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Quando spetta il congedo parentale, quanti giorni sono e come viene pagato

A quanto ammonta il congedo parentale? Ne ha diritto anche il padre? E chi lavora in proprio? Come fare domanda per ottenerlo? Tutte le risposte nel dettaglio in questa pagina!

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E così stai per avere un bambino? Complimenti innanzitutto! E’ una delle più belle emozioni del mondo. Se lavori come dipendente ora starai quindi cercando tutte le informazioni per capire come madre e padre possono usufruire del congedo parentale, quindi assentarsi dal lavoro per accudire il proprio baby! Il congedo parentale è un periodo di assenza dal lavoro che uno o entrambi i genitori possono richiedere per occuparsi del bambino appena nato, qualora i loro requisiti soddisfino determinate condizioni per ricevere l’indennità.

Che cos’è, in cosa consiste praticamente il congedo parentale?

Per fare in modo che i bambini possano essere accuditi al meglio nei primi anni di vita, già i padri costituenti avevano previsto un articolo della Costituzione Italiana che protegge la madre ed il suo bambino. Si tratta di una parte dell’articolo 37, che recita:

La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

Oggi poi, con l’evoluzione del lavoro e della società, tali diritti sono estesi in Italia anche al padre (come già era da tempo nei paesi scandivavi, come ad esempio per chi lavora in Norvegia o Svezia), come ti farò vedere nel dettaglio nei paragrafi successivi.

congedo parentale

Il congedo parentale è una forma di tutela per i genitori lavoratori che nel primo periodo della nascita di un figlio, hanno bisogno di più tempo a disposizione per accudirlo e quindi devono assentarsi dal lavoro. L’astensione dall’attività lavorativa è necessaria non solo per soddisfare i bisogni primari del bambino, ma anche per quanto riguarda la necessità affettiva e relazionale, almeno per i primi mesi e anni di vita di un figlio.

La sua funzione principale è proprio quella di poter disporre di maggior tempo libero per stare insieme al bambino. In passato il diritto del lavoro prevedeva due leggi pre-vigenti separate, istituite dall’astensione facoltativa o obbligatoria dal lavoro. Queste due leggi sono poi confluite nell’attuale congedo parentale. Esistono varie forme e tipologie di congedo, esse differiscono per modalità di richiesta e per uso del tempo (giorni o ore) di assenza dal lavoro a disposizione per accudire il bambino. Approfondiremo nei dettagli ogni particolare riguardo questa norma.

Congedo parentale a ore

È possibile frazionare il congedo e alternare le assenze, in questo modo è possibile usufruire soltanto di alcune ore di assenza dal lavoro al giorno, in riferimento all’orario settimanale complessivo.

Una delle innovazioni che la normativa vigente ha subito nel 2015, riguarda le modalità di utilizzo orarie del congedo anche per i dipendenti della Pubblica Amministrazione che fino ad allora erano stati esclusi. Ecco quali sono nello specifico le novità dal 2015 per il congedo a ore.

  • La madre che lavora può usufruire del congedo per determinate ore a patto che siano sempre pari di numero, di solito alla metà dell’orario giornaliero medio. Il numero di ore a disposizione è basato sull’orario settimanale complessivo: se ad esempio lavori 8 ore al giorno, ti spetteranno 4 ore di congedo. La metà dell’orario di lavoro settimanale è il tetto massimo di ore di assenza dal lavoro disponibili, la lavoratrice si può accordare con il dirigente per gestire al meglio le ore disponibili senza intaccare l’operatività e l’efficacia del servizio svolto.
  • Se non sono state ancora contrattate le ore settimanali definitive, il congedo avviene sulla base delle ore giornaliere. Ad esempio un congedo di 2 ore potrebbe essere un permesso costante disposto sulla base di un periodo complessivo di sei mesi, sempre in relazione alle ore giornaliere totali da svolgere.
  • Sono presenti diverse modalità che possono essere utilizzate dal lavoratore e sono divise in ore, giornate e mesi. È molto importante però, che l’accordo tra il dirigente e il lavoratore, soddisfi i criteri di corretto svolgimento del servizio e non ne limiti la funzionalità, creando disfunzioni e assenze selvagge che riducano il personale oltre la soglia di efficacia del servizio offerto dall’azienda o dalla Pubblica Amministrazione, limitandone la qualità.
  • Per quanto riguarda il congedo a ore, non vengono conteggiati i giorni di domenica e sabato, come invece accade per le richieste di congedi di intere settimane ove fossero presenti quei giorni.

Abbiamo trattato un approfondimento più dettagliato del congedo parentale ad ore, qui:

Chi ha diritto al congedo parentale e quando spetta

Hanno diritto al congedo tutti i genitori (madri e padri) che sono lavoratori o lavoratrici dipendenti, anche gli ex IPSEMA (ma anche ad alcuni non dipendenti, come vedremo tra poco).

In particolare, il congedo parentale per madri e padri spetta:

  • Lavoratori dipendenti del settore privato o pubblico;
  • Genitori che abbiano uno o più rapporti di lavoro in corso;
  • Lavoratori iscritti alla gestione separata – parasubordinati, lavoratori a progetto:  sono previste per queste categorie di lavoratori delle tutele di malattia e un congedo di 3 mesi entro il primo anno di vita del bambino a fronte di almeno tre mesi di contributi versati. In questo caso il congedo parentale è pari al 30% del reddito preso come riferimento per la corresponsione dell’indennità di maternità. Queste tutele sono applicate anche in caso di adozione o affidamento;
  • Lavoratrici autonome, come artigiane, commercianti, coltivatrici dirette, mezzadre, imprenditrici agricole professionali, che abbiano pagato i contributi inerenti al mese precedente a quello in cui ha inizio il congedo, a patto che vi sia l’effettiva astensione dall’attività lavorativa.

Lavoratori agricoli con contratto di lavoro a tempo determinato (O.T.D.) che rientrino in una delle seguenti situazioni:

  • Se il congedo parentale è richiesto nel primo anno di vita del bambino sono necessarie almeno 51 giornate di lavoro in agricoltura nell’anno precedente. In questo caso si potrà essere indennizzati anche per estensioni che si protraggono nell’anno successivo;
  • Se richiesto dopo il primo anno ed entro il terzo anno di vita del bambino, è necessario avere lo status di lavoratore, ovvero iscrizione negli elenchi agricoli e 51 giornate di lavoro in agricoltura effettuate nell’anno precedente o in quello in corso purché le giornate di lavoro siano state effettuate prima dell’inizio del congedo stesso;

Non hanno invece diritto all’indennità di congedo i seguenti soggetti e categorie lavoratrici.

  • Genitori lavoratori e lavoratrici a domicilio.
  • Genitori lavoratrici e lavoratori domestici (colf, badanti, baby sitter, etc…).
  • Genitori sospesi o disoccupati.

Congedo parentale per artigiani e commercianti

Oltre per i dipendenti, lo Stato italiano riconosce ed estende questo diritto anche ai professionisti iscritti alla gestione separata, ai parasubordinati, ai venditori a domicilio, a porta a porta e a progetto.

Per chi lavora in proprio, L’INPS riconosce infatti a pieno titolo l’indennità del congedo anche alle donne artigiane o commercianti. La peculiarità della norma è che solo le donne che svolgono questi lavori ne hanno pieno diritto, intatti questa regola non vale per i padri che svolgono attività di commercianti o artigiani. La durata massima del congedo è di 3 mesi totali, possono essere frazionabili o continuativi e sono disponibili solo nel primo anno di vita del bimbo.

Cosa accade se la madre è commerciante o artigiana e il padre è lavoratore dipendente? In questo caso il congedo spetta di diritto ad entrambi. La durata totale massima è di 10 mesi, 7 mesi per il padre e 3 per la madre, l’indennizzo non supera i 6 mesi complessivi nei primi 3 anni e corrisponde al 30% della retribuzione, calcolata sull’indennità giornaliera in maternità obbligatoria.

Parto gemellare, adozioni ed affidi

Nell’ipotesi di parto gemellare o plurigemellare, o in caso di adozione e affidamento di più minori, ciascuno dei due genitori  ha diritto a fruire del congedo parentale, per ogni nato e per ogni adottato o affidato, per il numero di mesi previsti dalla legge, con le stesse modalità di fruizione e con gli stessi criteri di pagamento delle altre fattispecie.

Come fare la richiesta per ottenere il congedo parentale

Per usufruire del congedo è importante fare richiesta rispettando tutte le procedure. Il primo step è comunicarlo al tuo datore di lavoro con 5 giorni di preavviso, indicando con precisione la data di inizio e di fine del congedo.

Un altro step è quello di inviare la domanda per via telematica all’INPS e fornire una copia al tuo datore di lavoro. Scrivi con precisione le date di inizio e di fine del congedo. Per un miglior supporto nella domanda puoi rivolgerti ad un patronato oppure contattare il Contact center INPS al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile.

Per quanto riguarda le assenze e i permessi di congedo frazionato, queste operazioni dovranno essere ripetute di volta in volta.

Se hai bisogno del congedo frazionato su base oraria, devi inviare la domanda all’INPS prima dell’inizio del congedo, anche il giorno stesso ma sempre prima che abbia inizio, utilizzando i moduli disponibili online. Il tempo di preavviso per il datore di lavoro, in questo caso è di 2 giorni.

Come si combina il congedo parentale per il padre, per la madre o per un singolo genitore del bimbo

Ci sono delle differenze base per quanto riguarda il congedo alla madre e al padre, innanzitutto la durata è vincolata a un genitore rispetto alla scelta dell’altro. Se, ad esempio la madre resta a casa per un certo numero di mesi, esso varierà anche a seconda della scelta fatta dal padre, ossia che usufruisca o meno dell’assenza facoltativa.

padre e figlio

Se il congedo viene richiesto da entrambi, allora durerà 11 mesi totali, tenendo conto del limite di 7 mesi per il padre e di 6 mesi per la madre. Ad esempio, se la madre usufruisce dei suoi 6 mesi, al padre resteranno 5 mesi di congedo, viceversa se il padre sfrutta tutti i suoi 7 mesi, alla madre ne resteranno 4.

Quando invece, in famiglia è presente 1 solo genitore, i mesi totali di congedo saranno 10, se il padre si astiene dall’attività lavorativa per 3 mesi, allora diventano 11. Quando accade che un genitore subentra successivamente al primo, come nel caso di riconoscimento tardivo, i mesi si accumulano a quelli di cui ha già usufruito il primo genitore.

Se la madre ha usufruito di 6 mesi, al padre ne spetteranno 5; se il padre subentra in un secondo momento e la madre ha già usufruito di 9 mesi totali di congedo, al padre ne spetterà soltanto 1. Quando un padre è genitore solo e ha usufruito di 6 mesi di congedo, alla madre ne spetteranno 5. In caso di nascita di gemelli, la durata viene moltiplicata per il numero di bambini nati.

Qua è il ruolo dell’INPS nel congedo parentale

Il ruolo dell’INPS per quanto riguarda il congedo è di fondamentale importanza, in quanto è l’ente che si occupa di tutte le operazioni, a partire dalla richiesta fino al pagamento dell’indennizzo ed è garante delle corrette operazioni e del controllo dei criteri per chi fa richiesta del congedo. Ecco di cosa si occupa e la sua funzione nello specifico.

  • Ricevere la domanda che il lavoratore (madre, padre o entrambi) si preoccuperà di inviare telematicamente.
  • Pagamento dei contributi durante i mesi precedenti alla richiesta del congedo.
  • Pagamento dell’indennizzo al genitore o a entrambi i genitori.

Come viene pagato il congedo parentale

Per quanto riguarda la retribuzione del congedo, l’indennità viene pagata dall’INPS nel momento in cui riceve la comunicazione, quindi non vale per i mesi precedenti, inoltre, per un dato periodo di tempo, l’indennità è integrata dai datori di lavoro, scaduti i termini, c’è bisogno di determinate condizioni affinché sia corrisposta.

Per ottenere il pagamento dell’indennità del congedo c’è bisogno di un rapporto di lavoro in atto che non sia soggetto a qualunque tipologia di sospensione. L’indennità per il congedo parentale è prevista nei seguenti casi specifici e modalità.

  • Fino a quando il bimbo compie 6 anni, sono corrisposti 6 mensilità di indennità.
  • Fino a quando il bambino compie 8 anni sono corrisposti 10 o 11 mensilità complessive, oppure i massimi periodi elencati sopra, nel caso in cui il reddito è di un genitore singolo, l’indennità è inferiore a 2 volte e mezzo l’importo dello stipendio minimo percepito.

Con più precisione possiamo affermare che l’indennità corrisponde al 30% della retribuzione globale giornaliera, seguendo la media dell’importo ricevuto nel mese precedente alla richiesta del congedo.

Bene, se hai letto fino a qui credo davvero di essere stato utile! Goditi il tuo baby e buon Congedo parentale!

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