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Come gestire l’ansia al lavoro

Qualche semplice trucchetto può aiutarci a scacciarla per un po’, ma per vincerla del tutto occorre lavorare sodo

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Anche ai tipi più positivi e sicuri di sé sarà capitato, almeno una volta, di andare in tilt. Di sentirsi come spaesati e incapaci di fronteggiare la difficile situazione delineatasi, in maniera del tutto inaspettata, di fronte a loro. A giocarci brutti scherzi può essere quel mix micidiale di stress, paura e preoccupazione che chiamiamo ansia. E che, soprattutto al lavoro, può renderci la vita un inferno. Quando avvertiamo di non essere in grado di portare a termine un incarico o viviamo male la nostra permanenza in ufficio (magari perché non ci sentiamo gratificati a sufficienza o perché, al contrario, sentiamo di essere stati sovrastimati), le cose possono prendere una brutta piega e trascinarci alla deriva. Per questo, è importante riconoscere i sintomi e imparare a gestire l’ansia al lavoro. Come si fa? Bisogna razionalizzare il più possibile, partendo da un’approfondita analisi interiore.

Cosa genera l’ansia

ansia al lavoro

Cosa può generare ansia al lavoro? Molte cose: c’è chi si fa prendere dal panico quando comprende che non riuscirà a portare a termine l’incarico che il capo gli ha assegnato; chi si fa vincere dalla preoccupazione per un futuro incerto, che lo porta a procedere su un terreno cedevole. E c’è anche chi pensa che i colleghi e i superiori abbiano sovrastimato le sue capacità e teme che, prima o poi, si rendano conto del “bluff” e finiscano per allontanarlo (è quella che gli psicologi Joan C. Harvey e Cynthia Katz hanno chiamato la “Sindrome dell’impostore”). Qualsiasi sia il motivo che dà origine alla nostra ansia, dobbiamo riflettere sul fatto che si tratta di un’emozione naturale. E che, come tale, deve essere accettata e analizzata. Perché, esattamente come lo stress (di cui esiste anche una “versione” positiva: l’eu-stress), anche l’ansia può, in qualche modo, aiutarci a stare meglio. A prendere più consapevolezza dei nostri mezzi, a familiarizzare di più con la nostra sfera interiore e a migliorarci. Nel lavoro e nella vita.

Ansia al lavoro: tre situazioni tipo

Ci sono almeno tre riflessioni da fare a riguardo.

Incapacità di soddisfare le richieste del capo

Prima di tutto, occorre dire che, nella maggior parte dei casi, l’ansia assale i lavoratori che si sentono incapaci di soddisfare le richieste che arrivano dall’esterno. Si prenda il caso di un dipendente a cui il capo ha chiesto di consegnare un importante progetto entro una data ben precisa: a metà strada, potrebbe realizzare di non riuscire ad onorare l’impegno preso e potrebbe, per questo, entrare in confusione. A farlo vacillare sarà la convinzione di non essere in grado di svolgere il lavoro assegnato. E la paura di essere giudicato male dal suo superiore potrebbe spingerlo a somatizzare a tal punto la cosa da arrivare a non chiudere più occhio la notte. Alla base di tutto, potrebbe esserci invece un banale problema di gestione dei tempi. A cui si può tranquillamente porre rimedio predisponendo un dettagliato “piano d’azione” fatto di piccoli obiettivi intermedi propedeutici al raggiungimento del risultato finale. Per vincere l’ansia, in questo caso, basta essere solo un po’ più organizzati.

Dare il giusto peso alle cose

Un’altra cosa da tenere a mente, quando parliamo di ansia al lavoro, è che occorre dare il giusto peso alla nostra sfera professionale. Se investiamo tutto il tempo e le energie di cui disponiamo sul lavoro, il rischio di rimanere schiacciati da un peso enorme (che genera stress, preoccupazione e paura) esiste eccome. Soprattutto quando le cose non vanno bene e ci convinciamo di essere dei perdenti tanto dentro quanto fuori l’ufficio. Per dare un calcio all’ansia che potrebbe palesarsi in questo caso, basta relativizzare l’importanza del lavoro nella nostra vita. Il che non vuol dire che dovremo diventare impiegati svogliati o superficiali, ma che dovremo imparare a concederci delle pause. Che ci permetteranno di curare i rapporti al di fuori dall’ufficio e di realizzarci in maniera del tutto diversa. L’essenziale è distogliere il pensiero (fisso) dal lavoro e concentrarsi su qualcosa o qualcuno di piacevole.

Aspettative troppo alte

E cosa dire di quei lavoratori che pensano di aver dato un’immagine falsata di sé e di aver creato aspettative troppo alte, che non sono in grado di soddisfare? Come possono gestire l’ansia che li fa sentire in perenne difficoltà? Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di soggetti che hanno perso la stima in se stessi e la fiducia nei propri mezzi. E che tendono a “colpevolizzarsi” per i riconoscimenti ricevuti. Nel loro caso, è indispensabile riflettere sul percorso che hanno fatto e comprendere se i successi fin lì ottenuti siano da ascrivere unicamente alla “buona stella” che pensano graviti sopra di loro. Con un po’ di tempo, si renderanno conto che la fortuna ha giocato solo una minima parte e che l’impegno e le capacità di cui dispongono hanno fatto tutto il resto. Il consiglio è quello di fare della sana auto-critica costruttiva e di recuperare l’autostima persa lungo il tragitto. Spesso sono proprio le persone più capaci a giudicarsi in maniera eccessivamente severa. E a farsi vincere dall’ansia.

Piccoli consigli pratici per allontanare l’ansia

Ci sono poi dei consigli pratici che possono tornare utili, quando sentiamo che un attacco di panico ci sta cogliendo alle spalle in ufficio. Per tentare di recuperare il controllo di sé, occorre sedersi e respirare profondamente. Ad aiutarci potrebbe essere anche quello che gli inglesi chiamano il “self talking” che consiste nel dirsi che si tratta solo di un momento passeggero (le parole che pronunciamo dovrebbero avere la capacità di suggestionarci in positivo e di farci calmare).

E se questo non dovesse bastare, gli esperti suggeriscono di allontanarsi dalla postazione di lavoro e di raggiungere un luogo (meglio se appartato) dove è possibile muoversi in libertà. Piccoli piegamenti sulle gambe e leggere contrazioni muscolari potrebbero mandare via l’ansia. Per quanto – è bene precisarlo – si tratta solo di semplici strategie tese ad allontanarla, non certo a sconfiggerla.

Per centrare l’obiettivo ben più impegnativo, dovremo partire da un lavoro di autoanalisi profonda. Che dovrebbe portarci a familiarizzare con la nostra sfera interiore e a scovare le preoccupazioni e le paure che generano la nostra ansia. Si tratta di un percorso lungo e faticoso, che spesso necessita del supporto di uno specialista, ma che può sortire risultati esaltanti. Capaci di renderci individui e lavoratori più consapevoli, maturi e soddisfatti.

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