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Controllo a distanza e Jobs Act: primo sì del Governo

Con il nuovo decreto attuativo del Jobs Act sarà possibile il controllo a distanza del lavoratore tramite device aziendale. E la privacy?

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Il decreto attuativo del Jobs Act sulla “razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità” ha incassato il primo sì da parte del consiglio di Ministri e anche tante critiche da parte di sindacati e addetti del settore. Ora è al vaglio delle Commissioni parlamentari, che hanno trenta giorni per esprimere un parere obbligatorio ma non vincolante sulla misura. In sostanza il nuovo decreto legislativo, se approvato in via definitiva, attuerà la delega contenuta del Jobs Act (Legge n.183/2014) sul controllo a distanza dei lavoratori.

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image by Racorn

Attraverso la relazione con cui il Governo ha inviato il provvedimento alle Commissioni, sono state rese note le modifiche che si intendono apportare alla disciplina finora vigente in materia di controlli a distanza dei lavoratori (art. 4 dello Statuto dei Lavoratori).

Le modifiche nel dettaglio

Oggi gli strumenti  tecnologici sono radicalmente mutati rispetto a quelli esistenti nel 1970, anno di entrata in vigore dello Statuto, e sono anche cambiate le modalità di produzione e l’organizzazione delle aziende: da qui l’esigenza di una riforma. Le prime aperture sull’ammissibilità del controllo a distanza datoriale sono stata data dal Garante della Privacy, come durante lo scorso anno, quando in due occasioni, ha autorizzato gli operatori delle telecomunicazioni a monitorare durante l’orario di lavoro i soli dipendenti qualificati come tecnici operanti fuori sede, per ragioni legate al miglioramento del servizio per i clienti e alla sicurezza dei lavoratori stessi (ne abbiamo parlato qui).

E il Ministero del Lavoro, dopo la pioggia di polemiche innescate, attraverso una nota, ha difeso il decreto proprio asserendo che si pone sulla stessa linea d’onda di quanto affermato dal Garante, in particolare con le linee guida del 2007. Secondo le anticipazioni sul nuovo provvedimento, i datori di lavoro potranno raccogliere dati attraverso gli strumenti di lavoro, messi a disposizione dalle imprese ai lavoratori, e utilizzati per rendere la prestazione lavorativa (ad es. smartphone, tablet, pc) e rilevare l’ingresso e l’uscita in azienda (ad es. badge). Questa raccolta di informazioni potrà avvenire per ragioni connesse al rapporto di lavoro. Tale attività, che sarà eseguita nel rispetto delle norme del Codice della privacy  a detta del Governo, sarà possibile dopo aver semplicemente informato i lavoratori. Verrà quindi stralciato, in relazione alla dotazione dei dipendenti di questi strumenti, l’obbligo per l’azienda di raggiungere un previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali.

In relazione a tale modifica, oggetto di forti critiche, sempre nella nota diffusa oggi dal proprio sito ufficiale, il Ministero del lavoro ha precisato che nel momento in cui l’azienda voglia installare sul pc, sul tablet, o sullo smartphone del lavoratore un’apposita funzione volta esclusivamente a controllarlo, dovrà prima raggiungere un accordo con le sigle sindacali aziendali o ottenere una previa autorizzazione delle autorità competenti.

Controllo a distanza tramite impianti audiovisivi

L’obbligo di raggiungere un accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, o con i sindacati più importanti a livello nazionale nel caso di unità produttive in varie regioni, resta fermo nel caso l’azienda intenda installare impianti audiovisivi dai quali possa derivare il controllo a distanza dei lavoratori. Resterà anche immutato l’obbligo di ottenere l’assenso della competente Direzione territoriale del Lavoro o del Ministero del Lavoro in caso di mancato raggiungimento dell’accordo con i sindacati.  In ogni caso l’installazione di questi strumenti sarà possibile soltanto nei casi già previsti dall’art. 4 dello Statuto, ovvero per esigenze di produttività, di sicurezza dei dipendenti e tutela dei beni aziendali.

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