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I genitori italiani? Orgogliosi del lavoro dei figli, ma non sempre hanno le idee chiare

In molti pensano di sapere tutto, ma non è così. Una recente ricerca di LinkedIn ci aiuta a saperne di più

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Che i genitori italiani siano più che informati sulla vita privata dei loro figli, è cosa ampiamente riconosciuta. Ma cosa succede quando la conversazione si sposta su argomenti meramente professionali? Mamma e papà sono in grado di comprendere esattamente cosa facciamo? E sanno indicare le competenze che ci permettono di portare a casa lo stipendio? A queste e altre domande ha fornito una risposta un recente studio di LinkedIn che, in occasione della quarta edizione del “Bring in Your Parents Day” (la giornata dedicata ai genitori da portare in ufficio), ha cercato di scoprire cosa e quanto ne sanno del lavoro dei loro figli. Cosa ne è venuto fuori? Che non tutti hanno le idee chiare, anche quando si parla di professioni tradizionali e ampiamente diffuse.

Credono di sapere tutto e invece….

Partiamo col dire che il 49% dei genitori italiani intervistati dal social network ha dichiarato di essersi sentito più orgoglioso del proprio figlio quando ha saputo che aveva firmato il suo primo contratto di lavoro“E’ la soddisfazione per aver fatto un buon lavoro coi figli – ha spiegato il responsabile di LinkedIn Italia, Marcello Albergoni – E’ la conferma al loro ‘sono sicuro che sei bravo’ e la possibilità di mandare via le preoccupazioni”.

portare genitori al lavoro

 Va un po’ diversamente nel resto del mondo dove il 44% degli interpellati ha, invece, indicato al primo posto il giorno della laurea, seguito da quello del primo lavoro (segnalato dal 42% dei genitori) e da quello in cui il loro “pargolo” ha mosso i primi passi (scelto dal 37% del campione). Ma torniamo in Italia: la ricerca ha rilevato che il 56% dei genitori del Bel Paese pensa di essere ben informato sul lavoro del proprio figlio e sulle dinamiche relazionali che si sono instaurate nel suo ufficio. E alcuni di loro sono arrivati a dichiarare che, in caso di necessità, sarebbero in grado di sostituirli (per un giorno), senza combinare guai. Ma è davvero così? Difficile crederlo, visto che posti di fronte a precise domande sulle competenze tecniche necessarie per fare al meglio il lavoro dei loro “eredi”, la maggior parte è rimasta a bocca aperta. E non è riuscita a fornire risposte convincenti.

I mestieri che mamma e papà non capiscono

Quello che se ne deduce è che, in molti casi, mamma e papà pensano di aver compreso cosa facciamo, ma trattandosi di lavori nuovi (lontani da quelli che svolgevano loro), il più delle volte, non hanno le idee sufficientemente chiare. Tanto che alcune professioni restano, per loro, assolutamente incomprensibili. O giù di lì. Qualche esempio? L‘86% dei genitori italiani fa fatica a spiegare alla vicina di casa in cosa consiste il lavoro del figlio attuario (che, sia detto per inciso, sulla scorta di alcune analisi e valutazioni, fornisce previsioni su fenomeni economico-finanziari). E la stessa difficoltà, la sperimentano anche l’83% dei genitori che ha la “sfortuna” di avere un figlio che fa il produttore radiofonico e l’82% di quelli che hanno dato la vita a un progettista Ui (che tenta di rendere chiare e fruibili le intefacce utenti dei siti Internet).

Fin qui nulla di strano, visto che parliamo di professioni relativamente innovative e che scomodano un alto grado di “tecnologizzazione”. Ma cosa dobbiamo pensare dell’80% di genitori che fatica a capire cosa fa esattamente il figlio veterinario? O del 78% che non ha le idee chiare sulle responsabilità del figlio ingegnere? A creare qualche problema, secondo LinkedIn, possono essere anche gli “eredi” medici e i boscaioli”Magari parliamo di una persona laureata in agraria, che è a capo di un’organizzazione che protegge beni naturali – ha spiegato Albergoni – Ma, nella testa dei genitori, è probabile che un boscaiolo si limiti soltanto a tagliare la legna“. Il rischio, insomma, è che mamma e papà finiscano per sminuire il valore della nostra professione. Ecco perché portarli con noi in ufficio, almeno per un giorno, potrebbe sciogliere i dubbi e chiarire tante cosse. Parola di LinkedIn.

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