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Il ruolo delle Agenzie di rating nel declassamento del debito italiano

Il declassamento del debito italiano come occasione per ripensare al sistema economico mondiale governato dalla Lobby del rating. Ecco il ruolo che hanno avuto le Agenzie di rating e perchè

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Tra le tante conseguenze del ciclone Covid-19, già manifestatesi sulla nostra economia, una menzione particolare va al declassamento dell’Italia da parte dell’agenzia di rating “Fitch”, che ha assegnato al nostro debito il punteggio “BBB-”, che corrisponde all’ultimo scalino prima dei titoli spazzatura, ovvero emessi da soggetti inaffidabili e che difficilmente saranno in grado di ottemperare ai promessi pagamenti.

Il ruolo delle Agenzie di rating

Prima ancora, l’attenzione della cronaca si era soffermata sulle agenzie di rating al momento di discutere la scorsa manovra Finanziaria, nell’ottica di un possibile effetto negativo che la stessa avrebbe potuto sortire sul punteggio assegnato al nostro Paese. Ma chi sono veramente queste “istituzioni”, il cui giudizio condiziona in maniera determinante la politica economica del nostro Paese, così come del resto del mondo?

agenzie di rating

Per comprendere il loro ruolo, ma soprattutto le criticità di un sistema finanziario completamente “rating based”, ritengo utile fare un breve ripasso della bolla esplosa negli Stati Uniti nel 2008: il purtroppo noto caso dei mutui “subprime”, fattore d’innesco di una crisi economica di portata mondiale, i cui effetti sono tuttora in corso.

Cenni storici sui mutui “subprime” e conseguenze sull’economia mondiale

Agli inizi degli anni 2000, il mercato immobiliare americano era in fortissima ascesa e, parimenti, i tassi di interesse erano particolarmente bassi, così da favorire la circolazione delle proprietà e l’accensione di mutui. Su questi presupposti si svilupparono dei titoli finanziari “derivati” che avevano come sottostante i mutui sottoscritti dai cittadini per l’acquisto di immobili: in sostanza, la banca che aveva erogato il mutuo cedeva il proprio debito ad un operatore che, a sua volta, impacchettava centinaia di migliaia di questi mutui ed emetteva un titolo derivato composto da questo insieme. Titoli dotati di grandissima affidabilità, visto che il mercato immobiliare e il relativo debito su di esso era considerato una pietra miliare dell’investimento sicuro.

Il dilagante successo di questi titoli ha sviluppato, però, un fenomeno perverso. Cioè, pur di avere a disposizione il più alto numero possibile di questi mutui, da impacchettare per poter creare i titoli derivati da piazzare sul mercato, si iniziò a concedere prestiti a chiunque, a prescindere dall’affidabilità o meno del soggetto (“subprime” sta proprio ad indicare quei soggetti, additati di essere cattivi pagatori, o comunque non finanziabili).

Quando si sono manifestate le insolvenze a catena di questi debitori che, ovviamente, non erano in grado di rimborsare il debito, il sistema è collassato, dando vita a quell’enorme bolla finanziaria che ha travolto l’economia mondiale.

Agenzie di rating, mutui subprime e crisi finanziaria

Come si inseriscono le agenzie di rating in tutto ciò? Molto semplice: i titoli in questione, ovvero quei derivati basati sui mutui subprime, hanno sempre avuto un rating altissimo, non soltanto all’inizio del processo (quando sono stati piazzati sul mercato), ma anche fino all’ultimo momento, cioè quando la crisi dei mutui subprime era già evidente. Dunque, in quel particolare momento, il titolo sottostante (il mutuo) non valeva nulla, mentre il derivato, basato su quell’insieme di mutui, veniva giudicato con delle “A” (la tripla A è il voto più alto che si può esprimere per un titolo). E questo atteggiamento ha contribuito a gonfiare la bolla fino a portarla al livello che poi abbiamo avuto modo di verificare tutti, chi più chi meno, vista la recessione che si è dipanata nel mondo.

Il profitto delle Agenzie di rating

Del resto, da cosa traevano profitto quelle agenzie di rating? Il paradosso è proprio questo, cioè che le agenzie vengono finanziate proprio dagli stessi enti ed aziende che si sottopongono al rating, che pagano per avere un “voto” e/o un giudizio su un loro strumento finanziario o sull’intera azienda. Non è difficile immaginare che il meccanismo possa portare a distorsioni sul giudizio.

È evidente, dunque, che il comportamento scorretto da parte di agenti incaricati di proporre un fondamentale indicatore sintetico di rischio come il rating, possa innescare una spirale determinante nella creazione e nella crescita di una crisi finanziaria (così come è stato), con conseguenze travolgenti l’intero sistema economico. Non a caso, le agenzie di rating sono finite nel mirino di un personaggio rilevante come Obama, allora Presidente degli Stati Uniti, che ha addirittura intentato nel corso della sua presidenza una causa legale contro di esse, per aver distorto il mercato finanziario attraverso rating non veritieri ed aver dunque alimentato la bolla poi scoppiata a fine 2007.

Passando ad un altro personaggio rilevante, un illuminato Nelson Mandela diceva che l’istruzione è l’arma più potente per cambiare il mondo. Ad oggi, probabilmente anche Mandela avrebbe dovuto ricredersi e convenire col fatto che l’arma più potente non sia l’istruzione, ma neanche la pistola o il carrarmato, bensì la finanza.

Quanto la finanza influenza il mondo

La finanza influenza (e domina) il mondo, ne orienta le scelte economiche, politiche, esprime un ruolo decisivo sulla vita di centinaia di milioni di persone. Una valutazione che, confrontata con l’assunto che le agenzie di rating hanno un impatto determinante sulla finanza stessa e, alla luce di quanto abbiamo appena raccontato riguardo ad esse, a me onestamente fa venire più di qualche brivido.

Perciò, ricollegandomi all’argomento di partenza, il downgrade del debito italiano, colgo l’occasione per dire che, a mio modestissimo parere, non possiamo essere ritenuti “spazzatura” o quasi, come dice Fitch. E non voglio affidare questa mia (grossolana) valutazione a particolari criteri economici, rischiando con ogni probabilità di inciampare in qualche errore. Semplicemente, mi affido al fatto che secondo la stessa Fitch, i derivati sui mutui “subprime” erano una tripla AAA.

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