I voucher lavoro sono stati reintrodotti dal Governo Meloni e l’ultimo Decreto ha innalzato alcune soglie di utilizzo.
I voucher lavoro sono una vecchia misura che il Governo Meloni ha reintrodotto alla fine del 2022 con la Legge di bilancio. L’ultimo Decreto lavoro ha però modificato alcune soglie, permettendo, in precisi settore di poter utilizzare questo sistema per pagamenti fino a 15.000 euro l’anno. Il pagamento in voucher è sfruttabile ad esempio in agricoltura, ma anche nel settore turistico. Ed è proprio in questo che il Decreto è intervenuto alzando la soglia per lavori come quello riguardanti congressi ed eventi, oppure parchi divertimento e terme. Soglia che appunto è stata alzata a 15.000 euro.
Ma che cos’è esattamente un voucher? E’ sostanzialmente un metodo di pagamento che snellisce moltissimo le procedure per poter avere a disposizione un lavoratore occasionale in mancanza di un contratto vero e proprio, riducendo inoltre i costi da sostenere. E’ infatti un discreto vantaggio per le aziende, aziende che però non devono avere più di 25 dipendenti. Questo contrariamente a prima quando invece il limite era di 10 dipendenti. Ce n’è anche un altro di limite, che riguarda il settore dell’agricoltura, ovvero quello dei giorni all’anno che non possono essere più di 45. A parte precise categorie di lavoratori quindi, disciplinate dal Decreto lavoro, il limite di pagamento per i voucher resta di 10.000 euro l’anno. E’ importante poi sottolineare che questi limiti riguardano il datore di lavoro e non il lavoratore, che invece deve sottostare a quello dei 5000 euro. Ciò significa che un qualsiasi ente, pubblico o privato che sia, potrà spendere sino a 10.000 euro, ed in alcuni settori fino a 15.000 euro l’anno, in totale. Ma potrà pagare un singolo lavoratore solo fino a 5000 euro.
Come funziona esattamente il sistema dei voucher? Va detto che praticamente chiunque, dall’impresa al professionista, al lavoratore autonomo può servirsi dei voucher. Anche gli enti statali possono servirsi di questo sistema, come ad esempio le scuole, o le Asl. Di fatto chi ha bisogno di un lavoratore occasionale compra il numero a lui necessario di voucher, recandosi all’Inps, alle Poste o anche in banca. Ognuno costa 10 euro, cifra che si suddivide in 2.50 euro che vanno allo Stato e gli altri 7.50 che vanno al lavoratore.
Il caso del settore agricoltura
In agricoltura vi sono elementi particolari da analizzare. Come detto, nonostante il rapporto possa durare ben 12 mesi, le giornate lavorative pagabili tramite voucher non possono essere più di 45. Prima di iniziare il rapporto di lavoro, il datore di lavoro agricolo deve acquisire un’autocertificazione dal lavoratore. Inoltre le imprese che si serviranno di lavoratori agricoli attraverso i voucher, dovranno necessariamente comunicarlo al competente Centro per l’impiego. Il non rispetto dei contratti collettivi causerà ad un’impresa la perdita del diritto di utilizzare i voucher. Un altro punto fondamentale è quello che riguarda il non rispetto delle 45 giornate lavorative annuali. In questo caso infatti il rapporto si trasformerà automaticamente a tempo indeterminato.
In agricoltura quindi un datore di lavoro potrà pagare per 45 giorni un singolo lavoratore, corrispondendogli un massimo di 5000 euro l’uno. Facendo un esempio teorico veloce quindi, se per 45 giorni lavorativi la cifra corrisposta fosse 2000 euro, il datore di lavoro potrebbe pagare cinque lavoratori, poi raggiungerebbe il tetto previsto di 10.000 euro, dal quale non potrebbe assolutamente sforare. Bisogna quindi ricordare e tenere presente che i voucher sono uno strumento utilizzabile solamente per lavori temporanei, saltuari, occasionali. Non è possibile servirsene per lavori che richiedono una prestazione stabile, anche se a tempo determinato.
La logica che ha permesso di reintrodurre i voucher, che hanno avuto vita travagliata fin dalla loro nascita nel 2003, probabilmente si estrinseca nel fatto di poter garantire alle imprese forza lavoro in momenti molto ristretti caratterizzati da picchi di lavoro, evitando tutta una serie di procedure e costi riguardanti il contratto a tempo determinato. Questa è da una parte una buona cosa perché permette di trovare lavoratori in maniera facile e veloce. Ma dall’altra è ovvio che, ad esempio, la cifra di 7.50 euro di cui il lavoratore gode non è certo alta e c’è poi il problema della assoluta instabilità e temporaneità del posto di lavoro. Come tutti gli strumenti quello dei voucher ha sia vantaggi che svantaggi e probabilmente il punto sta nell’utilizzarlo nei tempi e nei modi giusti e quindi senza ovviamente abusarne.
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