Questa/o professionista, inoltre, è in grado di applicare le tecniche più innovative del make-up ad ambiti come il cinema, il teatro, la moda, la fotografia e la televisione; perché gli sbocchi legati a questa professione sono tanti e alcuni fra questi strizzano l’occhio ad aspetti decisamente creativi. Come il trucco legato ad effetti speciali ed eventi spettacolari. Il make-up che precede la Zombie Walk ne è un esempio. Nata negli Stati Uniti agli inizi degli anni Duemila e giunta in Italia in tempi più recenti, questa parata raduna periodicamente zombie, cacciatori e appassionati, decisi a terrorizzare le vie delle città di tutto il mondo. Abbiamo parlato di trucco, effetti speciali e Zombie Walk con Oriana Cauli, truccatrice trentenne, barese trapiantata a Bologna e vincitrice nel 2014 del concorso nazionale Best Make-up, indetto dall’Accademia Nazionale del Cinema.
L’anno successivo sono stata ricontattata dallo staff per partecipare come truccatrice, ma anche alla parata, questa volta come cacciatore! Di lì in poi è stato un susseguirsi quasi naturale degli eventi: i miei lavori sono migliorati sempre di più i contatti con Jana (l’organizzatrice dell’evento, ndr) erano sempre più frequenti. Ci incontravamo anche per altri eventi, come serate di animazione nei locali, festival horror a Mirabilandia, ecc. Da truccatrice del gruppo sono quindi passata a fare parte dello staff: attualmente siamo in quattro; io e la mia collega Katia Nanni, responsabili del Reparto Make-up, gestiamo i vari eventi e gli altri truccatori. Si tratta senza dubbio di una grande soddisfazione: significa che veniamo apprezzate sia come truccatrici che come organizzatrici, ma anche per l’impegno profuso (mesi e mesi di tempo), affinché fili tutto liscio e senza intoppi.
Qual è secondo lei il valore che la società attribuisce al trucco, sia in termini tradizionali che scenici e com’è cambiata di conseguenza l’utenza negli ultimi anni?
Il significato del trucco è molto diverso oggi rispetto a quanto avveniva in passato. Con il susseguirsi delle epoche la sua valenza si è modificata e il suo significato è mutato. Oggi potrei dire che non è solo un metodo di abbellimento, magari al fine di incarnare la donna perfetta e “cercare marito”, come poteva accadere negli anni Cinquanta. Il trucco è diventato un metodo di espressione del sé, un termometro umorale, come l’abbigliamento, il colore o il taglio dei capelli: il trucco esprime come ci sentiamo e spesso ci aiuta a darci la carica, a piacerci di più. Viviamo in una società e in un periodo storico in cui l’aspetto è fondamentale. Personalmente non lo trovo giusto, in quanto mi sento molto a disagio con tutte le estremizzazioni. Oggi la donna si trova quasi costretta a doversi schierare nella fazione della velina, bella e vanesia, o della studiosa, non curante del suo corpo e intelligente. Trovo che ignorare il proprio corpo, così come ignorare la propria mente siano due grossi sbagli.
L’equilibrio sarebbe l’ideale: “per ogni libro, un trucco”! Inoltre, per molti anni il trucco era stato una prerogativa dell’alta società, delle attrici e delle ballerine; con il tempo, però, si è diffuso anche a tutte le altre classi sociali e a tutte le età. Oggi i video tutorial sono alla portata di tutti, quindi è più facile apprendere tecniche o avere pareri sui prodotti. Certo, non sempre coloro i quali girano video tutorial sono truccatrici o truccatori e non tutte le tecniche sono esatte; oltretutto, sapere truccare se stessi è una cosa completamente diversa dal sapere truccare gli altri. Infine, soprattutto quando si parla di tutorial di effetti speciali, è molto pericoloso utilizzare determinati prodotti senza cognizione di causa, in quanto si può andare incontro a irritazioni, allergie o peggio.
Quali sono le opportunità attuali e le potenzialità future della professione?
La professione del make-up artist non è stata risparmiata dalla crisi economica in Italia. Al contrario, un po’ come altre professioni nell’ambito artistico (il fotografo, il disegnatore, il grafico) ha subito un arretramento tragico. Prima delle scuole di trucco ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna, il corso di Fumetto e Illustrazione e mi sono specializzata in Linguaggi del Fumetto: ho molti amici, colleghi e conoscenti in questo campo e mi è possibile parlare a riguardo. Oggi c’è la pessima abitudine di ritenere che chiunque faccia questo genere di lavoro non lavori davvero; ci sentiamo dire in continuazione “Tanto fai quello che ti piace”, “Tanto ti diverti”, “Tanto impieghi cinque minuti, tu sei bravo”. Pagine Facebook come Ti pago in visibilità affrontano questo argomento scabroso, con tanto di testimonianze e screenshot. Le offerte di lavoro gratuito fioccano da ogni dove, ma la cosa più tragica è che c’è tanta gente che risponde a quegli annunci, facendo così collassare il mercato.
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