Come sottolineato a più riprese, la paventata riforma della Giustizia italiana non ha proposto alcun tipo di trasformazione, né nella sostanza nè nella forma, ma ha semplicemente partorito la fascicolazione di valutazione per ogni singolo magistrato. E ciò ha determinato un’alzata di scudi da parte della Associazione Nazionale Magistrati, che ha stabilito una giornata di sciopero, con astensione totale dalle udienze, per il 16 maggio, con una mozione approvata il 30 aprile a larghissima maggioranza (1081 voti favorevoli, 169 contrari e 13 astenuti).
Indice
Il motivo dello sciopero dei Magistrati
Motivo principale, l’opposizione alla riforma del ministro Cartabia, con focus particolare rivolto al fascicolo per la valutazione. Questo fascicolo dovrebbe contenere, per ogni anno di attività, i dati statistici e la documentazione necessaria per valutare l’attività svolta, sotto il profilo sia quantitativo che qualitativo e la tempestività nella adozione dei provvedimenti di ogni singolo magistrato. Ma dove sarebbe lo scandalo? La magistratura è una categoria protetta, con stipendi rilevanti e mediamente più alti dei colleghi europei e di altri dipendenti pubblici, ad oggi non controllata praticamente da nessuno.
Lo scaldanlo della magistratura e del CSM
I cittadini pagano i magistrati per applicare le leggi e non per vederle contestare quando non sono gradite, come ha sostenuto qualche giorno fa’ in una intervista la figlia di Enzo Tortora; emblema della malagiustizia italiana, lo scandalo della magistratura e del CSM è sotto gli occhi di tutti i cittadini, che assistono quotidianamente a correnti e commistioni tra politica e magistratura, come ha insegnato lo scandalo Palamara che, forse, pur essendo al vertice dei magistrati e precettore della distribuzione di incarichi e poltrone, alla fine si è rivelato una vittima di un sistema atavico, consolidato, collaudato ed accettato da tutti. E termina l’intervista la figlia di Tortora, chiedendosi come mai il Presidente Mattarella che avrebbe potuto e dovuto dare un segnale forte, deciso è diverso, non abbia sciolto il CSM. E la stessa cosa si chiedono i cittadini, senza speranza di risposta.
Il fascicolo di valutazione
Ritornando al fascicolo di valutazione, oggetto dello sciopero, va ricordato che i magistrati non sono una categoria a parte, ma una parte dello Stato come i dirigenti e i dipendenti pubblici, regolamentati e sottoposti a norme che risalgono al testo unico del 1957 e sue successive modificazioni e integrazioni, per cui è previsto, come per tutti i dipendenti pubblici, all’atto dell’assunzione una visita medica fisica e psichica, e a norme di valutazione per l’attività svolta; non si comprende perché i magistrati dovrebbero essere esenti. Non si parla solo degli alti stipendi dei magistrati, o degli alti incarichi diversi ed estranei al concorso a cui hanno partecipato; ciò che è inaccettabile è che all’ atto di formazione di un Governo, di qualsiasi estrazione politica, ci sia una corsa di 200 magistrati per occupare posti nei gabinetti o nelle varie segreterie ministeriali; altro che stare nelle aule di giustizia a far sentenze!
Mi piace ricordare che nella mia attività di giudice onorario presso il Tribunale di Latina, ho scritto sentenze relative a cause con una anzianità media di 10 anni, con punte di 15 e 17 anni. Ai cittadini appare quantomeno sterile e ridicola la solita giustificazione dei magistrati, sui ritardi del deposito delle sentenze, ritardi per i quali lo Stato Italiano e quindi il cittadino è condannato da Strasburgo per ritardata e denegata Giustizia, a centinaia di milioni di euro ogni anno.
Ritornando allo sciopero dei magistrati, che sono reperibili nelle sedi giudiziarie solo due volte la settimana, non timbrando tanto la presenza, come gli altri dipendenti pubblici, ma percependo l’indennità di presenza pari ai giorni del mese, indipendentemente dalla loro concreta presenza o meno nelle sedi giudiziarie, per evitare che l’assenza del giudice passi per questi motivi, inosservata e cercando di dare stima e dignità ai magistrati che invece fanno il proprio lavoro con coscienza e competenza, i cittadini italiani gradirebbero semmai uno sciopero della magistratura, non astenendosi dalle udienze, ma provocatoriamente impegnandosi a depositare sentenze nel più breve ragionevole tempo.
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