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Formazione: come convincere il capo ad investire sulla formazione dei dipendenti

Chi è messo nella condizione di migliorarsi sviluppa una forma di forte appartenenza all’azienda. Spiegalo al boss che non vuole aprire il portafogli per farti crescere professionalmente

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“Chi si ferma è perduto”, recita un popolare adagio che incita a non mollare mai la presa. Un invito all’attività e all’applicazione continua che, anche in ambito lavorativo, può fare la differenza. Si tratta, in sostanza, di decidere se si vuole rimanere fermi al proprio posto o puntare più in alto. Confidando su meriti, competenze e capacità che possono portare in cima alla vetta. In pratica, è una questione di crescita: chi si impegna a superare i propri limiti e a rafforzare le proprie abilità professionali, non potrà che trarne grandi soddisfazioni. Anche a livello economico. Ma diciamoci la verità: a porre dei paletti, sono molto spesso i capi, che faticano a comprendere l’utilità di investire sulla formazione dei loro dipendenti. Come convincerli del contrario? Scopriamolo insieme.

Tre cose da dire al capo che non vuole investire sulla tua formazione

Alcuni dirigenti – quelli meno aggiornati e innovativi – pensano che il tempo del lavoro non possa coincidere con quello della formazione. Non è così: nessun professionista, per quanto affermato, può infatti dirsi definitivamente arrivato. I margini per crescere ci sono sempre ed è su quelli che, un capo lungimirante, dovrebbe puntare la propria fiche.  Più facile a dirsi che a farsi: investire sulla formazione dei dipendenti significa spendere denaro. Che molto spesso, i dirigenti preferiscono impiegare diversamente. Ecco perché, per far cambiare loro idea, occorre essere particolarmente persuasivi. E insistere su almeno tre punti fondamentali:

#1. Illustra bene i vantaggi. Il dipendente a cui viene concessa l’opportunità di crescere e di ampliare le sue conoscenze e competenze è un dipendente più motivato, capace, produttivo e (cosa da non sottovalutare) più leale e riconoscente. Spiega al tuo capo che, quando un sottoposto comprende di essere apprezzato e viene messo nella condizione di potersi migliorare sempre, non prende in considerazione l’idea di abbandonare l’azienda per cui lavora. E tende, anzi, a spendersi completamente per partecipare alla sua crescita. In un mercato sempre più competitivo, disporre di risorse che – grazie alla formazione continua – riescono a “fare centro” prima e meglio degli altri, è una mossa strategica che tutti i boss dovrebbero compiere. La gratificazione dei lavoratori – che continuando a crescere, sviluppano una forma di riconoscenza nei confronti di chi permette loro di farlo – paga sempre.

#2. Dai le giuste motivazioni. Lo ripetiamo: investire sulla formazione dei dipendenti ha un costo. Per convincere il capo riottoso ad aprire il portafogli, occorre quindi addurre motivazioni particolarmente robuste. Non puoi pretendere che il dirigente “benedica” la tua partecipazione a un corso sulle pratiche orientali, solo perché ti senti “zen”. La tua formazione – ca va sans dire – deve essere funzionale al tuo avanzamento in azienda. Qualche esempio? Fai fatica a utilizzare i mezzi informatici di cui disponi (e che ti farebbero risparmiare un sacco di tempo)? Chiedi al capo di farti partecipare a un corso ad hoc, utile a farti uscire dal “limbo” del semi-analfabetismo digitale in cui sei confinato. Anche investire sulla formazione linguistica può rivelarsi una mossa vincente. Soprattutto se, in azienda, le risorse che sanno relazionarsi efficacemente coi clienti stranieri scarseggiano. Bisogna, insomma, far comprendere al boss che sta investendo su un progetto che procurerà interessanti profitti. E che la tua motivazione primaria sta tutta nella crescita dell’azienda, a medio e lungo termine.

#3. Poniti nel giusto modo. Entra nell’ottica che, per quanto puoi essere convinto dell’utilità o della vantaggiosità di investire sulla formazione, non sei nella posizione di pretendere nulla. Soprattutto se ti sei rivelato un dipendente svogliato e poco partecipe alle cose che sono successe in azienda. O se – peggio ancora – quando si è trattato di fare squadra, hai preferito voltare le spalle ai colleghi e hai scelto di giocare la tua partita in solitaria. Il tuo percorso potrà spianarti la strada ad un sì o, al contrario, procurarti un sonoro rifiuto. Nel caso in cui tu ti sia comportato sempre bene con tutti e disponga, quindi, dei pre-requisiti fondamentali per avanzare una richiesta del genere al tuo capo, ricordati di assumere un atteggiamento positivo e di porti in maniera garbata. Lasciagli il tempo che gli serve per valutare la tua richiesta: se dovesse acconsentire a tutte le proposte che gli arrivano dai suoi dipendenti, rischierebbe di andare in bancarotta in poche settimane. Per questo, è fondamentale che tu risulti più convincente degli altri. Come? Per esempio, supportando la tua richiesta con prove e dati riscontrabili (dimostragli – numeri alla mano – che investire sulla tua formazione conviene, soprattutto, a lui). Ma ricordati che a far pendere definitivamente l’ago della bilancia a tuo vantaggio, sarà l’atteggiamento che assumerai. Sii convincente, ma non aggressivo. E preparati ad incassare, con eleganza, un eventuale no.

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