vari parametri della scala di equivalenza ed i 9.360 euro di Isee. Se parliamo di lavoro autonomo o d’impresa, l’importo del sussidio si calcola facendo la differenza tra i ricavi- compensi e le varie spese di attività relative il trimestre solare di avvio dell’attività in questione. Ad esempio, un soggetto con un suo reddito autonomo da 1.800 euro, avrà diritto ad un assegno mensile di 350 euro, ossia circa 4.200 euro all’anno.
I modelli necessari per non perdere il sussidio economico
I soggetti con attività autonoma o d’impresa, devono ricordarsi di comunicare il reddito per l’anno solare in cui si è avviata la propria attività professionale. Questo va fatto adoperando il modello SR181. Chi non invia tale comunicazione rischia di perdere il diritto al Reddito di Cittadinanza. A cosa serve esattamente il modulo SR181? Ebbene questo documento è indispensabile a chi già beneficia del Reddito e della Pensione di Cittadinanza a comunicare:
- l’avvio di un’attività professionale;
- eventuali variazioni del patrimonio mobiliare;
- la continuazione dell’attività lavorativa se questa è già stata comunicata;
- eventuale inizio o fine di stato detentivo.
Altro modello da tenere in considerazione è l’SR182 che bisogna presente all’atto della domanda per comunicare la presenza di componenti del nucleo familiare che hanno avviato attività lavorative non risultanti dall’Isee. Chi riceve il Reddito di Cittadinanza deve sottoscrivere il Patto per il Lavoro con cui si impegna a rispondere alle chiamate del Centro per l’Impiego e ad accettare le proposte di lavoro congrue ai parametri previsti dalla legislazione.
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