Esce oggi, sulla gazzetta ufficiale, il bando per il concorso scuola per l’assegnazione di 11.542 cattedre di ruolo per il biennio 2013/15 (7.351 a partire dall’anno scolastico 2013-14 e 4.191 dal 2014-15).
E’ il primo grande concorso dopo il lontano 1999 ma sta suscitando tantissime proteste tra chi, già vincitore di concorso, si ritrova da anni precario.
Il Ministro della Pubblica Istruzione, Profumo, promette “da questo concorso non nasceranno nuove graduatorie. Questa volta il concorso o si vince o si perde.”
Nell’idea del Governo, questo maxi concorso servirà da un lato a coprire il 50% dei posti precari e dall’altro ad alzare il livello qualitativo dell’insegnamento con delle nuove prove che il Ministro Profumo dice di voler controllare personalmente.
Al concorso avranno accesso solo candidati con abilitazione (salvo rare eccezioni di titoli equipollenti) che dovranno sostenere una preselezione. Un test composto da 50 domande a risposte multiple da terminare in 50 minuti. La prova si svolgerà al computer che con un apposito programma selezionerà automaticamente le domanda da una batteria di 3.500. Queste domande verranno rese pubbliche in anticipo per dar modo ai candidati di prepararsi.
Passeranno alla prova scritta solo i candidati che avranno ottenuto un risultato uguale o maggiore di 35 punti. Questa prova sarà un questionario a risposta aperta; per chi si candida in materie tecnico-scientifiche prevederà anche una parte da svolgersi in laboratorio.
Infine ci sarà una prova orale. Ogni candidato dovrà simulare una lezione di 30 minuti fronte ad una commissione. L’argomento sarà estratto dal candidato 24 ore prima della prova orale. La commissione potrà anche decidere di approfondire la conoscenza delle lingue straniere, della legislazione scolastica e delle norme disciplinari.
Una modalità concorsuale sicuramente innovativa che però non convince sindacati e associazioni dei precari così come l’intera decisione di aprire un nuovo concorso quando ci sono migliaia di precari che hanno maturato anni di esperienza di cattedra.
La protesta si era fatta molto accesa nei giorni scorsi con manifestazioni e sit-in che però non hanno portato grandi risultati se non un colloquio tra sindacati e Ministro.
Il primo oggetto della protesta è il concorso stesso che non è pensato per aprire le porte ai giovani (visti i requisiti richiesti) ma per riassegnare a persone che già lavorano nella scuola un ennesimo posto precario.
Il concorso infatti, secondo un comunicato stampa dei precari uniti contro i tagli “calpesta i diritti di docenti abilitati, che vantano numerosi titoli e anni di servizio, aventi pieno titolo all'assunzione, i quali verrebbero umiliati da una procedura obsoleta, viziata dal clientelismo, dispendiosa e condotta con sistemi fallimentari (quiz), di recente condannati dai più grandi intellettuali del paese.”
Il secondo punto è il numero di posti aperti, meno di 12.000, in tutta Italia (con numeri maggiori nel sud) e per tutti i livelli di istruzione. Secondo la FLC CGIL i precari sono altre 50.000, quindi questo dispendioso concorso non risolverà di certo la drammatica situazione della scuola in Italia.
Le proteste poi entrano nel merito dei requisiti richiesti, delle modalità di svolgimento nonché dell’investimento economico (circa un milione di euro) che potrebbe vertere altrove.
Sostiene il segretario generale di FLC CGIL Domenico Pantaleo, il concorso "è la modalità più trasparente e democratica per il reclutamento nel pubblico impiego" ma in questo momento è necessario "prioritariamente un piano di stabilizzazione per i precari". E continua “questo concorso in questa fase non serve, è uno spreco di denaro, è del tutto inutile e non garantisce le persone che da tempo sono all'interno della scuola e fanno funzionare le scuole".
Il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, esprime parere positivo sulla proposta di bando di concorso scuola per ciò che riguarda i programmi d’esame, le prove e la valutazione dei titoli, ma evidenzia alcune "inadeguatezze tempistiche" soprattutto rispetto alla situazione del precariato e al fatto che è appena iniziato il nuovo percorso abilitante attraverso i TFA.
Anna Fedeli, segretaria nazionale FLC CGIL , “una scuola di qualità non può avere un quarto dei docenti precari, a volte anche la metà, e siamo fermamente convinti che il concorso servirà solo a sparigliare l’unità dei precari e non a creare una soluzione di docenza di qualità”.
Altri precari intervistati durante la manifestazione:
“Esaurire le graduatorie di merito e ad esaurimento prima di fare nuovi concorsi”.
“Ho 2 lauree con 110 e lode, abilitata, esperienza di cattedra, cosa altro devo dimostrare?”.
“ Ci mettete ancora una volta l’uno contro l’altro ma noi dobbiamo restare uniti se vogliamo una scuola migliore”.
E durante il sit-in:
“Il concorso non si deve fare perchè noi abbiamo già dato. Ci siamo laureati, abbiamo fatto concorsi, corsi di aggiornamento. E ora ci chiedono di metterci di nuovo alla prova dopo anni di precariato in cattedra”.
Nonostante le migliori intenzioni del Ministero per far crescere qualitativamente il settore formazione in Italia, oltre al concorso si sta pensando ad incentivi che rendano il lavoro dell’insegnante meritocratico, nella pratica si evidenziano grandi lacune nel sistema che forse non saranno colmate nei tempi stabiliti.
Cerchi un nuovo lavoro?
Per avere sempre offerte di lavoro reali e verificate nella tua casella email in linea con le tue esigenze: Registrati su Euspert Bianco Lavoro