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Trasferimento delle competenze: come far crescere le PMI del nostro Paese

Il sistema produttivo italiano è costellato da piccole e medie imprese; per agevolare la crescita del nostro sistema economico, basato soprattutto sulle PMI, è necessario adottare sistemi che permettono il trasferimento delle competenze.

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Il sistema economico italiano è composto per la maggior parte da micro, piccole e medie imprese; prima di analizzare con Aleksandra Maravic, cofounder & CEO di BeyondTheBox, il tema del trasferimento delle competenze per permettere alle nostre PMI di crescere, faremo una breve analisi sulle piccole e medie imprese.

Cosa sono le PMI?

Con l’acronimo PMI si intendono le micro, piccole e medie imprese. La Raccomandazione n. 2003/361/Ce della Commissione Europea del 6 maggio 2003 aiuta a “definire le micro, piccole e medie imprese”. Secondo la normativa comunitaria si considera impresa “ogni entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che eserciti un’attività economica. Sono considerate tali anche le entità che esercitano un’attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che esercitino un’attività economica”. La classificazione avviene in base a differenti parametri assumendo come criteri principali il numero degli occupati ed il fatturato.

trasferimento competenze

Esemplificando con una tabella avremo:

IMPRESAOCCUPATIFATTURATO
Micro<  10<   2 milioni di €
Piccola<  50< 10 milioni di €
Media< 250< 43 milioni di €

Da uno studio di Prometeia pubblicato nel 2019 sul Sole 24 Ore, si evince che il numero e le performance delle PMI è in costante crescita ed inoltre, emerge che le nostre PMI impiegano circal’82% dei lavoratori, rappresentando circa il 92% delle imprese attive del Paese.

Quali sono i punti di forza delle PMI?

Iniziamo col dire che le PMI svolgono un ruolo fondamentale nell’economia per esempio, nelle regioni meridionali, esse rappresentano circa l’83% della produzione con eccezionali risvolti sull’occupazione inoltre, per determinate lavorazioni non necessitano di aiuti per il trasferimento di competenze poichè già molto specializzate.

Le piccole e medie imprese, proprio per la dimensione ridotta e l’impossibilità di fare “in house” l’intera produzione, creano sinergie con altre PMI generando un indotto molto articolato e vasto con un impatto evidente sull’economia di intere regioni e di tutto il Paese. Le PMI hanno dato origine ai famosi distretti industriali in cui tradizione e flessibilità hanno permesso di ottenere enormi vantaggi competitivi. Un aspetto non trascurabile è inoltre il legame con il territorio, la vicinanza al cliente, la qualità costruttiva e l’attenzione al dettaglio.

I punti deboli delle PMI

Come risvolto della medaglia, le PMI, proprio per le ridotte dimensione hanno difficoltà ad accedere alle economie di scala inoltre, sono spesso legate alle finanze dell’imprenditore avendo maggiori difficoltà a reperire capitali da investire e così via. Ciò che preme qui evidenziare però e la difficoltà per queste aziende di accedere alla “managerializzazione” e quindi ad una più moderna visone dell’impresa cosa acquisibile con il trasferimento delle competenze

Cosa si intende per trasferimento delle competenze

La formazione ha per obiettivo il trasferimento delle competenze ai discenti ossia si prefigge l’intento di trasmettere la capacità di trasferire le conoscenze e tradurle nel saper fare. La più grossa difficoltà consiste proprio nel riuscire a far applicare quanto appreso.

Ammodernare le PMI si può?

Certamente un passaggio fondamentale in questa direzione e rappresentato dal cambiamento culturale. In quest’ottica viene da pensare alla promozione di sistemi di welfare per migliorare il benessere dei dipendenti, alla digitalizzazione (nota dolente per molte PMI), alla formazione, alla diversity ed inclusione e così via.

La pandemia da COVI-19 e la conseguente emergenza sanitaria ha fatto emergere l’inadeguatezza di questo sistema produttivo spingendo ad adottare nuovi strumenti e nuove metodologie di lavoro (lo smart working su tutti). Anche i cambiamenti normativi sono stati accelerati per fronteggiare l’emergenza e sono state introdotte deroghe e strumenti di aiuto che in precedenza non erano molto utilizzati.

Come dotarsi delle competenze necessarie: intervista ad Aleksandra Maravic

La scarsa preparazione a tutto ciò contribuisce, più del dovuto, alla crisi economica delle PMI pertanto con Aleksandra Maravic proporremo una soluzione interessante ed innovativa per aiutare le aziende a dotarsi delle competenze necessarie ricorrendo ad un sistema di trasferimento delle competenze.

Aleksandra come può aiutare i manager e gli imprenditori una rete di apprendimento virtuale?

L’apprendimento oggi è uno strumento davvero strategico che può essere trasformato in un vantaggio competitivo. Le imprese, soprattutto le PMI, si devono concentrare solo sulle loro attività strategiche, su quello che sono brave a fare e mettere a disposizione dei propri manager uno strumento di apprendimento interattivo in modo da colmare i gap di competenze. Le imprese oggi non possono permettersi il lusso di tenere i manager per 20 o 40 ore in aula a seguire un corso, siamo in un momento di crisi e bisogna agire, bisogna acquisire le competenze necessarie e metterle in pratica velocemente.

Come avviene il match tra esperti e fruitori del servizio?

Abbiamo un processo tecnologico proprietario che è in grado di abbinare le attività di impresa con le competenze necessarie per svolgerle. È una vera innovazione perché tutte le altre soluzioni ti costringono a cercare il contenuto formativo o l’esperto adatto a te: ho sempre pensato che fosse un paradosso il fatto di avere un problema e dovermi persino cercare le competenze che mi servivano per risolverlo. Un imprenditore sa che ha bisogno di realizzare un sito web, ma non può di certo sapere se gli servono competenze html, css, angular o PHP. Non è il suo lavoro saperlo. Lui deve concentrarsi sul far crescere il suo business e non a studiare i linguaggi di programmazione. Deve circondarsi perciò di persone esperte che gli sappiano portare soluzioni in modo che lui sia in grado di prendere decisioni rapide e consapevoli.

Quindi è previsto un tipo di formazione molto specifica per il trasferimento delle competenze?

Esattamente. Proprio perché le imprese si trovano ad affrontare problemi specifici. L’esigenza che abbiamo riscontrato non è tanto quella di acquisire nozioni generiche su diversi argomenti, ma bensì ricevere supporto specifico sulla propria attività, sulla sfida che si sta affrontando, sul problema a caldo. Basti pensare che il 30% del tempo passato in ufficio viene utilizzato a cercare sui motori di ricerca “come si fa” l’attività assegnata dal capo. Un costo sommerso per le aziende che abbattiamo mettendo a disposizione migliaia di esperti on-demand.

Qual è il vantaggio per le PMI con il trasferimento delle competenze?

Come dicevi tu le PMI hanno difficoltà ad accedere alla “managerializzazione” perché assumere manager qualificati incide parecchio sui costi fissi. Abbiamo scelto di offrire accesso a competenze manageriali di altissimo livello in modo molto frazionato e a seconda dei bisogni. Gli imprenditori possono avere accesso a una rete di apprendimento virtuale pagando un semplice abbonamento mensile, indipendentemente dal numero di sessioni che fanno. L’obiettivo per noi non è quello di trovare un cliente in più, ma è quello di permettere alle PMI italiane di crescere e creare decine di nuovi posti di lavoro avvalendosi del nostro aiuto per il trasferimento delle competenze necessarie.

Questo sistema può essere applicato anche ad altre attività o solo per il trasferimento delle competenze?

Si, sempre in ottica del trasferimento di competenze, il nostro obiettivo è oggi creare un database vicino al mercato di attività e competenze in modo da poterle applicare in modo efficiente al recruiting e alla formazione. Non escludiamo in un secondo momento di poterlo usare in diversi settori molto più verticali e specializzati.

Conclusione

Il trasferimento delle competenze è proprio del nostro DNA altrimenti non avremmo avvertito l’esigenza di scrivere per tramandare ai posteri le conoscenze. Nell’era della globalizzazione e del digitale, investire sulla propria formazione e quella dei dipendenti non è più solo una scelta ma una necessità strategica per affrontare i cambiamenti e vincere le sfide che il futuro riserva.

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