Aiutare a focalizzarsi sull’obiettivo da raggiungere, superando gli ostacoli che si presentano lungo la via e imparando a cogliere le opportunità che si presentano, nell’ottica di un processo finalizzato alla crescita e al miglioramento. Il coaching si sta rivelando strumento molto potente, conosciuto, utilizzato ed apprezzato dalle aziende che puntino al miglioramento della propria organizzazione interna e dalle persone interessate allo sviluppo di uno stile di leadership più moderno e funzionale al raggiungimento degli obiettivi di business.
Indice
Che cos’è il coaching
Il termine stesso, nella sua traduzione dall’inglese (coach = vettura), indica la necessità di effettuare un percorso, che prende le mosse da un punto di partenza, ovvero dalla presa di coscienza della realtà nella quale l’individuo si trova in quel momento, per muoversi verso l’obiettivo finale, che deve essere specifico e misurabile. In questo percorso il coach e il cliente – che prende il nome di coachee – lavorano affiancati, in una sorta di partnership basata su un patto di fiducia, al raggiungimento del risultato che era stato prefissato.
Il coach non è uno psicologo, né un consulente
Proprio da questo si evince la prima differenza tra una disciplina come il coaching e la psicologia. Il coachee lavora al suo processo di miglioramento in piena responsabilità e autonomia e il coach non effettua alcuna valutazione interpretativa sulla personalità del cliente, focalizzando invece la sua attenzione sullo sviluppo della consapevolezza e insieme mettendo in campo tutta la sua abilità nell’ascolto attivo, nella capacità di fare le giuste domande e nel dare il giusto feedback, per far sì che le azioni intraprese vadano nella direzione del raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Anche qui, stimolando il coachee a far emergere le sue soluzioni e strategie, e non fermandosi all’indicazione della strada da seguire. Per questo la figura del coach si differenzia anche da quella del consulente: il rapporto con il cliente è di tipo orizzontale, di affiancamento, e mai gerarchico o unidirezionale.
Coaching e gestione delle Risorse Umane
Oggi come oggi, in azienda il coaching è utilizzato sia orientato verso il manager (individuale) che verso il personale (team), e stando ai recenti dati di una ricerca svolta dall’Associazione Italiana per la Direzione del Personale (AIDP) viene utilizzato da circa il 70% dei Direttori e Responsabili HR. I numeri raccolti tra gli associati, nel settembre del 2021, parlano abbastanza chiaro in favore della penetrazione della metodologia del coaching nei meccanismi quotidiani della formazione aziendale: conosciuta da oltre l’80% degli intervistati, viene utilizzata nella sua versione individuale in circa il doppio dei casi rispetto a quella in team, da parte di coach e professionisti accreditati.
Tra gli aspetti degni di interesse che emergono dalla ricerca spicca l’indicazione, espressa dal 60% degli intervistati, di un progressivo aumento e sviluppo della cultura aziendale orientata al coaching, così come la preferenza per la sua forma in presenza, rispetto a quella in modalità a distanza, attraverso le piattaforme di comunicazione.
Coaching e stile di leadership
Quasi plebiscitaria (circa l’84%) la risposta affermativa alla domanda: “Pensi che il tuo personale stile di leadership presenti punti in comune con le attività di un coach”? Un dato che apre a una riflessione sugli aspetti condivisi tra il leader/manager e il coach. Pur con tutte le differenze del caso, non si può non notare come le competenze relazionali, la capacità di lavorare in squadra, risolvere i problemi, stimolare la creatività e puntare su uno stile comunicativo chiaro ed efficace assumano una sempre maggiore importanza nel ritratto del leader moderno. E sono tutte abilità che non possono mancare in un buon coach.
Non si può quindi che accogliere positivamente la tendenza da parte di quanti esercitino la leadership ad approfondire e usare le competenze del coaching. Questo non potrà che riverberarsi sulla cultura aziendale promuovendo l’ascolto, un feedback che non si esaurisca nel giudizio, lo stimolo ad individuare e perseguire obiettivi concreti, nonché l’aumento della fiducia necessaria a superare un’organizzazione strettamente gerarchica, sostituendola con rapporti basati sulla fiducia e sull’autonomia.
Come sempre sottolineiamo: alla base di tutto c’è sempre una corretta formazione, anche perché trovarsi a dover improvvisare senza aver assorbito le necessarie competenze può rivelarsi deleterio per la propria organizzazione. Affidarsi ai giusti professionisti, e sapersi continuamente aggiornare, sono gli elementi fondamentali per produrre risultati tangibili anche in termini di business.
Articolo redatto da Studio Felli
Cerchi un nuovo lavoro?
Per avere sempre offerte di lavoro reali e verificate nella tua casella email in linea con le tue esigenze: Registrati su Euspert Bianco Lavoro