Nella Legge di Bilancio approvata alla fine dell’anno scorso, il Governo ha introdotto una norma che aumenta il taglio del cuneo fiscale per una fascia precisa di reddito. Questa fascia è quella che riguarda chi ha uno stipendio lordo fino a 25.000 euro. Ma nella Legge c’è anche la conferma del taglio di due punti percentuali voluti dal Governo precedente, per i redditi fino a 35.000 euro lordi. Quindi se per questi il taglio è del 2% ancora per tutto il 2023, per quelli fino a 25.000 è del 3%. La misura aggiuntiva è stata pensata per favorire i redditi più bassi e garantire così qualche euro in più in busta paga. Infatti il taglio riguarda il costo del lavoro lato lavoratore e non lato imprese. Va detto che nel programma quinquennale dell’attuale Governo è presente il taglio del cuneo fiscale di 5 punti. Ma non è un obiettivo che sarà raggiunto nel 2023.
Quanti soldi in più in busta paga?
Non si tratta certo di una cifra spropositata. Tenendo però presente che il taglio di due punti riguardante i redditi fino a 35.000 euro ha generato un aumento di 100 euro lordi, un ulteriore taglio di un punto è calcolabile, a seconda dello stipendio percepito in una cifra che varia, a livello netto, tra i 10 e i 20 euro al mese, (comprese tredicesima e quattordicesima). Più lo stipendio è basso, più sarà basso l’aumento, in quanto il taglio è lineare per l’intera categoria. Ovvero, essendo ugule per tutti quelli che percepiscono uno stipendio inferiore a 25.000 euro, il taglio va calcolato su ciò che realmente si percepisce (a livello lordo), quindi uno stipendio più basso genererà un taglio uguale a livello percentuale ma un aumento minore in soldi puri. E’ però comunque una misura che aiuta i redditi più bassi, anche perché un taglio del cuneo fiscale può essere fatto solo in questo, modo allargando o restringendo la grandezza delle categorie di reddito prese in considerazione dal taglio stesso.
In Italia i salari non aumentano
In Italia i salari, da diversi anni sono ormai un problema, soprattutto quelli più bassi. Il nostro è l’unico Paese in cui negli ultimi dieci anni gli stipendi al posto di alzarsi si sono abbassati, generando una grande perdita del potere d’acquisto medio, considerando anche i continui aumenti. Ancor di più se si pensa a quelli arrivati a causa della pandemia prima e della guerra in Ucraina dopo. Anche in questo senso, sarebbe più che mai utile il taglio del cuneo fiscale di 5 punti previsto nel programma di governo, perché andrebbe ad alzare almeno un minimo l’asticella delle retribuzioni. Nella nuova Legge di Bilancio esistono comunque diverse misure atte a combattere il caro prezzi. Per chi ha un Isee inferiore a 15.000 euro il Governo ha previsto una “Carta risparmio spesa” finanziata con un fondo di 500 milioni, che permette sconti nei punti vendita aderenti. Anche il caro bollette è combattuto all’incirca nello stesso modo, esiste infatti un “bonus sociale” che le riguarda sempre per le famiglie con un Isee inferiore a 15.000 euro, soglia che è stata aumentata in quanto prima era di 12.000.
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