Qual’è il destino del bonus Renzi? Secondo le ultime ipotesi questo potrebbe essere adoperato per trovare le coperture necessarie alla Flat Tax applicata anche a lavoratori, pensionati e nuclei familiari a partire dal 2020. Ecco le ipotesi più accreditate.
Il Governo è al lavoro per studiare le giuste e decisive manovre, in grado di ridurre il debito pubblico del nostro Paese, abbassare il peso fiscale che grava sulle spalle dei cittadini, trovare le coperture per poter effettuare tali tagli e procedere con la Flat Tax applicata anche a lavoratori, pensionati e nuclei familiari. L’economia italiana deve essere rilanciata prendendo le giuste decisioni in maniera più possibile tempestiva. Intanto si parla anche del futuro del bonus Renzi. Che fine faranno gli 80 euro in busta paga?
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Economia: il destino del bonus Renzi
Il destino del bonus Renzi di 80 euro in busta paga è vacillante. Già dai mesi scorsi, il Governo stesso ha fatto ben intendere che tale bonus quasi sicuramente sarà trasformato e diventerà altro. Tuttavia, fino ad ora si è parlato della possibile trasformazione del bonus in detrazione fiscale oppure in contributi veri e propri. Altra ipotesi è quella di utilizzare il bonus Renzi per trovare le coperture necessarie alla Flat Tax.
Insomma, se il bonus sembra destinato ad essere modificato o trasformato in altro, non si conosce ancora bene come ed in cosa sarà mutato. Tutto ciò che si conosce con sicurezza è che il Governo deve trovare 23 miliardi di euro, entro dicembre, per evitare l’aumento dell’Iva. Bisogna solo vedere come e dove trovare questi soldi, senza gravare ulteriormente sulle spalle dei contribuenti.
Il bonus Renzi come finanziamento della Flat Tax
Una delle ipotesi ad oggi più gettonata è quella che vedrebbe il bonus introdotto da Renzi, diventare un finanziamento per la Flat Tax nel 2020. I 23 miliardi di aumenti dell’Iva, saranno coperti con circa 23 miliardi provenienti dal taglio di determinati sgravi fiscali ed agevolazioni presenti nell’attuale sistema fiscale. Gli 80 euro connessi al bonus Renzi, saranno invece, stando alle ultime notizie, utilizzati per le coperture necessarie alla Flat Tax applicata anche alle famiglie. Tuttavia, i contribuenti stessi sono preoccupati all’idea di dover dire addio a determinate agevolazioni fiscali e detrazioni. Claudio Durigon, il sottosegretario al Lavoro, ha affermato come le coperture necessarie alla Flat Tax, saranno recuperate facendo un “sano deficit” necessario per rilanciare l’economia italiana.
Possiamo realmente permetterci un altro deficit?
Stando alle parole di Durigon, la domanda sorge spontanea: il nostro Paese può davvero permettersi di fare un’altro debito? Ricordiamo che siamo sotto il controllo vigile ed attento dell’Ue che ha chiesto più volte all’Italia di ridurre dello 0,6% il saldo strutturale, che dopo alcune trattative potrebbe scendere allo 0,1 o 0,2%. Insomma, permettersi altri deficit sembra una mossa abbastanza azzardata. Da qui l’idea di adoperare il bonus Renzi che costa intorno i 9 miliardi di euro. Intanto arriva anche la smentita del leghista Matteo Salvini, che nega di voler adoperare tale bonus per andare a tagliare le tasse degli italiani.
Una Flat Tax con l’abolizione delle detrazioni fiscali e del bonus Renzi
Secondo un recente studio effettuato dall’Unione Italiana del Lavoro (Uil), nel caso in cui la nuova riforma fiscale fosse accompagnata dall’abolizione delle detrazioni fiscali e del bonus Renzi di 80 euro in busta paga, andrebbe a discapito di alcuni. In particolare, tutto questo avrebbe un effetto negativo sui redditi fino a 26.600 euro lordi all’anno che si troverebbero a dover pagare più tasse.
Facendo un esempio, un contribuente con un reddito lordo annuo pari a 13.490 euro, avrebbe un aumento delle tasse di quasi 1.774 euro. Se prendiamo come esempio un contribuente con un reddito lordo annuo di 22.830 euro, questo avrebbe un aumento delle tasse pari a 985 euro. Tuttavia, questo studio condotto dalla Uil, ipotizza l’abolizione delle detrazioni e del bonus Renzi, cosa che resta per ora solamente un’ipotesi, ma nulla ancora di concreto e confermato. Non ci resta che aspettare le strategie che saranno studiate e scelte dal Governo.
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