Petaloso diventa un marchio registrato. Probabile il suo utilizzo in una onlus a favore dei bambini.
Recentemente si è fatto un gran parlare del termine inventato dal piccolo Matteo di Copparo, “petaloso“‘, accettato direttamente dal’Accademia della Crusca. La notizia ha invaso il web ed in particolare i social, con pareri a dire il vero anche contrastanti. Fatto sta però che l’invenzione di “petaloso” ha dato il là ad un’ottima occasione per registrare un marchio. La neo-parola infatti è stata depositata come marchio alla Camera di Commercio di Ferrara dal padre del fantasioso bambino, come riferito dal Fatto Quotidiano.
Lo scopo, ha spiegato il genitore, è quello di cederne l’utilizzo a chi ne faccia richiesta, previa il rispetto di alcuni criteri fondamentali come ad esempio l’attinenza al senso trasmesso dal termine dell’attività sottostante. In questo senso ci sarebbero già un paio di richieste. Un secondo e più socialmente utile progetto è quello di creare una onlus che sfrutti i ricavi derivanti dal marchio “petaloso” per aiutare i bambini del territorio. Ad esempio attraverso la costruzione di campi da calcetto e teatri in paese,come vorrebbe Matteo per Copparo.
La storia di Petaloso è un bell’esempio di spirito imprenditoriale che, unito all’utilità sociale dei propositi può almeno in linea teorica realizzare un progetto interessante, migliorando il benessere di un’intera comunità. Petaloso e tutto ciò che ne consegue è un ottimo esempio anche di come un’idea nata per caso o quasi possa essere ben sfruttata, avendo una buona prontezza di riflessi, usando la testa e pensando al bene comune.
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