Il licenziamento è legittimo se l’impresa vuole aumentare la redditività e per questo sopprime una funzione. La sentenza della Corte di Cassazione che fa discutere.
Il 7 dicembre scorso la Corte di Cassazione (non a sezioni unite) ha stabilito che è licenziamento legittimo quello che deriva dalla soppressione di una funzione aziendale messa in atto per aumentare la redditività. In parole povere se l’impresa vuole aumentare i profitti, può eliminare una funzione lavorativa e licenziare il dipendente che la ricopre.
La sentenza ha fatto subito discutere non poco, in quanto anche se per i giuslavoristi (gli esperti di leggi sul lavoro) il licenziamento rimane applicabile solo in ultima istanza, è pur vero che la decisione degli Ermellini è parsa orientarsi verso una maggiore discrezionalità dell’impresa. E’ comunque da sottolineare che quest’ultima, per poter compiere una simile operazione, deve essere in grado di dimostrare il nesso di causalità tra la soppressione della funzione ed il piano di aumento dei profitti.
La Cassazione ha ribaltato la sentenza di secondo grado che a sua volta aveva ribaltato quella di primo. Si tratta della decisione di legittimità numero 25201, che rientra nel campo delle possibilità inerenti al “licenziamento per giustificato motivo oggettivo”. In molti ci hanno visto una riduzione delle tutele dei lavoratori in quanto viene sdoganata l’opportunità di terminare un contratto di lavoro in essere anche quando l’azienda non è in crisi ed il licenziato non ha commesso infrazioni così gravi da determinarne il licenziamento per giusta causa. Tutto nel pieno rispetto della legge.
Bisogna però anche tenere presente, come prima accennato, che va dimostrata da parte dell’azienda la necessità dell’operazione compiuta e, parallelamente, la mancanza di pretestuosità nel compierla. Ovvero, non ci si può “liberare” su due piedi di un dipendente ritenuto scomodo o considerato antipatico “facendo finta” di riorganizzare l’azienda per aumentare i profitti, al contrario l’operazione di riorganizzazione e conseguente soppressione della funzione del dipendente licenziato devono essere compiute nella più totale buona fede, che deve essere ovviamente dimostrabile in sede giudiziaria. E proprio in questo, risiede il compito fondamentale dei giudici.
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