Il Governo in carica ha deciso di varare nuove norme per la sicurezza sul lavoro. Non è la prima volta che accade, visto che già precedentemente aveva preso provvedimenti. Questi ultimi si erano concretizzati ad esempio in un numero maggiore di ispezioni (circa 3700 in più) nel 2023 rispetto all’anno precedente. Nel 2024 l’aumento dovrebbe consistere in circa il 40% rispetto al 2023, grazie a 800 ispettori in più. Ma evidentemente c’è ancora bisogno di intervenire, così l’esecutivo, oltre a voler rafforzare ulteriormente l’attività ispettiva tramite l’assunzione di personale, ha pensato di introdurre norme più stringenti. La più forte ed anche innovativa è sicuramente la cosiddetta patente a crediti per imprese ed autonomi operanti nel campo edile, che dovrebbe entrare in vigore da ottobre di quest’anno.
Pubblicato il 2 marzo scorso il DL PNRR 19/ 2024 contiene anche altre misure specifiche, come il coordinamento delle attività di ispezione tra procure ed il potenziamento del sistema di sanzioni in caso di subappalti o di somministrazione illecita o fraudolenta. Per la responsabilità sugli appalti invece è prevista quella di tutti i soggetti coinvolti nel caso gli stessi appalti dovessero risultare per qualche ragione irregolari. Inoltre vengono inasprite le sanzioni per quanto riguarda i mancati contributi al personale o in caso di lavoro nero. In certi casi sono previste anche sanzioni penali.
L’esecutivo ha pensato non solo a meccanismi sanzionatori, ma anche ad incentivare i comportamenti regolari. Ad esempio “subordinando l’erogazione di benefici normativi e contributivi all’assenza di violazioni della disciplina in materia di lavoro e legislazione sociale”. Sono inoltre previsti premi ai datori di lavoro “che dimostrino comportamenti virtuosi nella gestione dei rapporti di lavoro”. Il tema della sicurezza sul lavoro è tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache negli ultimi giorni a causa del grave incidente avvenuto a Firenze in un cantiere. Sebbene fossero già stati previsti alcuni interventi precedentemente, questo episodio ha sostanzialmente convinto il Governo ad introdurre la cosiddetta patente a crediti.
La patente a punti per la sicurezza sul lavoro
Il meccanismo è un po’ quello della patente per guidare la macchina. In questo caso, si ha un numero massimo di crediti, che scalano ogni volta che c’è un incidente con conseguenze significative. Verranno tolti 10 punti nel caso chi ha subìto il danno resti vittima di un’invalidità temporanea, 15 per un’invalidità permanente, e 20 in caso di incidente mortale. Sotto i 15 punti non si potrà operare nei cantieri temporanei o in quelli mobili, ed è prevista anche una sospensione fino a 12 mesi nei casi di morte di un lavoratore o inabilità permanente. Vi è poi una sanzione che può andare dai 6 ai 12 mila euro nel caso si operi senza patente o se si è privi dei requisiti.
Questa misura, che in realtà non è un’idea nuova e che però vedrà la sua introduzione da ottobre di quest’anno ha anche aperto un dibattito. Nonostante esistano dei corsi per recuperare i crediti persi, c’è chi dice che arrivare a 15 punti sia un po’ troppo facile. E’ probabile che questo discorso si basi sulla possibilità che può avere un’impresa di dare lavoro alle persone. L’impedimento a lavorare in alcuni cantieri infatti, potrebbe generare la perdita di appalti e quindi una riduzione delle maestranze o l’impossibilità di pagare gli stipendi. E’ forse stata questa una delle ragioni principali per le quali questo provvedimento ha impiegato molti anni ad essere approvato. In ogni caso, certamente si può discutere sul fatto che 30 punti possano non essere molti, però la questione non può essere liquidata solamente coi numeri.
Inasprire le sanzioni serve?
La nuova stretta dell’esecutivo sulle imprese edili ha fatto scattare l’annosa polemica sull’utilità dell’inasprimento delle sanzioni. Introdurre nuovi parametri ed addirittura una patente a punti, oltre che aumentare le pene amministrative è davvero utile o sarebbe meglio come dice qualcuno iniziare a far rispettare quelle esistenti? Qui bisogna dire che la questione è forse posta male. E’ ovvio che far rispettare le norme vigenti sia una necessità fondamentale. Infatti, come spiegato in precedenza, il Governo era già intervenuto sulla materia ben prima dell’incidente di Firenze, aumentando il numero degli ispettori, dei carabinieri e del personale Inps e Inail. E ancora prevedendo ulteriori nuovi concorsi.
Chiaramente un inasprimento delle sanzioni inerenti la sicurezza sul lavoro approntate senza criteri specifici, o anche un aggravamento delle stesse in maniera generalizzata può avere poco senso e soprattutto un’efficacia molto limitata, ma intervenire dove più serve è un altro discorso. In questo senso è probabile che l’introduzione della patente a crediti per l’edilizia fosse già nell’aria. Come riporta l’Ansa infatti, il ministro del lavoro Calderone in un’informativa al Consiglio dei ministri e riferendosi a relazioni effettuate da Inail ed ispettorato del lavoro, a loro volta basate sugli “accessi ispettivi”, ha spiegato come in edilizia sia emerso un livello di irregolarità del 76,48%, e superiore all’85,2% nel caso di aziende impegnate in lavori collegati al superbonus 110%.