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Che cos’è e come funziona il Centro per l’impiego e perché iscriversi

Centri per l’impiego, cosa sono e come funziona, la differenza con le Agenzie del lavoro e gli uffici di collocamento, obiettivi, compiti e perché è consigliata l’iscrizione

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Ai centri per l’impiego è affidato il controllo e la gestione dello stato occupazionale di un determinato territorio. I loro servizi sono molteplici e il loro ambito di azione è il mercato del lavoro di una determinata provincia e/o regione. Per capire però quali sono i motivi per cui è consigliata l’iscrizione al Centro per l’impiego di riferimento dobbiamo partire da quelle che sono – oggi – le sue principali attività e gli obiettivi che l’ente persegue. Andiamo con ordine.

Gli uffici di collocamento lasciano il posto ai Centri per l’impiego: le differenze

Centro per l'impiego

I Centri per l’impiego hanno ufficialmente preso il posto degli uffici di collocamento a partire dalla fine degli anni ’90, con l’approvazione del decreto legislativo 469/1997. L’Istituzione di queste nuove entità ha permesso al legislatore di ridefinire gli ambiti di azione di questi enti, stabilendo e delineando con più precisione quelli che sono i compiti e gli obiettivi da perseguire. È sbagliato, però, pensare che il Centro per l’impiego abbia semplicemente sostituito gli uffici di collocamento, poiché l’intervento che è stato fatto può essere definito più come una sorta di riforma, volta a superare vecchie consuetudini e a istituirne di nuove, più al passo con i tempi.

Una delle principali differenze tra i Centri per l’impiego così come noi li conosciamo e gli uffici di collocamento, per esempio, è quella relativa al rilascio del libretto di lavoro: un documento che ripercorreva la storia lavorativa della persona alla ricerca di un’occupazione e che, dal 2002, è stato sostituito dalla scheda professionale, ovvero un curriculum vitae più completo e integrato dalla sezione pertinente al percorso formativo.

I Centri per l’impiego hanno però ereditato dai vecchi uffici di collocamento la funzione “pubblica”, essi sono e rimangono uffici che offrono tutta una serie di servizi al cittadino (finalizzati alla sua riqualificazione professionale), sono gestiti a livello territoriale e da dipendenti pubblici statali. Il loro obiettivo principale, nonché scopo per il quale nascono, è quello di trovare un impiego a chi non lo ha mai avuto e/o è rimasto senza. L’iscrizione al Centro per l’impiego non è obbligatoria per i disoccupati ma è necessaria per il riconoscimento di alcuni sostegni che lo Stato garantisce a chi è privo di lavoro (come la Naspi o il Reddito di Cittadinanza).

Differenze tra Centri per l’impiego e Agenzie del lavoro

Discorso diverso invece per quanto riguarda le Agenzie del Lavoro (le vecchie agenzie interinali), che dai Centri per l’impiego si differenziano perché sono enti privati e non pubblici.

Un’altra differenza importante riguarda l’iscrizione: mentre il cittadino può rivolgersi – e iscriversi – ad un solo Centro per l’Impiego (quello di competenza del proprio territorio), lo stesso vincolo non vale per le Agenzie. Un individuo in cerca di una collocazione può infatti rivolgersi a più Agenzie del lavoro.

centro per l'impiego

In entrambi i casi si tratta di enti che offrono prevalentemente orientamento e avvio al lavoro, le agenzie private però offrono principalmente opportunità in somministrazione (ovvero assumono per conto delle aziende clienti) mentre i Centri per l’impiego hanno anche carattere assistenziale e sociale, poiché seguono i soggetti in un percorso più ampio che tiene conto della loro riqualificazione, in modo da rendere di nuovo collocabili anche quelle figure che – per i motivi più diversi – non risultano facilmente spendibili sul mercato del lavoro.

Compiti e obiettivi del Centro per l’Impiego

I Centri per l’Impiego nascono per un motivo specifico, a cui poi possono farsi convergere poi anche tutti i loro compiti principali, ovvero: cercare e trovare lavoro alle persone che a questi enti si rivolgono. Tale scopo racchiude in sé attività finalizzate a:

  • Collocamento dei lavoratori nel settore privato;
  • Collocamento cosiddetto “obbligatorio” dei lavoratori appartenenti alle Categorie Protette(ai sensi della Legge 68/1999);
  • Avviamento al lavoro dei vincitori dei concorsi pubblici, escluse le Amministrazioni statali centrali;
  • Orientamento al lavoro e mediazione tra domanda e offerta;
  • Promuovere iniziative di inclusione per colmare eventuali gap occupazionali (contro le disparità di genere per esempio);
  • Programmazione e gestione progetti di avviamento al lavoro (tirocini, stage etc.).

Alla Direzione provinciale del Lavoro è invece affidato il compito di: vigilare in materia di lavoro (servendosi degli Ispettori del Lavoro), mediare nelle vertenze portate all’attenzione delle Commissioni, recepire e far proprie le disposizioni delle Ue trovando un raccordo con gli organismi internazionali.

I Centri per l’impiego ai tempi del Reddito di Cittadinanza: il ruolo dei navigator

I Centri per l’impiego, bisogna dirlo, sono tornati alla ribalta soprattutto a seguito dell’approvazione del Reddito di Cittadinanza, diventando il punto di riferimento per tutti i beneficiari del sussidio che sono rimasti senza lavoro e/o sono in cerca di un impiego.

Un ruolo importante in questo senso assumono i navigator, che all’interno dei Centri per l’Impiego si occupano principalmente di orientamento lavoro: aiutano i beneficiari del Reddito di Cittadinanza a collocarsi all’interno del mercato occupazionale, li guidano nella ricerca attiva di un impiego, offrono la possibilità di seguire corsi di formazione o di specializzazione professionale e, in generale, assumono il ruolo di mediatori filtrando le varie offerte e incrociandole con quella che è la domanda del momento.

Il riconoscimento del Reddito di Cittadinanza

Il riconoscimento del Reddito di Cittadinanza comporta il riconoscimento di determinati diritti ma anche di altrettanti doveri. Chi usufruisce del sostegno economico statale, in quanto persona in difficoltà e priva di un lavoro che assicuri entrate certe, deve prima di tutto recarsi al Centro per l’Impiego di competenza per il territorio in cui risiede o è domiciliato e, dopo essere stato chiamato a colloquio, firmare il cosiddetto “Patto per il lavoro”, impegnandosi ad accettare e intraprendere il percorso che il navigator – tenendo conto della sua situazione e delle sue qualifiche – gli proporrà al fine di collocarlo all’interno del mercato del lavoro.

Con la firma del Patto per il lavoro, quindi, il beneficiario del RdC dà la sua disponibilità immediata al lavoro (dichiarando automaticamente di essere al momento privo di un impiego) e aderisce al percorso personalizzato che il navigator ha stilato per lui. Dare disponibilità immediata vuol dire accettare le offerte di lavoro che gli verranno proposte, con la consapevolezza che ogni rifiuto lo avvicina sempre di più alla perdita del sussidio. Funziona infatti così: il percettore del Reddito di Cittadinanza ha la possibilità di rifiutare per un massimo di tre volte il lavoro che il navigator ha trovato per lui, ma deve accettare almeno una proposta. In caso contrario, qualora i rifiuti risultino ingiustificati (e se le offerte di lavoro risultano essere congrue), si perde il diritto al sussidio.

Bisogna specificare, in fine, che dal Centro per l’Impiego non verrà collocato solo colui che ha richiesto e ottenuto il Reddito di Cittadinanza, ma anche eventuali componenti della sua famiglia che risultano essere idonei ad iniziare un percorso di avviamento professionale/lavorativo. Tale percorso, nello specifico, impegna il Centro dell’Impiego a:

  • Collaborare con l’operatore – il navigator – nella redazione del Patto per il lavoro, aiutandolo a definire competenze e qualifiche finalizzate al collocamento;
  • Accettare e rispettare tutti gli impegni che la firma del Patto per il lavoro comporta, come la partecipazione ai colloqui, la frequentazione di corsi di formazione e accettare, come già accennato sopra, una delle tre offerte di lavoro risultate in linea con il profilo del beneficiario del RdC;
  • Rendersi disponibile per la partecipazione a progetti comunali di pubblica utilità (di carattere culturale, sociale, ambientale etc.), prestando il proprio servizio per un massimo di 8 ore alla settimana.

È ovvio che, al contrario di come purtroppo le cronache spesso ci hanno raccontato, non è possibile percepire il Reddito di Cittadinanza e allo stesso tempo continuare a lavorare in nero. Il servizio di assistenza offerto dal Centro per l’impiego si rivolge infatti a coloro che si trovano in una situazione di difficoltà e che hanno bisogno di essere guidati e aiutati nella ricerca attiva di un lavoro. Ogni comportamento fraudolento, pertanto, farà scattare i controlli delle autorità ed esporrà i “furbetti” non solo alla perdita del Reddito di Cittadinanza ma a tutte le sanzioni (amministrative e pecuniarie) che tale infrazione comporta.  

Come iscriversi al Centro dell’Impiego

cpi

L’iscrizione al Centro per l’Impiego – come già detto – non è obbligatoria. Prima di entrare nei meriti cercando di capire se è perché è consigliabile iscriversi, bisogna capire necessariamente quando e a chi è permessa l’iscrizione stessa.

Va detto che la procedura di iscrizione è davvero molto semplice: sarà infatti sufficiente recarsi presso uno degli uffici presenti sul territorio, muniti di documento d’identità e codice fiscale. Una volta arrivati sul posto sarà poi necessario compilare il modulo ad hoc, inserendo ovviamente tutte le informazioni riguardanti l’ambito lavorativo. A tal proposito, quindi, potrebbe essere utile – oltre che consigliato – presentarsi al Centro per l’Impiego con i documenti inerenti l’ultimo contratto di lavoro, curriculum vitae aggiornato ed eventuali certificazioni/attestati di corsi di formazione, scuole professionali etc.

Arrivati a questo punto, però, è importante chiarire che sono due le modalità di iscrizione ai registri dei Centri per l’Impiego, ovvero:

  • effettuando la cosiddetta DID, ossia la Dichiarazione di immediata disponibilità che riconosce lo stato di disoccupazione (e il relativo trattamento economico/assistenziale) ma obbliga a presentarsi periodicamente al Centro, su appuntamento, per un rinnovo periodico;
  • registrandosi semplicemente nella Banca Dati del Centro per l’Impiego, rimanendo nei registri e usufruendo del servizio di avviamento al lavoro.

L’iscrizione da diritto ad usufruire di tutti i servizi promossi dal CPI ed è concessa ai chi ha un’età compresa tra i 15/16 e i 65 anni (15 se si è già assolto l’obbligo scolastico) ed è un disoccupato o inoccupato residente o domiciliato in una provincia italiana (mentre per gli stranieri è necessario il possesso di un permesso di soggiorno valido).

In alcuni Centri per l’Impiego, inoltre, è possibile anche procedere con l’iscrizione online. Va ricordato poi che il Centro per l’Impiego è un servizio pubblico gestito a livello territoriale e quindi, sia in caso di iscrizione in sede che online, bisogna effettuale l’iscrizione o nella provincia di residenza o in quella dove si ha il domicilio (ovvero dove magari si è rimasti a lavorare e vivere).

Perché iscriversi al Centro per l’Impiego 

Posto che l’iscrizione al Centro per l’Impiego non comporta nessun onere, la vera domanda da porsi a questo punto dovrebbe essere: perché non farlo? Essere iscritti al Centro per l’Impiego vuol dire avere accesso a tutti i servizi e i programmi di avviamento al lavoro promossi in ambito provinciale, regionale e statale.

Chi inoltre dichiara lo stato di disoccupazione, oltre a sottoscrivere la Dichiarazione di immediata disponibilità (DID), ha la possibilità di sottoscrivere il Patto di servizio personalizzato che, come un contratto, lo impegnerà nei programmi promossi in ambito delle politiche attive del lavoro, il che non concerne solo la ricerca di un impiego, ma anche l’accesso a determinati corsi di formazione, tirocini, colloqui di lavoro, oltre che al diritto di richiedere e ottenere i trattamenti di sostegno economico riconosciuti dallo stato a chi non lavoro e non ha un’entrata fissa.

Una cosa da non sottovalutare, in fine, è quella relativa alle agevolazioni statali riconosciute ai datori di lavoro. Spesso infatti le aziende hanno diritto a determinati incentivi se assumono persone disoccupate e/o inoccupate. L’iscrizione al Centro per l’Impiego, che è sempre meglio riportare anche nel proprio curriculum vitae, può quindi essere determinante per l’ottenimento di un lavoro: attesta infatti lo stato di disoccupazione e, pertanto, spiana la strada ad una corsia di preferenza ai colloqui. L’imprenditore, consapevole dei benefici che potrebbe trarre dall’assunzione, sarà molto più propenso all’inserimento in azienda di un profilo che risulta essere in linea con la posizione ma iscritto ai registri del CPI. Così facendo, di fatto, otterrà un doppio vantaggio: trovare la persona che stava cercando e ottenere un ritorno anche in termini economici.

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