Lo scenario occupazionale e le opportunità di lavoro nei prossimi 5 anni. I risultati dello studio Unioncamere e le previsioni sull’economia
Oggi giorno la realtà lavoro non è fiorente come un tempo. La causa è senza dubbio la pandemia da Coronavirus che ha colpito il mondo intero, con delle conseguenze sull’economia e sul lavoro stesso. Tuttavia ci sono dei settori produttivi sui quali poter focalizzare l’attenzione nel corso dei prossimi anni. Ecco le previsioni di uno studio condotto da Unioncamere.
Indice
Il lavoro e la situazione economica
La pandemia da Coronavirus oltre ad aver comportato una situazione di crisi sanitaria, ha compromesso anche l’economia ed il lavoro. Sono tanti i settori che hanno subito ingenti perdite di fatturato e che oggi cercano di risollevarsi, tra difficoltà e beghe. Anche le modalità di lavoro sono cambiate, con imprese che hanno abbracciato sempre di più la filosofia dello smart working. Lavorare da casa ha permesso di continuare ad operare senza dover uscire, evitando così contatti con gli altri e limitando il pericolo di contagi. Oggi ci sono diversi settori in crisi, ma ci sono anche altri che hanno risentito meno degli effetti della pandemia. Secondo uno studio firmato Unioncamere, entro il 2024 l’Italia dovrà sostituire circa 2,5 milioni di lavoratori, nel pubblico, privato e tra gli autonomi. Tanti i soggetti che andranno in pensione e lasceranno il posto a nuove figure professionali. Ma quali sono i settori su cui poter puntare?
Lo studio e le previsioni sul lavoro
Nei prossimi anni è meglio puntare al settore pubblico o privato? Come sarà la nostra economia? Ci riprenderemo dalla crisi che stiamo vivendo? Alcune risposte arrivano direttamente dallo studio sul lavoro svolto da Unioncamere a luglio 2020. Si tratta dell’aggiornamento del modello sulle previsioni del fabbisogno occupazionale nel corso dei prossimi anni, nell’ambito del Sistema informativo Excelsior. Emerge che dal 2020 al 2024 l’Italia dovrà andare a sostituire circa 2,5 milioni di lavoratori, che lasceranno il mondo del lavoro facendo spazio a nuove figure professionali. Questo si traduce in nuove opportunità di lavoro, che permetteranno a tanti di trovare un lavoro sia nel pubblico che nel privato. Non a caso, nei prossimi cinque anni, il settore privato potrebbe necessitare di circa 2 milioni di lavoratori, mentre il settore pubblico avrà bisogno di circa 720 mila occupati. Non è tutto, in quanto il fabbisogno dei lavoratori autonomi nei prossimi anni si aggirerà intorno le 400 e 600 mila unità.
I territori che offriranno più lavoro
Altro aspetto interessante riguarda il territorio, ossia dove si concentreranno le maggiori opportunità lavorative. Lo studio in questione sottolinea come le maggiori occasioni si avranno nei territori del Nord Ovest della Penisola. A seguire troviamo le aree del Nord Est, del Mezzogiorno e del Centro. Una mappa generale che ci consente di capire non solo quali settori saranno più produttivi, ma anche dove geograficamente si concentrerà il lavoro.
Lo scenario nei prossimi due anni
Nel biennio 2020-2022 si prevede ancora un periodo particolarmente difficile per l’economia italiana, in particolar modo per determinati settori. La situazione dovrebbe cambiare dal 2022 al 2024 quando si prevede un vero e proprio rimbalzo dell’economia. Tuttavia, nei prossimi due anni, sia il settore pubblico che quello privato, potranno necessitare di un numero di lavoratori tra le 272 mila e 799 mila unità. Si tratta di un fabbisogno dettato soprattutto dalla necessità di sostituire i dipendenti prossimi alla pensione. In questi due anni, il fabbisogno di manodopera riguarderà il settore sanitario, ma anche quello della formazione, della cultura ed altri servizi pubblici e privati. In calo la filiera del turismo e del commercio, seguita dal settore dell’arredamento, moda, finanza e consulenza, costruzioni ed infrastrutture.
Lo scenario nel triennio 2022-2024
La previsione Unioncamere, dopo il biennio di crisi provocata dal Coronavirus, prevede una prima ripresa dell’economia. Dal 2022 lentamente, l’economia del nostro Paese potrà riprendere a salire in maniera graduale. L’incremento occupazionale interesserà soprattutto i dipendenti nel settore privato con un + 355 mila occupati, mentre nel settore pubblico si avrà un + 21 mila unità e tra i liberi professionisti si prevede l’aumento di 80 mila unità. Si prevede una ripresa del commercio e turismo, che potrebbe essere il settore più sviluppato nel triennio esaminato, con tanti posti di lavoro a disposizione. A seguire troviamo il settore sanitario, ed ancora quello della formazione e della cultura. Particolare attenzione anche al comparto informatica che però potrebbe registrare una maggiore difficoltà nel reperire le giuste figure professionali.
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