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Tutti gli aumenti delle pensioni

Gli aumenti delle pensioni 2023 riguarderanno anche le minime che saliranno a 600 euro per gli over 75.

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Il Governo nell’ultima Legge di Bilancio ha approvato una serie di aumenti alle pensioni, continuando sulla scia del Governo Draghi che già aveva fatto una perequazione al 2%. Gli aumenti riguardano, in maniera differenziata, tutte le pensioni non superiori a quattro volte il minimo, anch’esso aumentato per gli over 75. Le pensioni sono state rivalutate del 100% rispetto all’inflazione. Ovvero, a seconda di quanto sono cresciuti i prezzi, le pensioni sotto la soglia suddetta verranno aumentate in percentuale uguale. Più specificatamente, l’Istat ha calcolato un’inflazione del 7.3%.

Essendo la rivalutazione del 100% le pensioni fino a quattro volte sopra il minimo verranno aumentate in quella percentuale, meno però la perequazione di cui sopra, quindi del 5,3%. Un altro aumento importante è quello che riguarda le pensioni minime, portate alla cifra tonda di 600 euro per le persone al di sopra dei 75 anni. L’Inps ha comunque fatto sapere che gli aumenti delle pensioni verranno erogati da marzo in poi, comprendendo con questo gli arretrati di gennaio e febbraio 2023. Ricordiamo che la pensione minima standard, seguendo la rivalutazione globale del 7.3% consisterà in un assegno di  563,73 euro, quindi 38 euro in più rispetto ai 525 e spiccioli del 2022. Per gli assegni che superano di quattro volte la pensione minima (ovvero da circa i 2100 euro in su) la rivalutazione non sarà totale. Ma sarà del 90% da 4 a cinque volte il minimo e del 75% sopra le 5 volte.

Il percorso verso le minime a 1000 euro

Gli aumenti delle pensioni minime si inseriscono in un contesto di, per ora ipotetico ma più volte annunciato, percorso per portare tutte le pensioni minime alla soglia dei mille euro, una battaglia questa voluta dal centro-destra che attualmente guida l’esecutivo ed in particolare da leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. L’idea è appunto quella di portare tutte le pensioni ad una cifra non inferiore a quella dei 1000 euro. Anche se questo pone un problema di giustizia sociale, in quanto chi ha contribuito rischia di avere una pensione uguale a quella minima dovesse verificarsi una simile situazione. Ed infatti il problema è quello non di ridurre le pensioni più alte ma di aumentare quelle più basse, anche di chi ha versato quel che doveva, diversificando così la minima da quella cosiddetta “contributiva” in modo significativo.

Ciò può avvenire non solo attraverso un adeguamento ai prezzi Istat ma con una vera e propria legge che produca un piccolo salto verso l’alto, una volta che le minime raggiungessero i mille euro. La situazione di appiattimento verso il basso si è verificata anche e soprattutto perché in Italia, contrariamente a praticamente tutti gli altri paesi, gli stipendi al posto di crescere sono rimasti fermi, quando non si sono abbassati, per moltissimi anni. Questo, assieme, parzialmente, all’introduzione del sistema contributivo totale e al mancato adeguamento per diversi anni di quelle già in vigore, ha generato pensioni sempre più basse. Per questo la battaglia da fare è quella di alzarle tutte, differenziando tra chi ha contribuito per decenni e chi invece non ha potuto (o voluto).

Le pensioni d’invalidità

E’ utile ricordare che le pensioni d’invalidità sotto al limite di reddito previsto, vengono equiparate a quelle minime. Significa quindi che per gli over 75 con pensione d’invalidità, essa, sempre sotto il limite di reddito previsto, passa da circa 523 euro a 600. E’ un aumento di quasi 80 euro mensili che non sarà molto, ma su una cifra così bassa consta in più del 10% ed ha quindi un valore relativo abbastanza significativo. E’ quindi consigliabile verificare il limite che, ad esempio, per le persone coniugate non deve superare di quattro volte la pensione minima, complessivamente. E’ probabile che non sarà sufficiente il requisito anagrafico e non percepire redditi sopra una certa soglia, ma ci sarà comunque da compilare l’Isee. Stiamo parlando di circa 2 milioni di persone, sui 7 milioni totali che sono over 75.

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