Quali sono i costi, guadagni e agevolazioni per chi vuole aprire una Pensione per Gatti? Scopriamoli insieme
Aprire una pensione per gatti sembra essere un’ottima idea di business, sotto il profilo economico ed anche gradevole, soprattutto per chi ama i felini. Una recente indagine statistica mostra che in circa il 20% delle case italiane è presente un gatto. Una percentuale considerevole. A chi lasciare il felino nel periodo vacanziero oppure quando si parte per un viaggio di lavoro? Semplice: in una pensione per gatti. Nella nostra Penisola non sono molte, o meglio, la domanda è superiore all’offerta.
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Cosa serve per aprire una pensione per gatti?
Innanzitutto, sebbene possa sembrare un requisito scontato, una grande amore per questi felini: conoscere le abitudini dei gatti, le loro caratteristiche comportamentali e i sintomi dei malesseri più comuni. A questo occorre aggiungere elementi di carattere prettamente fisico: un terreno ove far sorgere la pensione, il materiale per realizzare le recinzioni a misura di micio, un veterinario di fiducia in caso di bisogno e anche un buon servizio di comunicazione. Perché sebbene necessari, come palesato da molte ricerche di mercato, i pensionati per gatti non sono un servizio conosciuto da molti.
Quanto costa costruire una pensione per gatti?
Circa 40mila euro, ma è una cifra indicativa e riguarda solamente la realizzazione delle strutture per ospitare i felini, non l’affitto del terreno e neanche i costi di gestione. I box dovranno essere sufficientemente spaziosi per ospitare un singolo micio e dotati di un’alta recinzione (i gatti preferiscono arrampicarsi, piuttosto che passeggiare). Ogni box, inoltre, dovrà essere dotato di una struttura coperta nella quale il micio possa rifugiarsi in caso di maltempo. Per facilitare l’ambientamento degli ospiti, inoltre, ogni box dovrà essere singolo. Alla pensione serviranno anche una serie di spazi più ampi nel caso si debba ospitare un’intera famiglia di gatti. A questi costi si devono aggiungere quelli del personale per la pulizia dei box e la cura del giardino, salvo non si desideri farlo personalmente, quelli per acquistare il cibo per gli ospiti, ricordandosi che alcuni felini seguono diete personalizzate, e quelli per i giochi con cui intrattenere i mici in “vacanza”.
Quanto si può guadagnare gestendo una pensione per gatti?
Dando un’occhiata alle poche pensioni per gatti presenti in Italia è possibile notare che il costo giornaliero per “mandare in vacanza” il proprio micio varia tra i 10 e i 20 euro. Una forbice ampia, dettata dalla qualità e dai servizi offerti dalla struttura. Il mercato, come già scritto, è particolarmente ampio, anche perché se le strutture alberghiere che ospitano cani si stanno moltiplicando, questo non vale per i gatti.
Normative e burocrazia
Aprire una pensione per gatti necessità l’espletamento di alcune pratiche burocratiche. Una su tutte: il parere positivo dei Servizi Veterinari, di Igiene e Sanità Pubblica della Asl del territorio dove sorge la pensione. La normativa non è chiara e pare che questa autorizzazione sia obbligatoria solo nel caso in cui si ospitino più di 10 felini adulti. Per dare maggiori garanzie di efficienza al cliente, tuttavia, è sempre opportuno avere questa certificazione. Le domande per ottenere il benestare ad aprire una pensione per gatti sono disponibili presso gli uffici di veterinaria della propria Asl di riferimento. Si dovrà allegare assieme ai moduli anche una planimetria dettagliata della struttura e una specifica relazione che descriva le modalità di smaltimento dei rifiuti solidi e delle deiezioni (ci dovrebbe pensare il vostro geometra di fiducia). Il proprietario della pensione, inoltre, è tenuto a redigere un dettagliato registro degli ospiti della pensione, comprensivo delle generalità dei loro “padroncini”.
Questi sono gli adempimenti specifici, ma ne esistano altri di natura generale, come la costituzione della società per la gestione della pensione per gatti con atto notarile, oppure, nel caso d’impresa singola, l’apertura di una Partita Iva. In ogni caso l’inizio dell’attività deve essere comunicata alla locale Camera di Commercio.
Possibilità di franchising
Essendo ancora un’attività di nicchia, non esiste ancora la possibilità di aprire una pensione per felini in franchising. Però si possono ottenere utili informazioni da alcune associazioni animaliste che in genere sono dotate di personale competente per aiutarvi a realizzare una struttura capace di ospitare al meglio i mici. Opportuno è anche realizzare collaborazioni con i veterinari della zona per pubblicizzare la presenza di questo genere di struttura ricettiva pensata esclusivamente per i gatti, ancora poco diffuso nel nostro Paese.
Supporto
Per chi volesse un supporto e consigli su come aprire una Pensione per Gatti ed avere info sulle agevolazioni pubbliche, contributi o finanziamenti a fondo perduto, segnaliamo il Kit Creaimpresa: Come aprire una pensione per gatti (da noi valutato e ritenuto veramente valido).