Codice Unico Contratti, le nuove disposizioni Cnel per contrastare i contratti pirata e l’ambito d’azione dell’Inps: cos’è, come e quando si applica. Cosa prevede il disegno di legge S. 1232.
Mercoledì 27 marzo 2019 è stato approvato dal Senato il disegno di legge S. 1232, presentato dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro per la creazione di un codice unico dei contratti.
Indice
Codice Unico nei contratti di lavoro: gli obiettivi
Il nostro ordinamento obbliga i datori di lavoro privati che operano in un determinato ambito economico a rifarsi sempre al Ccnl del settore di riferimento quando e se scelgono di assumere del personale. All’interno di uno stesso settore, però, coesistono diversi accordi collettivi a cui un’azienda può fare riferimento e tutto questo, come è facile intuire, spesso genera confusione e favorisce la creazione di situazioni ambigue e poco chiare tra datori di lavoro, lavoratori ed istituzioni.
L’introduzione del codice unico ha quindi come obiettivo il contrasto della proliferazione di tutti quei contratti pirata che, eludendo la legge, finiscono col danneggiare i lavoratori e compromettere il sistema socio – previdenziale. La creazione di un codice unico per ogni contratto collettivo nazionale avverrà tramite la collaborazione costante e continua tra Cnel e Inps.
Con l’andare del tempo questa cooperazione permetterà inoltre di creare una sorta di archivio storico, semplicemente basandosi sulle comunicazioni mensili che aziende, imprese, datori di lavoro e consulenti fiscali invieranno con cadenza regolare all’Inps (che a sua volta li trasmetterà al Cnel). Fonti certe e procedure chiare garantiranno maggiore trasparenza e, cosa più importante, eviteranno il diffondersi di situazioni equivoche e poco corrette.
Codice Unico Cnel – Inps: cos’è e come si applica ai contratti
Nel ddl presentato dal Cnel e approvato dal Senato è stata specificata la procedura di identificazione, applicazione e trasmissione del Codice Unico. Tale decreto ha individuato un codice unico per ogni contratto collettivo nazionale e/o accordo collettivo depositato, archiviato e valido ai fini dell’applicazione. Per ogni Ccnl o accordo, dunque, è stata adesso definita una sequenza alfanumerica di riferimento. Questa dovrà essere inserita in ogni comunicazione fatta dal datore di lavoro all’Inps.
Il Codice Unico, pertanto, dovrà essere indicato nelle denunce retributive mensili e nelle comunicazioni digitali dei flussi uniemens (relativi ai versamenti contributivi effettuati mensilmente). Il codice Unico, in pratica, andrà ad accompagnare l’indicazione del contratto collettivo nazionale o accordo collettivo applicato al singolo lavoratore. Sarà un punto di riferimento per l’Ente (che per eventuali controlli saprà già con sicurezza a quale norme rifarsi) ed eviterà il ricorso a direttive, circolari e/o disposizioni che pur riguardando un determinato ambito economico poco hanno a che fare con l’attività specifica svolta dal singolo.
Contratti pirata: cosa sono e come si intende contrastarli con l’introduzione del Codice Unico
L’introduzione del Codice Unico, come anticipato sopra, ha come scopo finale quello del contrasto (fino alla totale eliminazione) dei cosiddetti contratti pirata. Con questo termine si fa riferimento a tutti quegli accordi tra datore di lavoro e lavoratore che applicano norme e disposizioni che non coincidono con quelle riportate dal Ccnl per la categoria di riferimento. Basta pensare che ad oggi, tenendo conto dei diversi settori lavorativi, sono stati individuati circa 888 accordi collettivi. Di questi, per esempio, 229 riguardano solo il commercio.
Chi opera in questo ambito, dunque, ha un numero esagerato di fonti a cui fare riferimento se e qualora volesse usare la legge per eludere il fisco. Potrebbe difatti applicare una determinata norma ad un lavoratore, rifacendosi appunto ad uno di questi accordi, ma la stessa potrebbe non sempre essere valida (o comunque affine) al tipo di attività svolta poi concretamente dal singolo. Con l’applicazione di un Codice Unico per ogni contratto collettivo nazionale, invece, sia il datore di lavoro che gli Enti responsabili della supervisione e del controllo avranno maggiori certezze. Ai lavoratori, inoltre, verrà assicurata una parità di trattamento in tutti gli ambiti lavorativi.
Questa procedura permetterà infatti al Cnel di codificare i contratti, individuare una procedura unica e costituire un’anagrafe comune dei contratti collettivi nazionali. La mappatura nazionale dei Ccnl divisi per settore sarà poi utile all’Inps per i suoi fini istituzionali, semplificando di non poco il lavoro di verifica all’Istituto affidato. Basterà in questo caso rifarsi al codice unico indicato nelle comunicazioni mensili per avere chiare norme e contratto collettivo applicato al singolo lavoratore.
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