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Maturità 2020: mancano i presidenti di commissione. Nuova ordinanza Miur

Il 17 giugno si parte con la Maturità 2020 ma persistono varie problematiche. Carenza dei presidenti di commissione in tutt’Italia. La nuova ordinanza del Miur

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Il Coronavirus ha cambiato le carte in tavola, apportando modifiche alla didattica ed alle modalità di svolgimento della Maturità 2020. Abolite le prove scritte, sostituite con una sola prova orale in presenza, con tutte le misure di sicurezza previste da regolamento. Tuttavia, mancano i presidenti di commissione. La nuova ordinanza del Miur per arginare il problema.

Una Maturità 2020 differente dal solito

maturità 2019

La Maturità 2020 sarà ben diversa dal solito. Il Coronavirus ed il pericolo di contagi, ha letteralmente cambiato le carte in tavola, apportando modifiche non solo alla didattica ma anche alle modalità di svolgimento dell’Esame di Stato. Quest’anno, gli studenti di tutt’Italia sosterranno una sola prova orale in presenza, che prenderà il via il 17 giugno 2020 alle ore 8.30. Tutti in aula, ma con le dovute precauzioni ed il rispetto rigoroso della nuova normativa sulla sicurezza e salvaguardia della salute. In aula potranno essere presenti solo poche persone per evitare affollamenti inutili. Tuttavia, persistono alcuni problemi da dover risolvere nel giro di pochi giorni. Mancano i presidenti di commissione, tanto importanti per garantire il regolare svolgimento della prova. Per cercare di arginare questo problema, arriva la nuova ordinanza numero 21 del Miur, firmata dal Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina in data 3 giugno. Questo documento introduce nuove regole per il reclutamento di insegnanti e presidenti di commissione da impiegare nella Maturità 2020.

Carenza dei presidenti di commissione

Come accennato nelle righe precedenti, uno dei problemi maggiori che si stanno avendo in relazione alla Maturità 2020 è quello della mancanza dei presidenti di commissione. Questi hanno il delicato compito di controllare che l’esame in questione si svolga nel pieno rispetto delle norme previste. La Maturità senza presidenti è impossibile, per questo motivo il Miur ha emanato una nuova ordinanza, con regole meno restrittive per il reclutamento dei presidenti. In particolare soprattutto al Nord si registra la carenza di questi. Nella sola Lombardia, ad inizio settimana, mancavano 700 commissioni da completare su un totale di 1.700. Ed ancora, i dati su tutto il territorio nazionale non sono incoraggianti, con la mancanza di 1.200 presidenti su un totale di 12.900. Un problema che deve essere risolto al più presto, in quanto non c’è più molto tempo a disposizione.

Perchè manca personale?

Tra le motivazioni che stanno portando problemi nel reclutamento di insegnanti e presidenti di commissione per la Maturità 2020 c’è senza dubbio la paura del Coronavirus e di possibili nuovi contagi. La maggior parte di questi professionisti dell’istruzione hanno più di 50 anni, dunque rientrano nella categoria considerata a rischio Covid-19. Non è tutto, in quanto sono molti gli insegnanti che dal Nord sono scesi al Sud per fare didattica online. Tuttavia, la carenza di presidenti di commissione deriva anche dal fatto che quei pochi professori reperibili sono già impegnati a comporre la commissione interna. La nuova ordinanza cerca di risolvere la delicata situazione aprendo la possibilità agli insegnanti di ruolo con meno anni di servizio di poter diventare presidenti di commissione.

L’ordinanza Miur per reclutare presidenti di commissione

Il tempo a disposizione per risolvere gli ultimi problemi legati allo svolgimento della Maturità 2020 è davvero poco. La nuova ordinanza Miur, firmata dall’Azzolina il 3 giugno, cerca di vincere una vera e propria corsa contro il tempo per reclutare i presidenti di commissione necessari. Si semplificano i requisiti di accesso per diventare presidenti. In particolare cade il requisito dei 10 anni di docenza in ruolo per gli insegnati che possono diventare presidenti di commissione. Ed ancora, verrà stabilita la nomina d’Ufficio dei presidenti da parte dei vari Uffici regionali scolastici. L’ordinanza stabilisce che i dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali ricevano le domande dei vari docenti candidati come presidenti, purché siano di ruolo, anche senza avere 10 anni di servizio e purché non impegnati come membri della commissione interna. Non è tutto, in quanto le domande per diventare presidente possono arrivare anche da:

  • professori universitari di I e II fascia;
  • i docenti di ruolo presso istituzioni AFAM;
  • i ricercatori di tipo A e B

Se tutto questo non bastasse, l’Ufficio scolastico regionale può procedere con la nomina dei presidenti già assegnati ad un’altra commissione, nella misura in cui questa sia istituita nella stessa scuola o in una scuola vicina. Queste le principali novità che il Miur ha messo in campo, alla disperata ricerca di docenti e soprattutto dei presidenti di commissione.

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