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Avviare una coltivazione di lavanda

Vediamo come avviare la coltivazione di lavanda , i requisiti, l’iter burocratico e i costi da affrontare.

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La ricerca di un nuovo lavoro, risolvere il problema della disoccupazione con un’attività di tipo autonomo, la passione per l’agricoltura, per la natura o per i cosmetici naturali. Questi sono solo alcuni dei molti motivi che potrebbero spingere una persona ad iniziare una coltivazione di lavanda.

Perché coltivare la lavanda?

Avviare una coltivazione di lavanda

Ma perché proprio la lavanda? Questa pianta è utilizzata fin dall’antichità in molte aree del mondo, ed il suo nome è sempre stato associato all’igiene personale. Il nome lavanda (o lavandula) deriva infatti dal latino e testimonia il fatto che questa pianta fosse conosciuta per usi legati alla detersione. L’uso cosmetico della lavanda è arrivato fino ai giorni nostri; infatti questa pianta è utilizzata tutt’ora come olio essenziale in cosmetica, sia da solo sia come ingrediente per altri prodotti. Tuttavia la lavanda può essere utilizzata anche a fini alimentari, per insaporire cioccolato o biscotti, ma anche per tisane o infusi.

La pianta essiccata è utilizzata anche come componente per detergenti per la casa, come deodorante per ambienti e per i piccoli spazi, ma talvolta è utilizzata all’interno di composizioni floreali fresche o secche, soprattutto grazie al suo profumo caratteristico e alla tipica colorazione violacea.

Avviare una coltivazione di lavanda: requisiti

Teoricamente chiunque può iniziare un’attività di coltivazione di lavanda. Tuttavia, trattandosi di un’attività inerente l’agricoltura, è sempre consigliato avere conoscenze almeno di base sulla coltivazione di questa pianta. Chi non le avesse può comunque frequentare corsi professionali o avvalersi della collaborazione di un agronomo o di un coltivatore specializzato, soprattutto per quanto riguarda le fasi iniziali di scelta del terreno e di avvio dell’attività. Esistono inoltre corsi professionalizzanti organizzati dalle diverse regioni, talvolta necessari per il riconoscimento della figura di IAP, cioè di Imprenditore Agricolo Professionale. Nel paragrafo che segue spiegheremo meglio questo concetto.

Aree geografiche adatte alla coltivazione di lavanda

Per quanto riguarda le aree geografiche italiane, possiamo dire che la lavanda è coltivabile nella maggior parte del paese; si tenga infatti presente che, pur essendo una pianta tipica del bacino mediterraneo, esistono specie spontanee anche nelle aree collinari e montane (lavandula angustifolia e latifolia). Teoricamente la lavanda potrebbe quindi essere coltivata fino ai 1.000 metri di altezza anche se, come per tutte le coltivazioni, contano anche altri fattori determinanti, come l’esposizione del terreno, l’irrigazione e la tipologia del terreno stesso. Per quanto riguarda invece i requisiti burocratici, come vedremo in seguito, per aprire un’attività di coltivazione di lavanda è necessario che il futuro agricoltore sia un cittadino italiano, comunitario o extracomunitario con permesso di soggiorno valido al momento dell’apertura dell’attività imprenditoriale.

Coltivazione di lavanda: l’iter burocratico per aprire l’attività

Come anticipato nel paragrafo precedente, l’apertura di un’azienda agricola da zero prevede la presenza di un imprenditore agricolo professionale (o IAP), ruolo che deve essere certificato dalla regione di residenza o scelta per l’attività agricola di coltivazione. Per ottenere questa denominazione sono necessari alcuni requisiti:

  • L’attività agricola deve generare almeno il 50% del reddito annuale (ma sono previste percentuali minori, fino al 25%, per le aree ritenute svantaggiate).
  • Almeno il 50% del tempo di lavoro deve essere impiegato nell’attività di agricoltore. Ne consegue che questa può essere esercita anche affiancando altri tipi di lavoro, sia dipendente sia autonomo.
  • Iscrizione alla cassa previdenziale per l’agricoltura.
  • Avere competenze professionali in agricoltura, che possono essere state maturate con l’ottenimento di una laurea o di un diploma di laurea, o ancora tramite i corsi organizzati dalla regione, con durata variabile. Per questo requisito è riconosciuto anche l’esercizio di un’attività agricola per almeno tre anni, con qualsiasi ruolo.

Una precisazione: l’attività di coltivazione può essere avviata anche in mancanza di tutti i requisiti elencati in precedenza; infatti l’agricoltore ha due anni di tempo dall’inizio dell’attività per conseguire tutti i requisiti, fattore molto utile soprattutto per quanto riguarda la partecipazione ai corsi di formazione provinciali o regionali. L’avvio vero e proprio dell’impresa agricola prevede la presentazione della comunicazione unica, che può essere effettuata anche online, gratuitamente e in tempi molto rapidi. La comunicazione unica permette l’apertura della partita IVA, l’iscrizione alla Camera di Commercio e delle posizioni INAIL e INPS con un’unica domanda.

Dopo la presentazione della comunicazione unica, l’imprenditore agricolo può iniziare l’attività. A seconda del fatturato annuo previsto e del profilo fiscale scelto, è possibile usufruire di agevolazioni e semplificazioni burocratiche, come l’adesione al regime speciale per le imprese agricole.

Coltivare la lavanda: i costi

Continuiamo con un aspetto non irrilevante in merito alla lavanda, e cioè i costi da sostenere per la coltivazione. Un primo costo riguarda l’acquisto o l’affitto del terreno da coltivare, che varia notevolmente in base alla collocazione, e naturalmente, all’estensione del terreno stesso. Per quanto riguarda le piantine di lavanda, i costi sono piuttosto contenuti, e vanno da circa 0,06 euro cad. per le piante da seme. I ricavi invece dipendono dal tipo di lavorazione che subirà la lavanda. Come tutte le piante officinali, essa può essere oggetto di trasformazione sia all’interno dell’attività agricola sia successivamente alla cessione. Se si affianca la trasformazione alla coltivazione sarà da tenere in conto una spesa maggiore per formazione e per le attrezzature necessarie alla lavorazione, tuttavia i ricavi saranno maggiori.
Qualora si desideri orientare la propria produzione verso l’agricoltura biologica, sarà necessario sostenere ulteriori costi in merito alla certificazione stessa. Si tenga però presente che in questo caso i ricavi potranno essere maggiori, soprattutto per gli utilizzi cosmetici o alimentari della lavanda.

Pro e contro: a cosa fare attenzione

Coltivare la lavanda è un’attività potenzialmente redditizia, ma che come tutte le attività imprenditoriali deve essere preceduta da un’attenta valutazione delle effettive possibilità di mercato della lavanda stessa o delle sue trasformazioni. Prima di aprire l’attività è sempre consigliato redigere un piano aziendale che identifichi almeno gli obiettivi da raggiungere e che comprenda un’analisi di mercato per la lavanda e i suoi derivati, almeno per l’area più prossima all’attività. La scelta di aprire un’attività di tipo agricolo può essere molto vantaggiosa anche per quanto riguarda gli incentivi in merito. Consigliamo sempre di informarsi presso la Camera di Commercio competente per il territorio, sui siti web della provincia, della regione e degli enti nazionali per conoscere eventuali incentivi all’agricoltura, che soprattutto per i giovani, le donne e i disoccupati potrebbero rivelarsi molto vantaggiosi.

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