La clownterapia che svolgono i VIP Clown non è semplicemente un’attività, ma un qualcosa di coinvolgente che diventa parte integrante della vita.
E’ probabilmente capitato a tutti di imbattersi, nelle corsie di qualche ospedale, in personaggi sorridenti, con un variopinto abbigliamento e l’immancabile naso rosso a forma di pallina da ping pong: sono i VIP clown, giovani e meno giovani volontari, che con la loro presenza portano un po’ di allegria in ambienti spesso grigi e tutt’altro che sereni. La loro attività si chiama clownterapia, ovvero l’utilizzo di tecniche clownesche, quali la gag, la musica, la giocoleria e la magìa, tramite la quale interagiscono simpaticamente con le persone malate, offrendo loro momenti leggeri e di stacco dal pensiero costante della malattia e delle loro sofferenze.
Associazione Viviamo in Positivo
Questa significativa esperienza di volontariato è attiva in Italia dal 1997 (esattamente dal 15 febbraio), quando a Torino si costituì la prima associazione denominata Viviamo in Positivo (V.I.P.), per poi espandersi su tutto il territorio nazionale e contare oggi ben 71 organismi simili, all’interno dei quali operano ben 4.700 clown (in maggioranza donne) tutti con un simpatico nome d’arte. Nel 2003, poi, le prime 10 associazioni attive allora diedero vita alla Federazione VIP Italia, con il compito di coordinare a livello nazionale le attività delle realtà locali.
“In realtà – spiega la senese Cristiana Carusi (clown Delizia), presidente di VIP Italia – l’associazione torinese cominciò la propria attività di clownterapia in terra di missione: visti poi gli effetti benefici, è stata allargata anche al territorio locale e agli ospedali in primis, che rimangono l’ambiente su cui siamo più attivi, ma non l’unico. Siamo presenti, infatti, tramite specifiche convenzioni, in strutture residenziali e diurne per anziani, in comunità per ragazzi diversamente abili e anche nelle scuole, dove i nostri interventi rispondono, oltre che a finalità ludiche e ricreative, anche a esigenze educative. In questi ultimi contesti, infatti, gli obiettivi sono la sensibilizzazione dei giovani verso il volontariato, la promozione di valori come l’amicizia e l’aiuto reciproco, per far sì che si crei un gruppo classe, attento alle esigenze l’uno dell’altro. E’ interessante e molto gratificante ricordare che diversi nostri clown volontari sono proprio ex-studenti, con i quali siamo venuti a contatto in passato. Da non dimenticare anche i progetti all’interno delle carceri, che rispondono a più finalità, come la compagnia ai bambini, durante i colloqui fra genitori e alcuni laboratori artigianali in cui vengono coinvolti i detenuti”.
I VIP Clown
Si accennava alla vocazione iniziale alla missionarietà: è una caratteristica che i VIP Clown non hanno affatto perso, ma incrementato nel tempo. Tramite partnership con associazioni locali, sono nati progetti di clowterapia in Romania, Moldavia, Perù, Bolivia, Cambogia e Bielorussia, dove i volontari italiani portano il sorriso in centri di accoglienza per minori e ragazzi di strada, in orfanotrofi, in case di risposo, anche tramite laboratori tematici con finalità educative.
Quello che colpisce nei VIP Clown è certamente l’entusiasmo con cui svolgono le loro attività e la capacità di mantenere il sorriso e la positività di vita, anche nella relazione con la sofferenza. E’ ben evidente, quindi, che la clownterapia che svolgono non è semplicemente un’attività, ma un qualcosa di coinvolgente che diventa parte integrante della vita. “E’ proprio così – continua Clown Delizia – personalmente mi sono sempre occupata di volontariato, ma quando nel 2003 mi sono avvicinata ai VIP della mia città (associazione VIP Nasi&Nasi, Siena), frequentando un corso, ho capito che la dimensione del sorriso è la modalità ideale per la relazione con l’altro: i nostri interventi, intesi in questo modo, non sono servizi, ma completamento del nostro essere, che ci danno tanto in termini di crescita personale, molto di più di quello che doniamo agli altri”.
Giornata Nazionale del Naso Rosso
Le attività dei VIP Clown italiani vivono di volontariato puro e non sono previsti compensi: esistono, però, alcune modalità di sostegno sia per la Federazione Nazionale che per le associazioni locali: la prima è la Giornata Nazionale del Naso Rosso, che si svolge la terza domenica di maggio in tutte le città dove sono presenti i VIP Clown, purtroppo sospesa nel 2020 e nel 2021 a causa del Covid 19. Si tratta di un evento di sensibilizzazione, tramite il quale le associazioni locali si presentano nelle piazze, fanno conoscere la clownterapia e svolgono raccolta fondi. Altra fonte di risorse sono i proventi del 5×1000, sia a livello nazionale che tramite le singole realtà locali, le donazioni di privati e la partecipazione a bandi locali (pubblici e privati) riservati a progetti di volontariato.
Fra le attività attuali di maggior rilievo, c’è senza dubbio il progetto Cina, nato proprio a Siena, città della presidente Carusi: “Qualche anno fa – racconta Clown Delizia – entrammo in contatto con alcuni medici cinesi in formazione presso l’Ospedale di Siena: fu un impatto molto positivo e successivamente nacque l’idea di una collaborazione, tramite loro, con gli ospedali delle città di Ya’an e Chengdu, nella provincia di Sichuan, finalizzata alla conoscenza dei metodi della clowterapia, rivolta a volontari, infermieri e medici. Vi fu una prima missione sul posto di alcuni nostri volontari (provenienti da Siena, Bergamo, Brescia, Pavia e Pordenone): purtroppo gli ulteriori step del progetto si sono arenati a causa dell’avvento del Covid. Attendiamo, quindi, con ansia la fine dell’emergenza sanitaria, per poter riprendere questo progetto di largo respiro e molto qualificante per la nostra Federazione”.
Un altro ambito molto interessante è la Nazionale di calcio VIP Clown: formatasi nel 2016 svolge partite in tutta Italia, per diffondere la filosofia del “Viviamo in Positivo”, anche in collaborazione con altre nazionali, partecipando ad eventi con finalità benefiche locali affini ai propri obiettivi e promuovendo un concetto sano e sereno di vivere lo stadio in famiglia, in modalità educativa, senza l’agitazione e le mancanze di rispetto reciproche che troppo spesso si riscontrano nelle gare dei vari campionati.
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