Collaboratore Scolastico: requisiti, mansioni, concorsi e opportunità. Vediamo insieme chi è e cosa fa il collaboratore scolastico, quali sono i suoi orari di lavoro e quale lo stipendio. Inoltre a cosa si riferisce la prima fascia e terza fascia: modalità di reclutamento e scorrimento graduatorie.
Quali sono i requisiti richiesti a chi vuole lavorare nelle scuole italiane come collaboratore scolastico (storicamente definito bidello)? Quali le mansioni e le responsabilità del personale ATA e, in particolare, del bidello? Come funziona il sistema di reclutamento e assunzione all’interno della scuola italiana e cosa bisogna fare per candidarsi e accedere ai concorsi? Di questo oggi parleremo passando al vaglio tutte le azioni richieste a chi ambisce a fare questo mestiere, individuando i passaggi fondamentali e necessari per lavorare e affermarsi nel settore come collaboratore all’interno di scuole per l’infanzia, elementari, medie e superiori.
Indice
Collaboratore scolastico: chi è e cosa fa
Con il termine collaboratore scolastico si fa riferimento oggi a quella figura professionale che, fino a poco tempo, fa istituzioni, addetti ai lavori e persone comuni conoscevano semplicemente come “bidello”. I collaboratori scolastici fanno parte del personale ATA, categoria usata per racchiudere tutto il personale amministrativo, tecnico e ausiliario che lavora all’interno dei vari istituti scolastici italiani. L’acronimo ATA sta ad indicare infatti i tre gruppi diversi, ovvero: Amministrativi, Tecnici e Ausiliari. Ogni profilo è ampiamente definito dal MIUR e dal relativo CCNL scuola. Il persona ATA, come il Contratto Collettivo Nazionale stabilisce, viene diviso in 4 aree professionali, ognuna corrispondente ad una specifica figura.
- Nella Tabella A fanno parte i collaboratori scolastici (bidelli);
- Nella Tabella As ci sono invece i collaboratori scolastici addetti all’azienda agricola;
- Nella Tabella B rientrano tutti gli assistenti amministrativi, i tecnici e i cuochi degli istituti professionali, gli infermieri e i guardarobieri;
- Nella tabella D i direttori dei servizi generali amministrativi (i cosiddetti DSGA);
Per quanto riguarda la figura dei collaboratori scolastici, che è quella che oggi maggiormente ci interessa, per fare maggiore chiarezza e distinguerla meglio da tutti gli altri addetti ai lavori, è opportuno adesso soffermarsi su quelle che sono considerate le sue responsabilità e le sue mansioni principali. Un collaboratore scolastico, di preciso, si occupa di:
- Prestare assistenza alla persona rendendosi disponibile in orario di lavoro per insegnanti, alunni e chiunque all’interno della scuola abbia bisogno del suo aiuto;
- Seguire le disposizioni del dirigente scolastico e attenersi a quanto da questo stabilito in materia di organizzazione e amministrazione dell’istituto dove presta servizio;
- Offrire quando richiesto assistenza alla persona, sia quando si tratta di insegnanti, studenti e addetti che – come accennato sopra – richiedono il suo intervento e sia quando si tratta di alunni diversamente abili;
- Intervenire dando pronto soccorso tutte le volte in cui si verifica un incidente (di vario genere, natura ed entità) per evitare danni alla salute delle persone coinvolte e preservare la loro integrità psicofisica;
- Tenere in ordine gli edifici che sono sotto la sua diretta responsabilità, rapportarsi con l’utenza di riferimento, fare da mediatore tra visitatori e personale docente, direttore scolastico e alunni stessi.
Il collaboratore scolastico Area A
Per lavorare come collaboratore scolastico all’interno degli istituti scolastici italiani, salvo per i collaborati addetti all’azienda agricola per cui valgono apposite disposizioni, bisogna essere in possesso dei seguenti requisiti:
- qualifica professionale triennale rilasciata dagli istituti professionali (conosciuto come diploma professionale);
- diploma maestro d’arte;
- diploma di scuola magistrale;
- diploma di maturità;
- qualifiche e attestati rilasciati e riconosciuti dalla Regioni a seguito di un percorso di formazione professionale dalla durata minima di tre anni.
Chi è in possesso dei seguenti titoli può mobilitarsi per avviare pratiche e procedure per il reclutamento del personale ATA, candidandosi per il relativo profilo professionale ed accedendo alle apposite graduatorie di istituto.
Orario di lavoro ATA
La disciplina vigente in materia di orario di lavoro dei collaboratori scolastici stabilisce che, per legge, le seguenti figure professionali possono lavorare per un massimo di 36 ore settimanali. Solitamente, inoltre, ad un collaboratore viene chiesto di prestare il proprio servizio di mattina, proprio durante le lezioni. Può capitare, però, che le ore di lavoro o la disponibilità richiesta sia diversa a seconda dei casi. Nel momento in cui un collaboratore scolastico è chiamato a firmare il contratto, che regolarizza la sua posizione all’interno di una determinata scuola, può pattuire, sotto richiesta del dirigente o sotto sua richiesta (vista e approvata sempre dal dirigente), dei turni di lavoro diversi. A questo punto, dunque, lo stesso potrà essere inquadrato come collaboratore part – time o full – time e/o svolgere la propria attività in momenti della giornata differenti (che non necessariamente devono coincidere con la mattina o la giornata scolastica di alunni e personale docente).
Come si diventa Personale ATA
Per diventare collaboratori scolastici bisogna seguire, come accennato sopra, tutto un iter burocratico specifico. Per evitare di fare confusione, tuttavia, è bene specificare fin da subito che esistono due procedure diverse a seconda che si siano maturati o meno 24 mesi di servizio (anche non continuativi) all’interno di uno o anche più istituti scolastici diversi.
Chi ha già accumulato 24 mesi di lavoro come collaboratore scolastico può partecipare ai concorsi ATA impartiti dalle Regioni. Per farlo deve:
- aspettare che venga indetto un concorso e pubblicato il bando dalla Regione di interesse;
- Assicurarsi di avere tutte le carte in regola per partecipare alla selezione;
- presentare domanda per l’inserimento in graduatoria (se è la prima volta che fa richiesta);
- chiedere aggiornamento dei proprio punteggi o di vari ed eventuali titoli posseduti se già in passato era stato inserito nelle suddette graduatorie e deve comunicazione nuove informazioni riguardanti il suo profilo;
La domanda di inserimento, ovviamente, deve essere presentata seguendo modi e termini indicati nel bando. La stessa, inoltre, deve essere redatta seguendo uno dei seguenti moduli:
- Modello B1 se si deve fare domanda di inserimento (per la prima volta);
- Modello B2 se si deve fare domanda di aggiornamento;
- Modello F per la rinuncia di opportunità di lavoro a tempo determinato;
- Modello H se si vuole usufruire delle agevolazioni riconosciute dalla Legge 104/1992.
Tutti questi modelli possono essere inviati tramite posta raccomandata con ricevuta di ritorno, PEC o consegnati a mano. Gli stessi inoltre, a prescindere dal tipo di spedizione scelta, dovranno essere inoltrate all’Ambito Territoriale Provinciale della provincia di interesse. Ultimata questa procedura, in fine, dovranno poi ultimare tutto registrandosi alla piattaforma POLIS del MIUR e compilare:
- il Modello G, procedura online con cui chiederanno l’inclusione in Prima Fascia;
- e l’allegato G che darà loro la possibilità di indicare la scelta delle sedi dove essere chiamati/assunti.
Chi non vanta 24 mesi di anzianità (e quindi anche chi non ha mai prestato servizio come collaboratore scolastico all’interno di un istituto), può comunque presentare domanda. La procedura che si dovrà seguire, in questo caso, è quella per l’inserimento delle graduatorie di Terza Fascia. Da questa attingeranno tutte le scuole e i dirigenti scolastici per supplenze e assunzioni a tempo determinato. Ausiliari, tecnici e personale amministrativo per essere inseriti in Terza Fascia devono:
- aspettare comunicazione ufficiale del MIUR relativa a modalità e tempi di aggiornamento della graduatoria stessa (che ha una durata di tre anni);
- presentare domanda per essere iscritti;
- iscriversi alla piattaforma POLIS del MIUR e scegliere le scuole per cui dare la disponibilità in caso di supplenze brevi o assunzioni a tempo determinato
Prima dell’istanza online, proprio come accade per gli iscritti in Prima Fascia, devono presentare relativa domanda di immissione in graduatoria. Chi è la prima volta che fa domanda deve compilare e inviare il modello D1. Chi in passato invece ha già fatto richiesta dovrà presentare il modello D2. Questi modelli che, ricordiamolo, precedono la registrazione online e la conseguente scelta delle scuole, possono essere inviati:
- tramite raccomandata A/R;
- Posta Elettronica Certificata (ovvero la PEC);
- Oppure consegnati a mano presso una scuola che rilascia relativa ricevuta.
Quando in fine si passerà alla scelta online delle scuole, che ovviamente dovranno far parte della provincia scelta nel modello D1 (o nel modello D2), si potrà dare la propria disponibilità per ben 30 istituti diversi. L’indicazione degli stessi dovrà essere fatta tramite l’inserimento di un apposito codice identificativo. Per trovare quello degli istituti scolastici che vi interessano o per consultare tutti quelli presenti nel territorio della provincia di vostro interesse vi basterà collegarvi al sito trampi.istruzione.it dove, tramite un comodissimo menù a tendina, sarà possibile procedere ad una ricerca rapida e in grado di darvi tutti i codici di cui avete bisogno.
Stipendio di un collaboratore scolastico
Quanto guadagna un collaboratore scolastico dipende soprattutto dall’ammontare di ore in cui è chiamato a prestare il suo servizio e, quindi, dal tipo di contratto che gli viene fatto. il Contratto Collettivo Nazionale che si applica al Personale ATA stabilisce che ad un collaboratore scolastico, assunto a tempo pieno, spetta uno stipendio annuo lordo di pari a circa 14.903 euro. La retribuzione dei bidelli di un mese, considerando un totale di 13 mensilità, ammonta pertanto a circa 1.100 euro netti. In base all’anzianità (per la precisione dopo 8 anni di servizio), lo stesso stipendio è inoltre destinato a salire. Queste cifre, se e qualora un collaboratore scolastico è assunto a tempo ridotto (ovvero con un contratto part – time) dovranno ovviamente essere rapportate al totale di ore di lavoro settimanali, ovvero quelle in cui – effettivamente – la persona è tenuta a svolgere la sua attività all’interno della scuola.
Collaboratore scolastico: concorsi e opportunità di lavoro
Per lavorare come collaboratore scolastico bisogna per forza attenersi alle procedure e ai tempi burocratici che il sistema di reclutamento del personale nelle scuole implica. Le strade da seguire, come abbiamo ampiamente spiegato e illustrato passo dopo passo sopra, sono due, ovvero:
- presentare la disponibilità per supplenze e assunzioni a tempo determinati qualora non si abbiano ancora maturato 24 mesi di servizio;
- partecipare ad un bando pubblico di selezione regionale presentando domanda in prima fascia e attendere, con un po’ di pazienza, l’immissione in ruolo (e quindi il contratto a tempo indeterminato).
Un collaboratore scolastico avrà la possibilità di lavorare all’interno di scuole, istituti di ogni tipo, grado e genere, collegi, accademie professionali pubbliche e in tutti quegli edifici dove, di fatto, la sua figura sarà richiesta. Un collaboratore è un dipendente pubblico a tutti gli effetti che, in quanto tale, deve attenersi alle regole imposte dal sistema statale nazionale per poter lavorare. Sono sempre di più quelli che oggi, pur riconoscendo i tempi di assunzione lunghi, scelgono di intraprendere questa strada iscrivendosi alle apposite graduatorie provinciali o regionali.
Il ragionamento che sta alla base di questa scelta è che, vista la forte instabilità del mercato del lavoro, tentare non costa nulla e potrebbe comportare – in futuro – dei risvolti inaspettati. Magari la chiamata potrebbe arrivare in un periodo morto e fare guadagnare punteggi al disoccupato che, una volta aggiornate le fasce, vedrà le possibilità di salire in graduatoria aumentare sempre di più. Lo stesso, in questo modo, potrà essere chiamato con più facilità dagli istituti. Qualora non si dovesse essere nella posizione di poter accettare, inoltre, rinunciare ad una supplenza o ad un incarico non costa nulla. Accettare, invece, riconosce al collaboratore la possibilità di scalare la graduatoria avvicinandosi sempre di più all’eventualità di ottenere il posto fisso.
Questo lavoro, inoltre, da la possibilità di entrare a contatto con realtà dinamiche, giovani e fortemente stimolanti sia da un punto di vista professionale che umano. Insegnanti, studenti, dirigenti e addetti ai lavori interagiscono sempre tra di loro e hanno bisogno di cooperare ed essere partecipi in quello che fanno. E tutto questo, inevitabilmente, è uno spinta a mettersi in gioco nel proprio lavoro cercando sempre di fare di meglio per se stessi e per gli altri.
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