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Memoria prospettica: cosa è e come migliorarla

Chi non riesce a ricordare quello che deve fare ha una memoria prospettica che vacilla. Meglio correre ai ripari perché al lavoro può creare non pochi problemi

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Le nostre giornate sono scandite da mille impegni che spesso non riusciamo a portare a termine. E non perché non disponiamo di tempo a sufficienza, ma perché la nostra memoria prospettica non funziona come dovrebbe, facendoci dimenticare quello che avevamo programmato di fare. E’ una questione che merita di essere approfondita, soprattutto quando si parla di lavoro. Immaginate un capo che dimentica di presenziare a un’importante riunione di lavoro o un fornitore che dimentica di consegnare la merce ad un negoziante. Se la memoria prospettica “fa cilecca”, i problemi possono diventare seri. Ecco perché è bene prendere le dovute precauzioni e impegnarsi a potenziarla. Scopriamo come si fa.

5 consigli per migliorare la memoria prospettica

memoria prospettica

Partiamo dai tecnicismi: esiste una memoria retrospettiva, che riguarda il ricordo di ciò che è già successo; ed una prospettica, che riguarda quello che deve ancora accadere. La memoria prospettica è la memoria che dovrebbe azionarsi quando vogliamo dare seguito alle nostre intenzioni e realizzare le cose che avevamo progettato di fare. E’ un processo importantissimo, che – se ben funzionante – permette di lavorare in maniera efficace e produttiva. In pratica, si tratta della necessità di ricordarsi di ricordare. O – se preferite – della necessità di evitare di dimenticare. C’è chi ce la fa da solo perché ha la fortuna di avere una mente fresca e dinamica. Che riesce a registrare e scadenzare tutto. E chi deve, invece, fare affidamento a supporti esterni che possono andare dai classici post-it alle più moderne applicazioni. Occorre comunque premunirsi, per evitare di combinare pasticci che, al lavoro (ma non solo), possono costarci cari. Il sito WorkHer ha approfondito l’argomento, realizzando un’infografica che mette in fila 5 consigli utili a migliorare la memoria prospettica. Analizziamoli insieme:

Stop al multitasking 

Secondo gli estensori dell’infografica, fare più cose contemporaneamente equivale ad attentare al buon funzionamento della nostra memoria prospettica. Bisogna evitare di sovraccaricare la mente e abbandonare l’idea che si possano realizzare più cose in simultanea. Chi inizia una pratica e la sospende per dedicarsi ad un’altra ha buone chance di non concludere niente. Le interruzioni – si precisa nell’infografica – sono le nemiche della memoria prospettica.

Pochi post-it, ma efficaci

A dare una mano ai più smemorati – a coloro che proprio non ce la fanno a ricordarsi degli appuntamenti che hanno preso o delle scadenze che devono rispettare – possono essere gli intramontabili post-it su cui è possibile appuntare di tutto. Ma attenzione: evitate di produrne in quantità industriale, ricorretevi solo per le cose importanti e, ovviamente, teneteli bene in vista. Mettere nero su bianco quello che bisogna fare per poi dimenticarlo nel fondo di un cassetto non ha alcuna utilità. Anzi: se i foglietti “salva memoria” vengono rinvenuti fuori tempo massimo, possono solo generare frustrazione.

Qui ed ora (mai rimandare)

Secondo l’infografica, per far funzionare bene la memoria prospettica ed evitare che le cose da fare finiscano nel “dimenticatoio”, occorre stabilire delle priorità. E procedere con ordine e regolarità, evitando di temporeggiare e procrastinare troppo a lungo. Una volta individuata la cosa più importante da fare, occorre agire nel più breve tempo possibile. L’imperativo deve essere: mai rimandare.

Ragiona per associazioni

E’ forse il più complicato dei 5 consigli perché riguarda la necessità di ricordarsi di cose nuove, che non siamo soliti fare. Per scongiurare inconvenienti più o meno gravi, possiamo associarle a qualcosa che, invece, facciamo abitualmente. Ragionare per associazioni, in questi casi, può rivelarsi la soluzione più efficace.

Check-list o liste di controllo

Chi ha una scarsa memoria prospettica, può chiedere ausilio alle check-list o liste di controllo. Che altro non sono se non l’elenco delle cose da fare. Come precisa l’infografica, sono il metodo più sicuro per portare a termine attività che prevedono più passaggi. Non a caso, le utilizzano i chirurghi e gli aviatori. E più in generale, tutti quei lavoratori che, per fare bene il loro mestiere, devono procedere step by step. Chi ha una memoria prospettica vacillante, farebbe bene ad affidarsi alle check-list che servono a verificare che tutto sia stato fatto come si deve, come prevede il protocollo.

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