Home » News Lavoro » lavoro e occupazione

Cosa c’è nel nuovo Decreto lavoro del Governo

Il nuovo Decreto lavoro interviene sia sul taglio delle tasse che sui contratti. Per ora ha una validità temporanea, ma a quanto pare l’idea è quella di rendere le misure strutturali.

Condividi questo bel contenuto


Il nuovo Decreto lavoro approntato dal Governo e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 4 maggio 2023 contiene una serie di misure che vanno a modificare diversi parametri fino a quel momento esistenti. Si va dall’Adi, l’Assegno d’inclusione che sostituirà il Reddito di cittadinanza, alla modifica della questione delle causali per i contratti a tempo determinato. Dal taglio delle tasse (per ora temporaneo), all’aumento della soglia detassata per i cosiddetti fringe benefit, innalzata a 3000 euro. Ci sono poi una serie di misure il rafforzamento dell’attività di vigilanza su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la creazione di un fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni durante le attività di formazione, la sorveglianza sanitaria dei lavoratori domestici, la cassa integrazione guadagni in deroga per cause straordinarie riguardanti crisi aziendali e riorganizzazioni, incentivi per il lavoro dei disabili. Ma vediamo più nel dettaglio le misure principali.

Contratti

Alcune cose sono rimaste come erano: è stata confermata infatti la non necessità d’inserimento delle causali esplicative per il ricorso al lavoro a tempo determinato per tutti quei contratti che non superano la durata di 12 mesi. E’ rimasto invece il limite dei 24 mesi (complessivo), per il quale le causali sono necessarie e dopo il quale scatta il tempo indeterminato, ma queste causali saranno stabilite dalla contrattazione collettiva, dalle rappresentanze sindacali o in mancanza delle prime due, direttamente dalle parti in causa. Dal punto di vista del giudizio sul provvedimento, il Ministro del lavoro Calderone ha spiegato che quel tipo di causali, così come strutturate nel precedente Decreto Dignità del 2018, rischiavano di generare contenziosi, mentre i critici sostengono che la loro eliminazione (ma sarebbe meglio dire modifica) aumenti di fatto la precarizzazione del lavoro. Le causali sono sostanzialmente dei motivi per i quali l’azienda assume una persona (o ovviamente più persone) a tempo determinato, al posto di utilizzare la forma più stabile del contratto a tempo indeterminato.

Sui contratti sono stati previsti anche degli incentivi: il datore di lavoro che assume può ricevere un beneficio della durata di 24 mesi e per un massimo di 8000 euro se assume a tempo indeterminato, anche part time. Durata che scende a 12 se il contratto è a tempo determinato. Va però detto che se dovesse licenziare il lavoratore in un periodo successivo di 24 mesi a quello in cui ha ricevuto il beneficio, sarà tenuto a restituirlo, a meno che il licenziamento non sia avvenuto per giusta causa.

Esiste anche un capitolo dedicato alle persone con disabilità. E’stato infatti previsto un fondo per l’inserimento di disabili sotto i 35 anni. Il fondo è dedicato al riconosce un contributo per le assunzioni obbligatorie del terzo settore, ma le modalità non sono ancora state definite esattamente, in quanto per farlo è necessario un nuovo decreto apposito. Il contributo riguarda in ogni caso gli assunti a tempo indeterminato tra il 1 agosto 2022 ed il 31 dicembre 2023.

Assegno d’inclusione

L’Assegno d’inclusione sostituirà da gennaio 2024 il Reddito di cittadinanza, da sempre osteggiato dal Governo in quanto ritenuto non utile all’inserimento lavorativo delle persone disoccupate ed occupabili. Sarà appunto dedicato a questi ultimi e prevede l’erogazione di una cifra di 500 euro mensili per 18 mesi, più un contributo di 280 per l’affitto se necessario. Contributo rinnovabile in caso per un altro anno. L’assegno sarà erogato a nuclei familiari con almeno un minorenne, un disabile od un over 60 a carico. Come per il Reddito, i percettori dovranno soddisfare alcuni requisiti riguardanti la cittadinanza o il permesso di soggiorno, e riguardanti l’ISEE e le proprietà possedute. Per quanto riguarda l’ISEE il Decreto stabilisce testualmente che sia necessari “un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di euro 6.000 annui. Se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, la soglia di reddito familiare è fissata in euro 7.560 annui”. Rimangono alcuni parametri che erano stati identificati nell’ipotesi Mia, come ad esempio il non possesso di autoveicoli con cilindrata superiore a 1600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, che siano stati immatricolati nei 36 mesi precedenti la richiesta di Assegno d’inclusione. Si tratta quindi di veicoli piuttosto nuovi. Da questo obbligo si viene esclusi se i veicoli in questiono rientrano in quelli che godono di agevolazioni fiscali perché dedicati alle persone con disabilità.

Taglio delle tasse e fringe benefits

Il decreto taglia del 4% la quota di contributi per vecchiaia ed invalidità a carico dei lavoratori ed arriva fino al 7% se la cifra mensile non supera i 1923 euro. Questo significa che ogni lavoratore pagherà meno rispetto a prima e questa minore cifra sborsata si tradurrà in un aumento in busta paga. La misura vale solo per i redditi (lordi) fino a 35.000 euro. Di quanto sarà questo aumento? Ecco, qui le cose si fanno un po’ più fumose perché per i sostenitori del decreto i lavoratori si troveranno in busta paga circa 100 euro (lordi) in più, ma per chi ritiene non sia stato fatto abbastanza, la cifra si aggira sui 30-40 euro. Anche nel caso peggiore, ovvero quest’ultimo si tratterebbe di una cifra che fa da più di 350 a quasi 500 euro l’anno. Certamente non cambia la vita ma si tratta comunque di un aiuto. Il problema semmai è che il provvedimento contenuto nel decreto, ad adesso non è strutturale, anche se il Governo ha comunicato di stare lavorando per renderlo tale. Infatti è valido da maggio a dicembre 2023, poi andrà confermato, pena il decadimento dell’aumento.

Un’altra misura contenuta nel Decreto è la detassazione dei cosiddetti fringe benefits fino a 3000 euro. La precedente soglia era di 258 euro. Si tratta di una misura valida solo per i lavoratori dipendenti con i figli a carico e solo per il 2023 (anch’essa dopo andrà confermata oppure decadrà).  Anche le utenze domestiche si sommano in questo senso, ovvero anch’esse fanno parte delle voci che contribuiscono a raggiungere la soglia dei 3000 euro. Il dipendente deve dichiarare al datore di lavoro il codice fiscale del figlio (o dei figli) per poter accedere al beneficio.

Per quanto riguarda gli aiuti alle famiglie, nel Decreto è prevista anche la maggiorazione dell’assegno unico nel qual caso risulti un solo genitore che lavora a causa del fatto che l’altro risulti deceduto. Una misura questa che sarà valida per 5 anni, partendo dalla data dell’evento.

Un aiuto temporaneo

Il nuovo Decreto lavoro è sicuramente un aiuto ai redditi più bassi, in quanto tra la detassazione dei benefit ed il taglio delle tasse chi ha per così dire un reddito nella media, o anche sotto la media, ci guadagna sicuramente qualcosa. E questo è ovviamente un bene. Il problema sta però nel fatto che ad esempio il taglio delle tasse ovvero quell’innalzamento del taglio dai 2 ai 6 punti per i redditi fino a 35.000 euro e dai 3 ai 7 punti per quelli fino a 25.000 è ad oggi temporaneo, ovvero scadrà a fine dicembre 2023 se non dovesse essere prorogato o resto strutturale. Renderlo strutturale significa modificare permanentemente la cifra da pagare per i contributi (in questo caso), abbassandola del numero di punti di cui sopra. E’ effettivamente questa una cosa auspicabile visto che si tradurrebbe direttamente in un aumento a tempo indeterminato in busta paga, in un contesto in cui i salari non aumento da decine di anni ed anzi in alcuni casi si sono addirittura abbassati. Il problema in questo senso sarà come al solito dove andare a prendere i soldi per confermare una misura di questo tipo, ma è sicuramente un bene che si sia almeno iniziato un percorso in questo senso.

Cerchi un nuovo lavoro?

Per avere sempre offerte di lavoro reali e verificate nella tua casella email in linea con le tue esigenze: Registrati su Euspert Bianco Lavoro

Condividi questo bel contenuto
× Eccomi!