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Coronavirus: stop ai servizi non essenziali. Le nuove misure del Governo

Stop a tutte le attività non strettamente necessarie in Italia, fino al 3 aprile. Le ultime misure adottate dal Governo contro il Coronavirus

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L’emergenza Coronavirus non si ferma, registrando nuovi contagi e purtroppo nuove vittime. La non rassicurante situazione ha portato il Governo a procedere con ulteriori misure restrittive, nella speranza di limitare i contagi. Stop di tutte le attività non essenziali in Italia. Vediamo nel dettaglio quali sono le realtà che continueranno ad operare ed a lavorare, in questo periodo di crisi sanitaria che stiamo vivendo.

Coronavirus: nuove strette per evitare i contagi

L’Italia sta affrontando la più grande crisi dal secondo dopoguerra. A parlare sono i dati sul numero dei contagi e su quello delle vittime che non cala, anzi in alcune zone aumenta. Nella giornata di sabato, si è registrato il picco massimo dei morti, ben 793 portando il numero totale dei decessi a 4.825, mentre il numero dei malati sale a 42,681. Tutto questo ha reso indispensabile l’attuazione di nuove misure, ancor più restrittive da adottarsi su tutto il territorio nazionale. Il Premier Conte ha annunciato la chiusura di tutte le attività produttive non essenziali, cioè quelle che non offrono beni e servizi indispensabili per i cittadini.

Dunque, dopo le misure già prese, da oggi più aziende chiudono i battenti fino al 3 aprile, con la speranza di riuscire a contenere i contagi da Coronavirus. L’Italia sta seguendo il modello cinese, non bloccando tutta l’attività produttiva, ma riducendola al minimo indispensabile.

Coronavirus: i servizi che continueranno ad essere garantiti

Quali sono le aziende che devono continuare a lavorare, dopo le nuove misure adottate dal Governo? Come spesso capita dopo i vari decreti, la gente chiede maggior chiarezza. In particolare si domanda: quali sono esattamente i settori essenziali che devono continuare a lavorare e quali quelli che devono rimanere chiusi fino al 3 aprile? Ebbene, continueranno ad operare i settori dell’alimentare, della farmaceutica, il medicale, la produzione di imballaggi, il trasporto, il settore dell’energia. Ed ancora indispensabili le attività di sanificazione, di pulizia, i servizi finanziari, postali, assicurativi, i trasporti pubblici, i rifornimenti di carburante. Il resto delle attività, considerate non essenziali, chiudono fino al 3 aprile, data in cui si deciderà come procedere, a seconda dell’andamento dell’epidemia.

Gli uffici pubblici essenziali che sono abilitati allo smart working, devono operare solo ed esclusivamente attraverso il lavoro agile. Da evitare spostamenti non indispensabili, anche per i dipendenti che sono tenuti a continuare la propria attività professionale. Come lo stesso Conte afferma: “Riduciamo il motore produttivo dell’Italia, ma non lo arrestiamo”.

Essenziali i servizi di sanificazione, luce e gas

Continueranno ad operare su tutto il territorio nazionale i servizi di sanificazione e pulizia, nonché la raccolta dei rifiuti. Indispensabile anche garantire luce e gas a tutti. Così società come Eni, Enel, e Terna devono continuare a garantire tutti i loro servizi, soprattutto in questa situazione di emergenza e di crisi, che il nostro Paese è costretto a vivere. Assicurate anche le telecomunicazioni, che oggi sono le uniche in grado di mantenerci in contatto gli uni con gli altri. Essenziali anche i servizi pubblici come quelli offerti da banche, poste ed assicurazioni. Insomma, non tutto si ferma, ma sicuramente l’Italia mantiene al minimo il suo motore.

Seguire il modello cinese per sconfiggere il Coronavirus

Dopo le richieste di molti governatori, tra cui Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, il Governo ha proceduto con nuove misure restrittive fino al 3 aprile. Si ferma ciò che non è strettamente necessario su tutto il territorio nazionale. In aumento anche i controlli delle forze dell’ordine, per garantire il rispetto delle norme da parte dei cittadini. Insomma, l’Italia sta seguendo il modello cinese, in questa lotta al Coronavirus. Anche in Cina, tutte le attività non strettamente necessarie si sono completamente fermate per alcune settimane. Questo, in aggiunta al rispetto rigoroso delle regole, ha portato ad un calo dei contagi e ad un notevole miglioramento della situazione generale.

Oggi la Cina, con le dovute precauzioni ed attenzioni, sta cercando di rialzarsi e riprendere lentamente la sua vita. Speriamo che presto anche l’Italia possa essere in grado di riprendere le sue normali attività.

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